Serata in memoria di Bruno Fanciullacci all'oratorio San Filippo

Organizzato da ANPI provinciale in collaborazione con il Conservatorio "Luigi Cherubini" all'oratorio in piazza San Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 agosto 2014 20:34
Serata in memoria di Bruno Fanciullacci all'oratorio San Filippo

FIRENZE - All'oratorio di S. Filippo in piazza S. Firenze domenica 10 agosto 2014, ore 20.30 “Oltrarno 1944”.

Dramma sincretico in musica in Memoriam Bruni Fanciullacci Testo e Musica di James Demby (liberamente ispirato a “La Lunga strada – Vita di Bruno Fanciullacci” - di Gianni Zingoni)

Per Soli, Coro da camera, Orchestra da camera, Tamburi e Danzatori Ewe, Live Electronics Opera commissionata da ANPI per il 70° della Liberazione di Firenze 1944 – 2014

interpreti:

Italian Sankofa Culture Group Master Drummer: Ruben Agbeli

Master Dancer Enock Agbeli Coro da Camera Maria Hélene Froelicher

Maestro del Coro: Francesca Lazzeroni

Orchestra da Camera Lucia Drudi Demby Primo violino: Augusto Vismara Maestro Sostituto – Assistant conductor Maria–Lorena Suarez Direttore James Demby

Ingresso libero ad esaurimento posti

Una giovane vita quella di Bruno Fanciullacci, diremmo con la logica di oggi, noi abitanti delle ere del consumismo, praticamente non vissuta.

Antifascista già nella adolescenza, fu condannato a sette anni di carcere duro, scontati dai 17 ai 24 anni prima a Castelfranco Emilia ed in seguito a Saluzzo, per una grave malattia polmonare, contratta negli stenti del carcere.

Tornato a casa il 12 Luglio del '43 visse un anno di intensa militanza nelle organizzazioni Partigiane e nei GAP. Nel luglio del '44, dopo la tortura subita due volte a poca distanza di tempo a villa Triste, fu ucciso dai suoi stessi torturatori, nell'istante in cui, ferito in modo assai grave, tentava la fuga saltando dalla finestra per non rivelare i nomi dei compagni.

Non ci rendiamo conto ancora oggi di quale terribile tributo di vite spezzate e di sangue abbia richiesto la liberazione dal giogo del nazifascismo.

Fanciullacci amava il canto, ed aveva intrapreso gli studi musicali come baritono. La sua voce era, pare, molto bella. Avrebbe potuto sognare o forse intraprendere una carriera, con la tenacia che gli era propria, e lasciare che la guerra gli scorresse sopra, nascondendosi o aspettando tempi migliori.

Avrebbe potuto dedicare il suo tempo libero alle ragazze (era un bel giovane) cantando loro “E' primavera, svegliatevi bambine...”. Avrebbe potuto essere nella schiera degli innumerevoli indifferenti che dettero il loro muto consenso al fascismo e chiusero gli occhi sulle nefandezze compiute, sul razzismo elevato a sistema, sul soffocamento di ogni libertà.

C'era però in Bruno, forte al massimo grado, un elemento primario, un'energia vitale inarrestabile, che è ciò che rende la vita umana, di ogni essere umano, di ogni nazionalità o stirpe, sotto ogni latitudine, degna di di essere chiamata tale, di essere vissuta.

L'aspirazione ad essere libero, a combattere con ogni forza il sopruso.

La famiglia di Bruno ne aveva subiti.

Il padre, onestissimo artigiano del Pistoiese, titolare di due botteghe, padre di sei figli, perseguitato dal fascio locale per aver reagito al pestaggio di un anziano antifascista, perse il lavoro ed ogni commissione, dovette chiudere i suoi esercizi, e fu costretto, povero in canna, ad emigrare in città a Firenze con tutta la famiglia, ricominciando tutto da capo nel quartiere di S. Spirito.

In “Oltrarno 1944” la forza, l'energia vitale di Bruno che si condensa nelle azioni dei Gappisti, viene narrata attraverso i ritmi e le azioni delle danze di antica tradizione Ewe, in particolare di due danze di guerra di grande complessità, originate in Nigeria e sviluppatesi nel corso della lunga migrazione degli Ewe nel '600 attraverso il Benin e il Dahomey, lungo il Golfo di Guinea, fino alla Regione del fiume Volta, nel Ghana meridionale. Queste due danze si chiamano Atsiagbekor e Adzogbo. Entrambe sono da considerarsi brani di musica sacra per gli Ewe. Mentre lo Atsiagbekor è una vera e propri mimesi delle azioni di guerra, lo Adzogbo è la rappresentazione dei momenti interiori che preparano la battaglia.

Un giovane danzatore Ewe incarna lo spirito combattivo di Bruno.

La scelta del linguaggio di un altra cultura non è casuale. La lotta per la libertà è una condizione esistenziale che riguarda ogni uomo sulla faccia della terra.. Passa attraverso le culture. E inoltre, una delle azioni più importanti dei Gappisti, la liberazione di Tosca Bucarelli e di altre 17 donne dal carcere di S. Verdiana, fu anche la reazione al pestaggio fascista di un nero in Piazza della Repubblica, davanti al caffè Paskowsky.

“Oltrarno 1944” è da considerarsi dunque un opera sincretica, poiché fa uso, in molte particolari sezioni, di materiali musicali non europei, appartenenti alla civiltà musicale degli Ewe del Ghana, intersecati a materiali del linguaggio musicale europeo del nostro tempo. Dall'esperienza espressionista di Alban Berg, ai ritmi dispari di Bela Bartok, all'esperienza astratta della musica elettronica, il materiale magmatico della musica europea del '900 e dell'inizio del nuovo millennio entra in contrappunto con la rigorosa matematica dei ritmi africani. La narrazione è ellittica, attraverso brevi quadri. L'elemento lirico del canto, ricerca espressiva mai raggiunta di Bruno, scandisce alcuni punti salienti della sua esperienza di vita.

Tutto ciò nella convinzione che oggi, come in altri momenti importanti e critici della nostra storia, il dramma musicale possa tornare ad essere un importante momento di scambio, di condivisione delle idee, di partecipazione politica. 

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