Sembrava il Barcelona ma era la Fiorentina.

Borja Valero, Kalinic, Ilicic e gli altri. La sinfonia viola sorprende la critica sportiva.

Alessandro
Alessandro Lazzeri
10 novembre 2015 22:08
Sembrava il Barcelona ma era la Fiorentina.

Spettacolo a Marassi domenica sera: una squadra ha dato lezione di calcio. Il gioco di questa squadra sembrava quello del miglior Barcelona. Ma non erano i Blaugrana, maestri del calcio e campioni d'Europa. I protagonisti non erano Messi, non erano Neymar, non Iniesta né Pique e nemmeno il “vampiro” Suarez. Gli eroi della serata erano Ilicic, Borja Valero, ll “cavaliere pallido” Kalinic, il giovane talentuoso Bernardeschi e tutti gli altri compagni di una stupenda Fiorentina. Pressing alto, possesso palla e perfezione nei passaggi e nei movimenti. Una squadra che ha dominato la Sampdoria, facendo intravedere forse quale può essere il calcio del futuro. Un calcio che vive della perfezione di un gioco corale, dove ogni elemento è essenziale all’armonia del tutto. Ecco il gioco della Fiorentina di Sousa è una sinfonia senza assoli ma anche con pochissime stonature.

Nella partita di Marassi i Viola hanno, forse, sbagliato due passaggi. Hanno alzato il ritmo, quando necessario, per abbassarlo quando era sufficiente per controllare la gara. La qualità di un gioco che ha sorpreso anche la pigrizia di una critica sportiva, abituata a trattare quasi unicamente la crisi della Juventus o il distacco del Milan dal vertice. E' comunque significativo che i primi a notare la qualità dei Viola siano stati tre opinionisti, quali Bergomi, Vialli e Boban, che sono stati grandi calciatori.

In questo superando in acutezza molti cronisti sportivi che sono, nella migliore delle ipotesi, giornalisti tifosi, nella peggiore semplicemente proni a un pubblico televisivo, che in esigua minoranza tifa viola. Significativo il “processo del lunedì “ di ieri sera, dove si è parlato soprattutto del derby romano, per passare a un'intervista a Marotta, un pezzo di colore sul Napoli e un timido accenno a Kalinic. Nel giornalismo, televisivo e non, sta prevalendo la ricerca dell'audience e del consenso, la comunicazione dei poteri forti piuttosto che quella della notizia.

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