Scuola, alunni accompagnati fino a 14 anni: dibattito sul caso Firenze

La storia che ha scatenato il dibattito risale a 15 anni fa, la sentenza della Cassazione lancia l'allarme sulla sicurezza dei minori

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 ottobre 2017 15:03
Scuola, alunni accompagnati fino a 14 anni: dibattito sul caso Firenze

 Fino a quale età è giusto circolare da soli? La massima autorità giudiziaria italiana ha emesso una Sentenza che sta facendo discutere non solo opinion leader ed influencer del web, ma anche i genitori riuniti all'uscita delle scuole in tutta Italia, secondo il vecchio sistema del "capannello". In tanti oggi esclamano "Siamo sempre andati e tornati da soli, fin dalle elementari.." ma per alcuni genitori questo appare inconcepibile perché il minore deve essere accompagnato e tutelato anche dall'istituzione scolastica.

Anche fino all'eta del motorino? Questo prevede la legge.La morte di un ragazzo a Firenze, ben quindici anni fa: uscito da scuola ed investito da un autobus. Condannati docente e preside per non aver consegnato il bambino in mano a soggetti adulti.Su questa tragedia si basa oggi il dibattito, con polemica, per quanto riguarda la misura di 'sicurezza' che prevede di riconsegnare gli alunni ai genitori, almeno sino ai 14 anni.La ministra Valeria Fedeli invoca l'intervento del Parlamento, perché solo il legislatre può intervenire prevedendo la possibilità di una liberatoria che possa sollevare il personale scolastico dalla responsabilità e dall'accusa di abbandono di minore.“Ho posto il tema dell’accompagnamento dei minori di 14 anni a scuola durante il Consiglio dei Ministri di oggi.

È un argomento su cui abbiamo fatto un lungo approfondimento come Ministero, dopo la recente ordinanza della Cassazione, ben comprendendo il disagio vissuto in questo momento sia dalle scuole che dalle famiglie” ha spiegato la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli.

“Le scuole attualmente, stanno operando scelte che sono conformi al quadro normativo vigente in materia di tutela dell’incolumità delle studentesse e degli studenti minori di 14 anni. La recente ordinanza della Cassazione ha sollevato un problema che era preesistente, che è molto delicato e non va sottovalutato in nessun aspetto. Se si vuole cambiare l’ordinamento serve un intervento in Parlamento. Saluto per questo con favore quanto dichiarato dalla deputata del Pd Simona Malpezzi che presenterà già la prossima settimana in Parlamento una proposta di legge. Occorre venire incontro alle esigenze delle famiglie, chiarendo anche il quadro delle responsabilità giuridiche e penali rispetto alla tutela dei minori dopo la fine delle lezioni.

Il Pd si farà carico di trovare il giusto equilibrio con una proposta in Parlamento. In questo senso posso rassicurare anche l’onorevole Brunetta: non c’è nessun caos, non c’è nessuna inadeguatezza, né del Governo né del Pd. Solo la consapevolezza che parliamo di un tema delicato e importante, che ha anche a che fare con la sicurezza e la tutela delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi. Un tema rispetto al quale è il Pd a proporre azioni concrete, non certo il centrodestra”, conclude la Ministra.

 "Il coinvolgimento di un minore in un incidente accaduto in strada non esclude la responsabilità della scuola" questo emerge dall'interpretazione della legge. Un "obbligo di vigilanza" che ricadrebbe in capo all'amministrazione scolastica. Una "responsabilità della scuola" basata secondo il Ministero "sul fatto stesso dell'affidamento del minore alla vigilanza della scuola". L’art. 591 del codice penale: "Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici.. e della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni" questo a causa di una presunzione assoluta di incapacità. Un fattore che renderebbe impossibile una delega sotto forma di liberatoria ad esempio.

Il Coordinamento Donne CGIL Toscana interviene nel dibattito: "Dalla Ministra Fedeli, giungono arguti suggerimenti: “per garantire la sicurezza dei vostri figli fino a 14 anni, andate a prenderli a scuola, mandateci i nonni, o comunque un adulto che se ne faccia carico”. A chi obietta come si possa così costruire un percorso di autonomia, si risponde: “lo facciano nel pomeriggio...”. Certo, diciamo noi, quando la scuola, i Presidi, i dirigenti Scolastici non ne avranno nessuna responsabilità, saranno fuori dalla loro giurisdizione, e, se saranno investiti o uccisi, sarà solo colpa vostra, cari genitori. Pazienza".

Alcune obiezioni. "Quali nonni? Quelli che lavorano e che ne avranno ancora per molto? Quelli ai quali già chiediamo di sostituirsi su tutto? Badanti, infermieri.. Quali adulti? Baby sitter a pagamento, ovviamente. E lo Stato? Delega ogni responsabilità, si sottrae al ruolo di tutela e garanzia dei suoi giovani, di costruzione di generazioni consapevoli, di bambine e bambini liberi, autonomi e indipendenti. E la scuola? Fatti i programmi didattici, concluso ogni ruolo.

La scuola non è una comunità che cura le menti, i comportamenti e costruisce cittadini del futuro con senso di responsabilità, fiducia nel prossimo, adattamento alla vita, con progetti educativi evoluti. Ecco, lo Stato abdica al ruolo che gli compete, apparentemente sembra preoccuparsi per la sicurezza dei nostri figli, ma, in realtà, obbliga per legge ad arrangiarsi. Questa è la verità.Siamo allibite che si ribalti un carico di ulteriore responsabilità che ricadrebbe tutto sulle donne.

Donne sempre più povere, più sole ed esposte ai ricatti e alle violenze. La cura dei nostri bambini e delle nostre bambine deve essere una responsabilità collettiva, un bene comune per il futuro del nostro Paese".

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