Scuola a Firenze: sgombero con la forza e diritto di occupare

Chi occupa non è un "ragazzo per bene"

Antonio
Antonio Lenoci
24 novembre 2015 13:01
Scuola a Firenze: sgombero con la forza e diritto di occupare

Nel 2015 il capoluogo toscano vive nuovamente l'acceso dibattito sulle occupazioni scolastiche. La vicenda del Liceo Artistico di Porta Romana, con studenti chiusi dentro e studenti chiusi fuori, ha tracciato il solco in cui, per alcuni giorni almeno, vedremo seminare alberi con radici diverse.Da una parte chi condanna l'occupazione "delinquenziale" e dall'altra chi parla di "appropriazione di spazi" necessari alla protesta studentesca.

Un tema vecchio, svolto numerose volte e riletto, corretto ed archiviato. Il diritto allo studio, al buono studio in strutture idonee ed attrezzate, può essere manifestato attraverso la protesta? Quali altri mezzi sono concessi o riconosciuti agli studenti per valutare insegnanti e strutture, esternare le proprie necessità e rivendicare i propri bisogni?"Un grazie al Questore che ha restituito il Diritto allo Studio ai ragazzi per bene" questo l'intervento del consigliere metropolitano Marco Semplici e del rappresentante del movimento giovanile di Fi Damiano Cesa Bianchi.

"Al Liceo Alberti, è tornata la legalità. La scuola è stata sgomberata. La nostra soddisfazione è piena anche in seguito al sopralluogo effettuato lo scorso sabato. In tale occasione infatti non sono state evidenziate motivazioni rilevanti per tali azioni ne, tanto più, ci è stato consentito l'ingresso per constatare lo stato della struttura che è e resta pubblica. Le nostre preoccupazioni sono state avvalorate dalla cronaca dato che il Liceo a tutt'oggi risulta non agibile per il "ripristino delle condizioni di igiene".

Una brutta pagina". "Non possiamo definirci soddisfatti delle dichiarazioni della preside dell'istituto che si è avventurata in dichiarazioni audaci. Una preside che prende le distanze dall'intervento delle forze dell'ordine e non dai delinquenti che hanno occupato la struttura è un pericoloso educatore e un cattivo dirigente pubblico. Avvieremo verifiche sulla gestione della situazione da parte della presidenza" concludono Semplici e Bianchi.Di altro tenore la nota diramata dal laboratorio politico perUnaltracittà  "Tempo di sacrosante mobilitazioni degli studenti, medi e universitari.

Contro la "buona" scuola di Renzi, contro la riduzione delle risorse per borse di studio e alloggi, mentre si aumentano ancora i fondi per la scuola privata. Le risposte che gli studenti che prendono iniziativa e parola si trovano davanti sono polizia, sgomberi, sanzioni, denunce. E' un clima intollerabile; a Firenze un liceo occupato da tre giorni è stato sgomberato con un blindato della celere fuori dal portone: si parla di 50 denunce. Ogni contestazione, ogni azione che nasce da un pensiero critico viene ormai trattata come esclusivo problema di ordine pubblico. Noi non ci stiamo, solidali con gli studenti in lotta, dell'ISA, dell'Alberti, contro il nuovo ISEE, solidali con chi non si rassegna alla barbarie sociale di questo, come di altri governi, e alza la voce, prende parola, si prende gli spazi per farlo".Secondo Riccardo Lazzerini (SEL) lo sgombero del liceo Alberti "Non è avulso dal contesto della pseudo riforma della scuola pubblica. Il suo status e il suo libero accesso è sotto assedio da un buon ventennio. Tutto ciò che non si capisce, oramai diventa un nemico.

Sembra questo il messaggio che arriva dallo sgombero forzoso del liceo Alberti. Sia chiaro, massimo rispetto per le forze dell'ordine che probabilmente avrebbero fatto a meno dell'azione comandata, ma ritenere le dinamiche scolastiche, gli scioperi ed infine l'occupazione di un edificio scolastico come operazioni avulse dal contesto di pseudo riforma verso la scuola pubblica, mi sembra francamente un errore di superficialità. C'è poi un'altra questione che definirei "discriminatoria", legata a pesi e misure diversi: c'è chi legittimamente protesta e viene accolto giustamente dal Sindaco Metropolitano e chi protesta e viene denunciato.

Fino a quando, si continuerà a vivere questi episodi come atti commessi da "delinquenti" (così come definiti da Semplici e Cesa Bianchi), non ci sarà soluzione al problema ma piuttosto inasprimento delle parti... forse è quello che vogliono i "denuncianti". Mi associo perciò alla Preside e mi affido ad un Paese che credo ancora democratico"

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