Sant'Orsola, il buco nero con San Lorenzo e Firenze intorno

La valorizzazione dell’ex Convento di Sant’Orsola resta un punto interrogativo per il capoluogo toscano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 febbraio 2017 16:48
Sant'Orsola, il buco nero con San Lorenzo e Firenze intorno

L'imminente stravolgimento della mobilità per Santa Maria Novella, presentato nelle scorse ore dall'assessore Stefano Giorgetti, vede al centro della nuova viabilità il complesso dell'ex Convento in area San Lorenzo, un recupero incompiuto che pesa ancora sul tessuto urbanistico del centro storico.

A nulla sembrano aver portato i tentativi della Provincia di Firenze di creare appeal nei confronti della struttura, compresa la fortunosa vicenda della ricerca dei resti mortali di Lisa Gherardini del Giocondo, conosciuta come Monna Lisa modella di Leonardo per il noto ritratto custodito al Louvre.

Nelle scorse settimane il primo cittadino della Città Metropolitana, Dario Nardella, plaudendo al recupero dell'ex Caserma Vittorio Veneto a Costa san giorgio ha parlato dei "buchi neri" di Firenze che attendono un interessamento da parte dei privati o di partnership pubblico-private che possano riattivarne le funzioni o darne loro di nuove.

I cittadini del rione incuriositi dal riaccendersi dell'attenzione sul complesso sostenute anche da un testimonial di eccezione nel panorama artistico internazionale come Andrea Bocelli, aspettano notizie sulle proposte, l'idea complessiva, i tempi ed eventuali impedimenti che ancora separano la struttura da una sua nuova vita.

Oggi sant'Orsola è un vuoto urbano in attesa di essere riempito.

“Vogliamo che Firenze sia una capitale europea all’avanguardia sui temi della rigenerazione dei ‘vuoti urbani’, per questo continuiamo a candidare il caso della riqualificazione di Sant’Orsola come possibile modello per le azioni strategiche del Comune e della Città Metropolitana di Firenze”, dichiara Emanuele Salerno, membro del gruppo di lavoro Santorsolaproject che da quattro anni, assieme a una rete di numerose associazioni e soggetti del territorio, propone iniziative per la valorizzazione degli spazi pubblici del rione San Lorenzo e per la riqualificazione dell’immobile pubblico ex Convento di Sant’Orsola al centro dell’area della città di Firenze riconosciuta come patrimonio mondiale e tutelata dall’Unesco.

Il gruppo di lavoro Santorsolaproject promuove da tempo l’idea che il recupero dell’ex convento divenga un progetto pilota che possa sperimentare e fondere i temi della rigenerazione urbana con quelli della partecipazione e del dialogo con gli abitanti della città, con tutti coloro che intendono salvaguardare l’identità dei beni comuni e garantire una strategia di recupero che individui usi e funzioni coerenti con le caratteristiche del tessuto urbano e sociale.

I cittadini che si battono da anni per la riqualificazione del rione e chiedono a Nardella di "attivare tutti i provvedimenti necessari per promuovere la trasparenza del processo e garantire l’interesse pubblico".

“Nemmeno la semplice richiesta che nel sito istituzionale della Città Metropolitana fosse presente, in primo piano, uno spazio di informazione costantemente aggiornata sul processo di recupero del Sant’Orsola, cioè su quello che rappresenta il più importante intervento strategico di rigenerazione di un complesso pubblico abbandonato da oltre trent’anni nel cuore del centro storico di Firenze, è stata a oggi recepita dall’amministrazione”, specifica Emanuele Salerno.

In particolare, il Santorsolaproject chiede a Nardella di "provvedere a far conoscere ai cittadini i termini entro i quali è stata prevista la pubblicazione dell’esito del procedimento di valutazione dell’unica offerta all’esame della commissione giudicatrice".

"Ad oggi, non si ha notizia pubblica delle attività della commissione giudicatrice, del numero di sedute sin qui avvenute e dei tempi che si è data l’amministrazione per completare l’esame dell’offerta pervenutale, e questo nonostante la commissione sia operativa da oltre 90 giorni, essendo stata nominata il 10 ottobre scorso”, spiega ancora Emanuele Salerno.

Le oltre 600 firme raccolte per l’attivazione di un “Laboratorio Sant’Orsola” testimoniano il desiderio dei fiorentini di partecipare al processo di rigenerazione della struttura pubblica e la legittima aspettativa che sia data concreta attuazione ai principi della Carta della Partecipazione sottoscritta dal Comune di Firenze.

“A Nardella chiediamo un incontro per affrontare insieme il tema del ‘modello Sant’Orsola’, cioè di un coordinamento di tutti gli attori sociali coinvolti dal processo di riqualificazione sostenuto da un’amministrazione che garantisca la partecipazione attiva dei cittadini nei processi di rigenerazione dei ‘vuoti urbani’ attraverso un costante dialogo con la comunità in merito alle fasi programmatiche, decisionali e di verifica a valle degli interventi di recupero, realizzando percorsi di consultazione dei cittadini al fine di individuare e includere i fabbisogni e le priorità dell’intera comunità nella fase progettuale e in quelle successive, così da promuovere lo sviluppo socio-economico locale, ma anche la massimizzazione del potenziale economico dell’intervento”, dichiara l’architetto Anna Grande, responsabile del progetto “Laboratorio Sant’Orsola” e promotrice del “cantiere aperto Sant’Orsola”.

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