​Sanità Toscana, sistema da riformare prima e dopo le elezioni

Molti propositi e poco tempo, l'accusa: "Ci sono le Elezioni regionali". Sabato 21 febbraio comitati in piazza

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 gennaio 2015 14:08
​Sanità Toscana, sistema da riformare prima e dopo le elezioni

Comunicazione da parte dell’assessore regionale al diritto alla salute Luigi Marroni che presenta la proposta di legge che va a riordinare il sistema sanitario toscano.Una proposta che racchiude cambiamenti richiesti a gran voce dalle opposizioni in questi anni di legislatura da parte della Giunta guidata da Enrico Rossi. Possibile che la riforma si renda necessaria e fattibile solo adesso, a scadenza del mandato? C'è chi attacca. Manifestazione a Firenze, sabato 21 febbraio, contro il ”Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale voluto da Rossi ma figlio delle politiche di austerità imposte dall'Unione Europea e condivise oltre che dalla Regione Toscana dal Governo Renzi" iniziativa promossa dal -CTDS- coordinamento toscano per il diritto alla salute.

"Questa legge di riforma del servizio sanitario regionale si incammina su un terreno nuovo, ed è quindi legittimo che susciti dubbi e timori. Noi siamo qui per raccogliere tutte le osservazioni e i commenti. Ma è un modo per reagire agli eventi che ci stanno incalzando, sia sul medio che sul lungo periodo" Luigi Marroni ha illustrato stamani alla IV Commissione Sanità del Consiglio Regionale la proposta di legge di riforma del servizio sanitario toscano approvata a fine dicembre dalla giunta. Illustrata nei dettagli la proposta di legge, che attraverso un percorso che durerà un anno, prevede la fusione delle attuali 12 Asl in 3 grandi aziende sanitarie, una per ciascuna Area vasta: Toscana Centro (Firenze, Prato, Pistoia, Empoli); Toscana Nord Ovest (Massa Carrara, Versilia, Lucca, Pisa, Livorno); Toscana Sud Est (Siena, Arezzo, Grosseto).

"Noi avremmo voluto integrare da subito anche le aziende ospedaliero-universitarie - ha precisato - ma questo obiettivo per ora resta sullo sfondo, ha bisogno di un dibattito e leggi nazionali". Le attuali 12 Asl verranno commissariate, con un commissario unico per ciascuna Area vasta, e per tutto il 2015 continueranno ad esistere. In ciascuna delle 12 Asl verrà nominato un vice-commissario, che per lo svolgimento delle sue funzioni si avvarrà di uno staff composto da professionisti del servizio sanitario regionale.

Dal 1° gennaio 2016 verranno istituite 3 aziende Usl, ciascuna con un direttore di Area vasta, dotate di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia imprenditoriale, organizzativa, amministrativa e contabile. "Un percorso complesso, che era già iniziato oltre un anno fa con il passaggio dai 3 Estav, gli Enti tecnico-amministrativi di Area vasta, all'Estar unico - ha commentato l'assessore Marroni - Un percorso che vorremmo fare con la più ampia base di partecipazione possibile, e quindi attrvaerso una concertazione con enti locali, Università, sindacati". Nell'illustrare la proposta di legge alla IV Commissione, l'assessore si è soffermato a lungo sull'attuale quadro complessivo della sanità toscana: "Da due anni abbiamo messo in atto una serie di riorganizzazioni, e fino ad oggi abbiamo messo in sicurezza la sanità toscana, ottenendo anche ottimi risultati, che ci hanno posto ai vertici delle classifiche nazionali: è il caso del Programma nazionale esiti e della Griglia Lea.

Ma lo scenario si evolve in continuazione".

Marroni ha messo l'accento su tre aspetti di questa evoluzione. "La prima è una considerazione di tipo organizzativo - ha detto - L'esperienza di questi ultimi anni ci dice che l'organizzazione dei servizi sanitari ha bisogno di una base più ampia di quella aziendale; per molte attività la dimensione aziendale si sta rivelando un limite. La dimensione ideale è quella di Area vasta". Secondo aspetto, lo scenario epidemiologico, che comporta costi sempre crescenti: "L'allungamento della vita e la continua evoluzione delle malattie croniche implicano costi sempre più alti.

Ci sono nuovi farmaci e nuove tecnologie che danno speranze sempre maggiori, ma che costano sempre di più. Un solo esempio: il nuovo farmaco per l'epatite C. Nel 2015, curare con questo farmaco una parte dei pazienti toscani costerà tra i 45 e i 55 milioni, che non sono previsti in nessun bilancio... Stesso discorso per i nu ovi farmaci oncologici o per quelli per la cura dell'Alzheimer". Terzo aspetto, la riduzione delle risorse: "Sono gli effetti del Patto di stabilità, che comporta una fortissima riduzione dei finanziamenti disponibili.

E la sanità rappresenta il 70-80% dei bilanci regionali. E' l'insieme di tutti questi fattori e di queste considerazioni - ha concluso l'assessore - che ci ha indotto a prendere in mano questa riforma, che era nell'aria da tempo".

Molti gli eventi in vista nei prossimi giorni per quanto riguarda l'innovazione nel Servizio sanitario toscano: per la Carta sanitaria elettronica, la Regione ha fatto un accordo con Federconsumatori, Adiconsum e Adoc per diffonderla e aiutare i cittadini a utilizzarla. L'assessore, assieme ai rappresentanti delle associazioni, illustrerà i contenuti di questo accordo nel corso di una conferenza stampa fissata per domani.

Il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai, ha detto stamani a Marroni «Questa legge su ciò che in giunta regionale chiamate rivoluzione del sistema sanitario toscano è in realtà una legge ‘a babbo morto’, che elenca obiettivi che sono i nostri di sempre e che ci avete contestato fino a poche settimane fa, ma che sui percorsi e sull’attuabilità rinvia tutto ad atti successivi. Non si capirebbe il perché di tanta fretta se non si guardasse il calendario: si avvicinano le elezioni.

Ecco il perché. Ma fa specie che il governo di un settore tanto delicato come il sistema salute sia piegato da un lato a logiche elettorali fini a se stesse, dall’altro alla voglia di uno solo di mantenere il controllo politico del settore a tutto scapito dell’assessore che verrà»: politicamente stamattina ha piazzato la stangata, il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (FI) intervenendo proprio in Commissione.

«Siamo a fine legislatura – ha attaccato Mugnai – abbiamo tempi ridicoli per valutare, soppesare e implementare o emendare una rimodulazione della governance sanitaria di questa portata. Certo, gli obiettivi li condivido perché quello della riduzione di apparati e burocrazie è stata la nostra principale indicazione in tutta la legislatura. Ma qui mancano tutti, tutti i percorsi. Si parla di una gran concertazione e partecipazione degli attori del sistema sanitario: ma quando mai, visto che dal primo marzo si avvia il primo step? A meno che non intendiate farla via Twitter, secondo le ultime mode.

Parlate del rafforzamento del ruolo dei sindaci: ma quale rafforzamento, in una conferenza dei sindaci che con l’Area vasta assumerà dimensioni numeriche proporzionate, indebolendo ovviamente la capacità relativa di incidere di ciascun sindaco. E la sanità territoriale? Nulla, non si declina nulla. Ancora una volta, si sa solo di poltrone: commissario, vicecommissari, entra quello, si azzera quell’altro».

«Se è vero come è vero che il risultato è figlio del percorso che si sceglie – conclude l’esponente di Forza Italia – io sono molto preoccupato. I percorsi si costruiscono, ed è compito della politica farlo. Questa partita riguarda tutti i toscani, non gli interessi politici di qualche singolo. Così, invece, si prendono in giro i cittadini»."Oggi in Commissione l'Assessore Marroni è venuto a presentarci un provvedimento di portata epocale che, per altro, vedrà la luce grazie al lavoro di un'altra Giunta e di un altro Consiglio", conclude Chincarini. "Pur convinta della bontà dell'impianto complessivo di questa riorganizzazione non posso che conservare tutti i dubbi che covo da tempo sulla sua tempestività e sulla sua reale efficacia nel contrastare i veri sprechi del nostro Sistema Sanitario Regionale". Lo dichiara, in una nota, la Consigliera Regionale Maria Luisa Chincarini (Gruppo Misto).

"Non si può più aspettare ad affettuare la riorganizzazione e la riefficientazione del sistema per mantenere i servizi a fronte dei pesanti tagli imposti dal Governo", continua Chincarini. "Però mi sembra che si arrivi un po' in ritardo".

"E' musica per le mie orecchie sentire che saranno riorganizzate le aziende, riducendole a tre - aggiunge Chincarini - ma mi domando se ci sarà davvero un sostanzioso risparmio. Per il 2015, infatti, si parla soltanto di circa tre milioni di euro di risparmio grazie alla Sostituzione dei Direttori Generali della Asl con dei Commissari e dei Vicecommissari per gestire la fase di transizione".

"Voglio però sottolineare rimango perplessa perché quando queste cose le ho chieste io - faccio l'esempio dell'abolizione delle Società della Salute o l'accorpamento della Asl di Viareggio a quella di Lucca - mi si è risposto che non si poteva stressare il sistema. Insomma, io credo invece che, se si fosse voluto, c’era modo di darsi da fare anche un po’ prima, perché già dalle Leggi di Stabilità Finanziaria varate dal Governo Monti era chiara la tendenza e l’intenzione di tagliare sui fondi concessi alle Regioni, ma prima non si è mai voluto impostare un piano di rientro e di tagli. Con un’impostazione di più ampio respiro, e non sul filo di lana della fine della consiliatura, si sarebbe potuto indirizzare il lavoro della Commissione sul Piano Socio Sanitario verso questa riorganizzazione. Nel Piano, infatti, si continua a parlare di Società della Salute e di dieci Aziende Sanitarie".

"La sanità regionale, oggi, vive un momento di profonda difficoltà a causa dei tagli del Governo. Per questo da anni mi batto affinché si riducano i costi inutili (quelli della burocrazia, per intenderci) per mantenere l'universalità del servizio sanitario e difenderne i servizi essenziali", conclude Chincarini. "Mi domando perché in questa proposta di legge non si pongano le basi per attaccare tutte le spese eccessive che non ci possiamo più permettere del nostro Sistema Sanitario Regionale. Penso all'eccessivo numero di Robot da Vinci, come ai due milioni di euro erogati ogni anno al Sant'Anna di Pisa, o agli affitti mostruosi di alcune partecipate, come l'Ipso che per esempio paga circa un milione all'anno per affittare una villa sulle colline di Careggi".

SABATO 21 FEBBRAIO - Manifestazione a Firenze contro il ”Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale” voluto da Rossi ma figlio delle politiche di austerità imposte dall'Unione Europea e condivise oltre che dalla Regione Toscana dal Governo Renzi.

1. Per il rilancio del Sistema Sanitario Nazionale Pubblico.2. Per lo sblocco del turn over, perché ad ogni lavoratore dev’essere garantito di operare in condizioni umane e dignitose.3. Contro le liste bloccate, per avere la prenotazione della prestazione in tempi certi.4. Contro il sistema dei Ticket, perché il Sistema sanitario deve essere assicurato dalla fiscalità generale proporzionata al reddito.5. Contro la disposizione “la prestazione si paga prima” perché non si può anteporre il profitto al diritto di salute.6. Contro il contributo di digitalizzazione, tassa obbligatoria anche per gli esenti ticket, che non fa altro che aumentare ingiustamente la compartecipazione alla spesa pubblica.7. Per la re-internalizzazione dei servizi.L'iniziativa è promossa dal -CTDS- COORDINAMENTO TOSCANO PER IL DIRITTO ALLA SALUTE

In evidenza