Sanità: tempi di attesa per la riforma e per le prestazioni

Pronto soccorso, liste d’attesa, case della salute, posti letto che spariscono nella riorganizzazione ospedaliera. Il Vicepresidente della Commissione Mugnai (FI): «La proposta di legge? Una macedonia pre-elettorale che smantella il sistema». Romanelli (Sel): "Esternalizzare il servizio non è l'unica strada percorribile. Che fine faranno i lavoratori in appalto dipendenti delle cooperative?". Rossi: "Pronti al dialogo, ma no ai ricatti". Approvazione in aula entro metà marzo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 marzo 2015 20:18
Sanità: tempi di attesa per la riforma e per le prestazioni

FIRENZE- Primo appuntamento, in commissione Sanità e politiche sociali, nei giorni scorsi, con l’esame delle proposte di legge sulla riforma del sistema sanitario nella nostra regione. Il percorso è già tracciato: la prossima tappa sarà giovedì 5 marzo, con la prima full immersion nei testi, in vista di una riforma che tenga conto di tutte le voci del mondo della sanità.

"Il mio obiettivo è salvare la sanità pubblica. Per farlo siamo tutti chiamati a compiere un duro sforzo, imposto dai pesanti tagli ai finanziamenti: per la Toscana si tratta di oltre 300 milioni in meno all'anno. Mi spiace, francamente, che questo nostro sforzo riformatore venga male interpretato. Basterebbe girare gli occhi intorno a ciò che accade nel mondo, in Italia ed anche in Toscana, per vedere che, non solo in sanità, molte sono le ristrutturazioni in corso a cui gli stessi sindacati partecipano attivamente e in maniera positiva".

Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, interviene così a proposito di alcune valutazioni espresse "Se vogliamo mantenere quantità e qualità dei servizi - prosegue -, davanti a noi c'è solo una strada percorribile: riorganizzare profondamente la nostra struttura sanitaria, attualmente troppo sbilanciata verso l'alto. Dobbiamo quindi procedere ad una seria riforma organizzativa a partire dall'accorpamento delle Asl. Al cui interno è del tutto ragionevole consentire a medici e infermieri di andare in pensione in base ai criteri in vigore prima della riforma Fornero.

E assumere un certo numero di operatori sanitari, giovani, che potranno dare un impulso nuovo ai servizi sul territorio". "Al riguardo - dice ancora Rossi - mi meraviglia molto il comportamento critico sia dei diversi primari che delle stesse Università. Posizioni anacronistiche che rischiano di produrre la distruzione della nostra sanità pubblica. Naturalmente questo processo non sarà calato dall'alto, ma preceduto e accompagnato da un confronto con lavoratori e le loro organizzazioni. Siamo interessati al dialogo - conclude -, ma assolutamente indisponibili ai ricatti e alle battaglie dal sapore corporativo"."Dai buchi e dai bilanci taroccati della Asl di Massa l'unico ad averci guadagnato è Enrico Rossi, che ha potuto fare campagna elettorale sbandierando efficienze e conti in ordine.

Ora che il processo sulla vicenda va avanti e i colpevoli non vengono identificati, non vorremmo che dietro il ricorso contro Delvino ci fosse la 'manina' del governatore, che continua ad usare soldi pubblici solo per fare il suo interesse, cioè cercare di dimostrare a tutti che i colpevoli della vicenda sono altri e non lui". Così il capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione e candidato a governatore Giovanni Donzelli, insieme alla consigliera Marina Staccioli, commenta la scelta della Asl di Massa di formulare ricorso contro l'assoluzione dell'ex dg Antonio Delvino. “Tutto ciò è moralmente offensivo per i toscani - aggiungono gli esponenti di Fratelli d'Italia - di qualcuno la responsabilità di quello che è successo, ripagato interamente con i soldi dei cittadini, dovrà pur essere.

Per adesso consideriamo offensivo per i toscani che a guidare la Regione ci sia colui che nella sanità, quella dei buchi di bilancio e dei bilanci taroccati, ha fatto il bello e il cattivo tempo"

"L’annunciato taglio agli apparati e alla burocrazia lo abbiamo accolto con entusiasmo, ma ci siamo immediatamente svegliati dal sogno quando abbiamo letto la proposta di legge sul riordino del sistema sanitario regionale e abbiamo preso nota delle dichiarazioni del presidente Rossi alla stampa in merito agli infermieri -afferma Rossella Bugiani, Segreteria Cisl Toscana- Ci chiediamo infatti come sia possibile pensare ad una riorganizzazione del nostro sistema sanitario regionale che accentua le incertezze già ormai evidenti di una situazione che ha nel territorio e nei servizi ai cittadini le sue lacune più pesanti. Non ci bastano gli annunci rassicuranti e i provvedimenti una tantum; siamo ancora ad aspettare che si mantenga fede agli impegni della precedente riorganizzazione: le case della salute nella maggior parte dei casi sono distretti a cui è stata cambiata l’insegna; non sono stati prolungati gli orari di apertura, non c’è accordo tra i medici di famiglia, nemmeno l’ombra dei team multi professionali.

Tutto ciò era stato promesso con l’obiettivo di accogliere i cittadini in difficoltà, evitando accessi impropri ai pronto soccorso. Passare un giorno al pronto soccorso è una delle esperienze da non augurare al peggior nemico. Pazienti in barella in attesa 12 ore di un letto in reparto, sofferenti e disorientati per le lunghe attese, infermieri sotto organico che corrono da un paziente all’altro, senza aver riposato tra i turni di servizio, medici che allargano le braccia sconsolati e che si definiscono disarmati di fronte ai molti problemi; i posti letto nei reparti sono stati tagliati, il personale è sotto organico: una bolgia! I posti letto promessi per le cure intermedie svaniscono nelle aziende sanitarie come neve al sole.

I pazienti con particolari patologie, che vengono dimessi velocemente dagli ospedali per liberare i letti, ma che ancora non dovrebbero essere rimandati al proprio domicilio, in molti casi rientrano nuovamente al pronto soccorso intasando ulteriormente il sistema. Le liste di attesa per gli esami diagnostici continuano ad allungarsi o addirittura a chiudersi alle richieste dei cittadini; per alcuni tipi di esami il 2016 è la data che viene proposta. La nuova proposta di legge non ci pare tenga nella debita considerazione questi problemi che vive il territorio; anzi, al di la dei buoni propositi, allontana dal territorio con i nuovi assetti organizzativi i percorsi gestionali e decisionali. Tutto questo non è ridurre la burocrazia e gli apparati; è smantellare un’articolazione dei servizi già sofferente e con molti problemi irrisolti. L’ipotesi poi di sostituire gli infermieri con altre figure, al di là della superficialità della dichiarazione, è basata esclusivamente su un mero calcolo ragionieristico e per noi è inaccettabile. Il protagonismo delle professioni sanitarie (infermieri, ostetriche, tecnici sanitari) ed anche degli operatori socio sanitari e degli amministrativi, deve essere al centro della riforma, nella valorizzazione delle professionalità e competenze di ciascuno e nell’interesse della collettività. La Cisl ha dimostrato da sempre di essere un interlocutore responsabile e autorevole e non ha interessi politici; il nostro unico interesse è che questa riforma, che negli intenti condividiamo, sia fatta bene e che non ci siano ricadute negative sui servizi ai cittadini e sul personale, che finora hanno portato anche troppa pazienza".

Approfondimenti

«L’analisi di Cisl Toscana sulla riforma del sistema sanitario regionale progettata da Rossi nella sua crudezza non fa una piega: la proposta di legge mantiene i problemi e smantella i servizi. Ce ne eravamo accorti anche noi, che volevamo la riduzione delle burocrazie e degli apparati, e ci siamo ritrovati per le mani il taglio dei posti letto ospedalieri e del personale sanitario, entro un’impalcatura che procede in direzione di una dequalificazione complessiva, come Rossi ha già candidamente detto di voler fare quanto agli infermieri, e del depotenziamento della sanità toscana»: a parlare in questi termini è il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (Forza Italia), le cui posizioni sulla proposta di legge della giunta sul riordino del sistema sanitario regionale sono particolarmente in sintonia con quelle espresse proprio poco fa dalla segreteria di Cisl Toscana. «Quando Rossi in televisione annunciò un poderoso taglio delle Asl e delle strutture d’apparato – ricorda Mugnai – per un attimo pensammo che ci sottraesse terreno di confronto politico, noi che storicamente ci siamo battuti e ci battiamo invocando la compressione radicale delle burocrazie.

Di quanto ci fossimo illusi è stato facile accorgersi appena ci è arrivata per le mani la proposta di legge, che sì prevede un risparmio di 240 milioni di euro, ma ottenuto come? Mica attraverso il taglio delle ridondanze burocratiche: quelle no, le posizioni apicali cambiano nome e via. Il 99% di quei risparmi verranno ottenuti tagliando ancora posti letto ospedalieri, che la giunta in questi anni aveva già provveduto a ridurre oltre le soglie previste dal decreto Balduzzi, depotenziando i servizi e sfoltendo o dequalificando le piante organiche». «Basti pensare – incalza il Vicepresidente della Commissione sanità – alla dichiarata intenzione di Rossi di sostituire gran parte degli infermieri con operatori socio sanitari, ovvero figure professionalmente differenti tra loro che operano normalmente in filiera con mansioni diverse.

E’ come scambiare arance con mandarini. E, nel caso specifico, i mandarini implicano un costo del lavoro inferiore. Ecco come è fatta questa riforma che ci si chiede di approvare come ultimo atto di legislatura: una macedonia da servire in campagna elettorale per dire che qualcosa si è fatto. Rimandando i tagli a dopo le elezioni. Si smantella il sistema di assistenza e cura ai cittadini. Non col nostro avallo. E, a quanto pare, neppure con quello dei lavoratori e professionisti del settore».La Cgil, insieme alla categoria del Pubblico Impiego e ai pensionati dello SPI, fin da subito ha detto che a fronte dei continui tagli ai fondi del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) una riorganizzazione ci stava, ma non a prescindere.

Se le ASL devono essere tre per evitare pericolosi accentramenti, bisogna rafforzare e strutturare l’attività sanitaria locale, lo prevede espressamente e prioritariamente del resto la Delibera di riferimento della Proposta di Legge, la 1235/2013. Un richiamo nella legge a quel provvedimento ci pare necessario perché non è vero che è stato già fatto tutto. Restano da potenziare le cure intermedie, le case della salute e da realizzare la piena integrazione socio-sanitaria.

Quando si tratta di risposte e servizi certi per i cittadini non si può utilizzare la politica del carciofo

"Sono sollevato nell'apprendere, dalla risposta della Giunta all'interrogazione da me presentata, che l'AOU di Careggi non ha mai avuto sospetti riguardo ai propri dipendenti per la sottrazione di derrate alimentari e che questo sia stato chiarito a mezzo stampa. Sono meno soddisfatto invece della decisione dell'Azienda di esternalizzare il servizio di ristorazione e che questa continui ad essere considerata l'unica e necessaria via da percorrere, nonostante ad oggi la riorganizzazione sia sospesa a causa delle pendenze legali in corso" - dichiara Mauro Romanelli, Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia Libertà. "Secondo noi le cose non stanno così.

Vicende anche recenti dimostrano che se c'è la volontà politica questi servizi possono restarein house, mantenendo e garantendo standard qualitativi molto alti. E' vero che l'Azienda si impegna a ricollocare tutti i dipendenti del servizio ristorazione in altre funzioni, ma rimane il problema dei lavoratori in appalto (circa 30) dipendenti delle cooperative che lavorano all’interno delle cucine, per i quali nella risposta dell'Assessore pare al momento non vi sia alcuna ipotesi di ricollocazione.

Che fine faranno questi lavoratori?" - conclude Romanelli.Spiega il sindaco di Livorno Nogarin: “La riforma del Servizio Sanitario Regionale, con la riduzione a tre ASL territoriali, è una operazione che aggraverà la situazione della nostra Provincia e della città di Livorno.Tale atto costituisce una vera ristrutturazione che comporterà una ulteriore riduzione dei servizi e suscettibile di diminuzione dei posti letto già oggi al 2,19 per mille contro le indicazioni regionali del 3.15. L'unico risparmio previsto è quello della diminuzione della spesa del personale.

Nella fase attuale è necessario, all'interno di una relazione tra i Presidi Ospedalieri ognuno con una propria vocazione, fornire all'Ospedale di Livorno il ruolo centrale che gli compete di riferimento nella rete aziendale. Per questo occorre che la Regione Toscana proceda a fornire i finanziamenti necessari per l'adeguamento strutturale dell'attuale Presidio di viale Alfieri. Nell'immediato la Direzione Aziendale ASL 6 deve intervenire sulle maggiori criticità ormai da tempo rilevate che creano disagi ai cittadini e riducono i diritti degli operatori.

Le parti concordano sulla esigenza primaria di porre rimedio alle situazioni ormai insopportabili che a titolo esemplificativo vengono identificate con le disfunzioni croniche al Pronto Soccorso, gli interminabili tempi di attesa per le prestazioni di diagnostica/visite, gli accorpamenti indiscriminati di Unità Operative prova evidente del fallimento del modello per intensità di cure, le file e la disorganizzazione dei CUP Aziendali. In tale contesto deve essere collocata la inderogabile esigenza di modificare il modello organizzativo con investimenti nelle attività territoriali e l'attivazione delle strutture che vedano coinvolti i medici di base (es.

AFT, Case di Salute ecc.). La ASL6 perde ogni anno oltre 90 milioni di euro per compensazioni negative, cifre pagate ad Aziende sanitarie regionali ed extra regionali per prestazioni fornite ai cittadini. E’ necessario invertire questa tendenza anche attraverso una politica di assunzioni mirate al conseguimento di precisi obiettivi aumentando la quantità e la qualità dei servizi erogati. La riduzione di oltre 8 milioni di euro in due anni della spesa per il personale da parte della Direzione della ASL 6 ha concorso nel determinare la diminuzione dei livelli assistenziali, turni di lavoro inaccettabili ed una palese violazione dei diritti contrattuali”.

“Le parole dell’assessore regionale alla Sanità Marroni in risposta all’interrogazione discussa in Consiglio regionale confermano gli impegni di Asl e Regione in merito agli interventi di adeguamento statico di parti strutturali dell’ospedale, come concordato anche in incontri svoltosi nel nostro territorio. E auspichiamo che possano partire al più presto”. E’ quanto sottolineano i presidenti dell’Unione montana dei Comuni e la Società della Salute Mugello, Federico Ignesti e Roberto Izzo.

Che aggiungono: “Le parole dell’assessore riconfermano anche che la Regioneconsidera strategico il presidio mugellano, con la volontà di investirci. Sulle scelte di prospettiva, il territorio del Mugello - affermano - propende per un nuovo ospedale costruito con criteri più moderni e innovativi, più funzionale nell’ambito del sistema sanitario fiorentino e toscano. Lo abbiamo evidenziato in incontri istituzionali e pubblici con Regione e Asl, e peraltro - concludono - in questa direzione va una mozione approvata a ottobre scorso all’unanimità dal Consiglio regionale”."Stiamo lavorando per garantire un futuro all'ospedale di Borgo San Lorenzo e tutto procede secondo i piani.

Le risorse necessarie per i lavori di consolidamento e per lo studio di fattibilità sono nel bilancio di previsione 2015. L'obiettivo è quello di riuscire entro la fine dell'anno a dare inizio ai lavori di consolidamento". Questa la secca risposta data ieri dall’assessore regionale al diritto alla salute, Luigi Marroni, dopo le polemiche sulla mancanza effettiva di coperture per effettuare i lavori di consolidamento della struttura.

L'assessore ha poi confermato quanto più volte sottolineato, cioè che la Regione considera strategico l'ospedale di Borgo San Lorenzo. Oggi anche l’Amministrazione Comunale di Borgo San Lorenzo interviene con fermezza sulla vicenda e lo fa con le parole del sindaco, Paolo Omoboni, e dell’assessore ai servizi alla persona, Ilaria Bonanni. “Noi siamo in prima linea per la difesa del nostro Ospedale, spiega il sindaco di Borgo San Lorenzo, Paolo Omoboni. In un impegno condiviso con Unione dei Comuni, Società della Salute, singoli Comuni del comprensorio, Comitato e che ha trovato anche la fattiva collaborazione di alcuni consiglieri regionali.

Abbiamo ottenuto garanzie per l’immediato ed il nostro scopo, per il quale va avanti una battaglia che cerca di coinvolgere tutti, per il bene dei cittadini, è ottenerne anche per gli anni futuri. Ed in tal senso le dichiarazioni dell’assessore Marroni sono già un primo importante passo”. “Vedo con stupore che si continua ad usare l'Ospedale di Borgo San Lorenzo come strumento di lotta politica e non come presidio essenziale per l'assistenza dei nostri cittadini, afferma l’assessore ai servizi alla persona del Comune di Borgo San Lorenzo, Ilaria Bonanni. L'Amministrazione Comunale lavora quotidianamente per lo sviluppo del nostro ospedale e non solo per la sua difesa.

Si tratta di una attenzione costante e tenace che viene ostacolata da notizie tendenziose capaci solo di generare confusione e paura nella nostra comunità. Al nostro Ospedale ci pensiamo quotidianamente, convinti che il raggiungimento dei nostri obbiettivi non passa dagli strilli sui giornali ma dal tenace lavoro”.

L'impegno era contenuto nel Piano Sanitario e Sociale Integrato 2012-2015 della Regione Toscana. Ma ora dalle parole si è passati ai fatti. L'Inail tornerà a investire a Volterra e la sua presenza sarà parte integrante del sistema sanitario-riabilitativo locale e regionale. Un risultato che è stato possibile grazie a un grande lavoro di collaborazione tra il Partito Democratico di Volterra e quello regionale che è poi stato in grado di coinvolgere anche il governo nella persona del sottosegretario alla salute Vito De Filippo. "Voglio ringraziare il sottosegretario per essersi preso a cuore questo impegno - afferma il responsabile organizzazione del Pd Toscana Antonio Mazzeo - e finalmente possiamo dare al territorio la risposta che attendeva da tempo". "Il lavoro di squadra portato avanti in questi mesi su sollecitazioni di Mazzeo e del Pd della Toscana è stato decisivo – dichiara dal canto suo il sottosegretario Vito De Filippo -.

E alla fine possiamo dire di aver ottenuto un risultato importante ed essere risusciti a preservare una struttura di eccellenza come il centro riabilitativo Inail di Volterra". In estate pareva infatti imminente un accordo tra Regione ed Inail per la creazione a Firenze di un nuovo centro clinico per la riabilitazione dei pazienti mielolesi, con conseguente depotenziamento o addirittura chiusura del centro di Volterra. Una ipotesi che il Pd di Volterra ha da subito rigettato con forza trovando l'appoggio del livello regionale prima e del governo poi. "Alla luce di queste novità - ha concluso Mazzeo - si aprono nuove ed importanti prospettive di sviluppo per il complesso riabilitativo multispecialistico di Volterra.

Grazie alla permanenza di Inail la struttura potrà vedere ora aumentata la propria competitività, sia nell’offerta di prestazioni riabilitative di alto livello sia nel settore della ricerca applicata alla riabilitazione. Il mio impegno, adesso, sarà quello di tornare quanto prima a Volterra insieme al sottosegretario De Filippo per verificare insieme che questa strada prosegua spedita e senza intoppi".«Chiedo al Presidente Rossi se ha avallato o contrastato le scelte legate al nuovo decreto Lorenzin sulla riorganizzazione ospedaliera in Conferenza Stato - Regioni e come intende porre rimedio, per quanto riguarda il mantenimento degli Ospedali nelle aree disagiate e montane, lontane dai grandi centri».

Così il sindaco di Volterra Marco Buselli rivolgendosi al Governatore della Toscana. «C’è grande preoccupazione intorno al nuovo decreto – spiega il primo cittadino – che starebbe per essere approvato. Personalmente condivido tutte le preoccupazioni espresse dalla Cgil sull'Ospedale e sugli organici. Il Direttore Generale ha parlato di voler potenziare la chirurgia ambulatoriale e l'endoscopia. Scopo nobile, ma non può andare a danno del day hospital chirurgico, su cui lui stesso ha dato rassicurazioni che non chiuderà.

Rassicurazione fatte anche in presenza dei sindacati».

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