Sanità e Salute nel 2017: i toscani stanno bene

Tempi di attesa per le visite ambulatoriali: le nuove linee di indirizzo. Consiglio dei cittadini per la salute: domani l'insediamento ufficiale. Vertici Asl: non ci saranno più i direttori per la programmazione di area vasta, in commissione via libera a nuove norme. Marcheschi (FdI): «Inizia il post-Saccardi, il Pd taglia le liste d’attesa…delle 'poltrone'»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 luglio 2018 23:40
Sanità e Salute nel 2017: i toscani stanno bene

FIRENZE- Una popolazione sempre più anziana, che negli ultimi vent'anni è cresciuta solo grazie agli stranieri; con stili di vita sempre più sani, ottimi servizi educativi per l'infanzia, il mercato del lavoro in miglioramento, mortalità in diminuzione, aumento dei malati cronici, costante incremento della violenza di genere, aumento di donazioni e trapianti d'organo. E' la fotografia dei toscani, così come emerge dal Rapporto 2017 su "Welfare e Salute in Toscana", presentato stamani dall'assessore al diritto alla salute, welfare e integrazione socio-sanitaria Stefania Saccardi, nel corso di una mattinata di lavori che si è tenuta a Firenze, al Teatro della Compagnia. Il volume e' frutto di un'esperienza unica in Italia in quanto integra, per la prima volta, tre distinti prodotti realizzati da soggetti diversi: la relazione sanitaria, il profilo sociale, la valutazione del sistema sanitario toscano, curati rispettivamente da Agenzia Regionale di Sanità, Regione Toscana attraverso l'Osservatorio Sociale, e Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.

"Il nostro sistema sanitario è un sistema che funziona, nonostante tutte le difficoltà di una riforma importante come quella che abbiamo fatto - dice l'assessore Saccardi - Sono i dati a parlare. I dati che emergono dal Rapporto, tutti gli indicatori considerati per la sua realizzazione, parlano di una sanità che funziona bene. I toscani vivono più a lungo, hanno abitudini e stili di vita più sani, maggiori chance di sopravvivenza grazie agli screening; si salvano più vite rispetto al passato, sono cresciute le vaccinazioni; disagio giovanile e dispersione scolastica sono in miglioramento; e calano anche i dati sulla povertà. Certo, ci sono ancora punti deboli su cui si sta lavorando e ottenendo miglioramenti, ma il nostro sistema è in buona salute".

Come stanno i toscani nel 2017?

Sembra che godano di buona salute a giudicare dalla durata della vita, che assicura a un neonato di oggi di arrivare a più di 85 anni se femmina e a 81 se maschio, circa 6 mesi di più della media italiana, che è tra le più alte del mondo. Chi nasce e vive in Toscana ha abitudini in linea di massima migliori degli italiani. Si beve meno alcol rispetto al passato, ancora un po' di più della media italiana, ma con meno eccessi (meno ubriacature). Si mangia un po' meglio e si fa più attività fisica e sportiva (la praticano 2/3 dei toscani da 3 anni in su), con effetti positivi sul peso: la temuta "epidemia" di obesità, che colpisce molte regioni del sud Italia, in Toscana fortunatamente non c'è.

Diminuiscono i fumatori e cominciano gli effetti positivi sulla mortalità legata al fumo: meno malattie respiratorie e meno tumore del polmone quindi. Continua a diminuire la mortalità generale, grazie ai continui progressi in prevenzione e cura di tumori e malattie cardiocircolatorie, patologie che da sole costituiscono i 2/3 dei decessi. I programmi di prevenzione primaria (stili di vita) e secondaria (screening) prevengono la malattia o ne anticipano la diagnosi, dando più chance di sopravvivenza e aumentando l'aspettativa di vita di un toscano che scopre di essere malato.

La mortalità infantile, indicatore internazionale dei sistemi sanitari, è ormai a valori molto bassi, così come si riducono la mortalità prematura (la morte che colpisce prima dei 65 anni) e la mortalità evitabile con interventi di prevenzione e cure tempestive assicurate dal sistema sanitario toscano. La tempestività con la quale il sistema reagisce alle emergenze, quando il tempo conta (ictus o infarto), permette di salvare più vite rispetto al passato. L'introduzione della legge sull'obbligo vaccinale, ha fatto sì che tutti i livelli di adesione a 24 mesi di vita aumentino in Toscana, riportando la regione sulla soglia di eccellenza della copertura vaccinale in Italia ed in particolare la campagna vaccinale per il Meningococco C, a seguito del grande incremento di casi avvenuto nella nostra regione nel 2015 e nel 2016, ha inciso in maniera davvero positiva, riducendo i casi di malattia e riportandoli sui valori attesi prima dell'incremento.

La Toscana è ormai dal 2012 stabilmente ai vertici della classifica delle regioni dei Livelli Essenziali di Assistenza, ovvero quelle prestazioni e servizi che il Servizio sanitario è tenuto a fornire a tutti i cittadini, confermando la propria capacità di attrarre pazienti da altre regioni. Continua la diminuzione dei ricoveri, grazie al lavoro fatto per ridurre quelli inappropriati, per patologie risolvibili a livello ambulatoriale o in regime breve di Day Hospital. Questo in un periodo di profondo rinnovamento del sistema regionale, che ha visto la riforma delle Aziende sanitarie, delle Zone Distretto e del servizio di 118.

Pur partendo da una situazione molto positiva i risultati continuano a migliorare: più della metà degli indicatori di performance del sistema sanitario infatti ha registrato in questo ultimo anno miglioramenti, raggiunti anche grazie alla maggior capacità di garantire omogeneità sul territorio toscano in termini di qualità e appropriatezza dei servizi erogati. Alcune difficoltà permangono nell'accesso alle prestazioni diagnostiche e ad alcuni interventi chirurgici, materia sulla quale si è intervenuti recentemente con una delibera regionale per porre in atto misure di riduzione dei tempi di attesa; altre delibere seguiranno, sempre nella stessa direzione.

Alcuni risultati del welfare toscano

I Comuni toscani spendono per interventi e servizi sociali oltre 476 milioni di euro (2015), da cui deriva una spesa pro-capite di 127 € (la media nazionale è di 114 €). C'è un impegno importante nei confronti delle giovani generazioni che vivono situazioni di disagio, in quanto i servizi sociali in Toscana seguono direttamente quasi 4.000 bambini e ragazzi con attività socio educative presenti in tutte le Zone socio sanitarie. Inoltre gli indicatori relativi al disagio ed alla dispersione scolastica sono in miglioramento, quindi aumenta il tempo di permanenza dei ragazzi nei circuiti scolastici e formativi.

Esiste e si consolida un Terzo settore forte e disseminato sul territorio con una dotazione di capitale sociale e una spiccata propensione all'associazionismo. In Toscana ci sono oltre 26.500 organizzazioni non profit che coinvolgono oltre 51 5.000 persone attive (di cui il 91% volontari e il 9% addetti). La cooperazione sociale è una realtà consolidata ed è risorsa essenziale per il welfare locale. Il fenomeno della disoccupazione è fortemente al di sotto del dato italiano. Diminuisce lo svantaggio per la componente femminile e diminuiscono i giovani not in education, employment or training.

Migliorano nel contempo i dati sulla povertà che riguardano 59.000 famiglie in povertà relativa (3,6%, dato in diminuzione e molto inferiore al 10,6% medio nazionale) e 53.000 famiglie in povertà assoluta (3,2% contro una media italiana del 6,1%). Sono in aumento le disponibilità reddituali dei toscani che mantengono un trend positivo e collocano la regione al di sopra del dato medio italiano.

Uno sguardo sul contesto socio demografico

I toscani al 1.1.2018 sono circa 3.737.000 residenti: la popolazione, cresciuta negli ultimi venti anni grazie agli stranieri (che sono l'11% della popolazione), diminuisce per il terzo anno di seguito. Prosegue un costante invecchiamento della popolazione: gli anziani sono vicini al milione, 1/4 dei toscani è over 64 e ci sono due anziani ogni giovane 0-14 anni. Le famiglie in Toscana sono 1.650.000 e sono in trasformazione. Si assottigliano le reti familiari (2,25 componenti medi per famiglia, media Italia 2,31) e aumenta l'instabilità matrimoniale (13.700 separazioni e divorzi nel 2016, 3,4 ogni 1000 residenti).

Il reparto pediatrico dell’Ospedale Santa Maria Annunziata ha aperto le porte a Serena, basset hound che, due volte al mese, va a trovare i bambini ricoverati e, in particolare, coloro che sono stati sottoposti agli interventi di tonsillectomia e adenoidectomia. Serena li accompagna in sala operatoria e soprattutto li aspetta al loro ritorno o al loro risveglio; i bambini hanno così la possibilità di distrarsi e passare le ore in attesa o dopo l’intervento, in compagnia di questo simpatico cane, all'interno del progetto della Pet Therapy. Chi porta Serena a spasso per il reparto è Benedetta Fragorzi, coadiutore in IAA che appartiene all'Associazione “Il Poderaccio-Accademia Cinofila Fiorentina ASD”, il cui referente è la dottoressa Giovanna Carlini. Il progetto è finanziato dall'Associazione ONLUS “Vorrei prendere il treno” fondata da Iacopo Melio, mediante una raccolta di fondi.

I bambini ospedalizzati-spiega Marco Pezzati, direttore dell’area pediatrica aziendale- hanno accolto molto bene questa iniziativa, che li aiuta a vivere al meglio un momento difficile e a dimenticare il disagio del post intervento e superare così la paura della stanza d'ospedale. I genitori hanno particolarmente apprezzato l’iniziativa perché ha contribuito a rendere più piacevole il ricovero ospedaliero dei loro bambini”. Anche il personale medico e infermieristico è molto soddisfatto dell'iniziativa che considera un valido supporto nella gestione dei piccoli pazienti e si augura che Serena e gli operatori dell’Associazione possano nel prossimo futuro aumentare i giorni di frequenza nel reparto di Pediatria. “Auspico – ha detto Pezzati - che iniziative del genere si possano replicare anche negli altri reparti pediatrici della nostra Azienda; è ormai dimostrato che nel percorso di cura anche dei piccoli pazienti la vicinanza degli animali da compagnia rappresenta un eccezionale sostegno”.

La radiologia livornese, con ben quattro lavori da presentare, sarà protagonista al prossimo congresso nazionale della società italiana di radiologia medica e interventistica che si terrà a Genova a novembre. Due lavori che ripercorrono storie a lieto fine, di casi molto particolari, sono stati presentati e accettati, da parte di Maria Carmine Gallo dirigente medico di radiodiagnostica e Riccardo Bientinesi, dirigente medico responsabile del Deu radiologico, entrambi della UO Radiodiagnostica diretta da Michele Malventi.

Il primo riguarda un livornese di 45 anni che con sintomi apparenti di infarto presentava, invece, la rottura di un aneurisma del tronco celiaco, un'evenienza estremamente rara e che solo grazie alla veloce diagnosi effettuata da una Tac con mezzo di contrasto è stata rapidamente individuata consentendo un immediato trattamento che ha salvato di fatto l’uomo da una patologia con elevato potenziale di mortalità. Nell’altro caso, invece, una Tac eseguita in urgenza ha permesso di individuare la causa di un priapismo post-traumatico che aveva colpito un giovane uomo e di trattarlo con embolizzazione, senza quindi intervento chirurgico, risolvendo un problema che poteva portare all’impotenza.

A questi casi se ne sono aggiunti poi altri due presentati da Rudi Bachini e Chiara Franchini anche loro in forza al reparto di radiologia livornese, inerenti il servizio di risonanza magnetica collegata all'apparato digerente. “Una presenza così massiccia di studi livornesi ad un appuntamento di livello nazionale – ammette il primario Michele Malventi – non può che riempirci di orgoglio.

I numeri assicurati dal nostro reparto sono di tutto rispetto con circa 100 mila radiografie all’anno, 20 mila ecografie, 12 mila Tac e 5 mila risonanze magnetiche. Ma riconoscimenti come quello di Genova, oltre ad essere il risultato di una proficua sinergia fra le forze a disposizione, confermano uno standard assoluto di servizi offerti alla cittadinanza che riesce a coniugare alla quantità anche la qualità delle prestazioni”.

Si insedia ufficialmente domani il Consiglio dei cittadini per la salute, organismo che fa parte degli strumenti di partecipazione previsti dalla legge 75/2017, per consentire una maggiore e più attiva partecipazione degli utenti alla pianificazione, programmazione e al buon funzionamento dei servizi sanitari.

Via libera della commissione Sanità presieduta da Stefano Scaramelli (Pd) alla proposta di legge sulle procedure di nomina delle figure apicali delle aziende sanitarie e in materia di organismi sanitari regionali. Il provvedimento introduce modifiche alla legge regionale 40 del 2005 e adegua le procedure di nomina alle modifiche introdotte a livello nazionale con l’approvazione del decreto legislativo 171 del 4 agosto 2016. L’intervento più significativo riguarda l’eliminazione della figura del direttore per la programmazione dell’area vasta. La pdl, che passa ora all’esame dell’aula, è stata approvata con sei voti a favore (Pd, Art.1-Mdp) e 4 voti di astensione (Lega, M5s, Sì-Toscana a sinistra, Gruppo misto Tpt).

In apertura dei lavori, il portavoce dell’opposizione Jacopo Alberti (Lega) ha letto una lettera, che ha ottenuto la condivisione di tutti i consiglieri di opposizione, con la quale è stato chiesto al presidente il rinvio della seduta e lo scorporo degli emendamenti presentati dalla maggioranza. “Non abbiamo avuto il tempo di esaminarli in modo approfondito, le modifiche proposte vanno a incidere sull’impianto complessivo del sistema sanitario regionale e dunque meritano di essere esaminate a parte.

La pdl in esame dovrebbe limitarsi al semplice adeguamento alla normativa nazionale”, ha scritto Alberti. Il presidente ha ritenuto di non accogliere la richiesta delle opposizioni: “La commissione è nelle condizioni di procedere al voto, per l’esame degli emendamenti è già stata concessa una settimana dal loro deposito, quattro sedute specifiche e tre mesi dalla illustrazione della pdl”. Scaramelli ha considerato ammissibili anche ventinove emendamenti presentati da Paolo Marcheschi (Fratelli d’Italia) nonostante, ha rilevato il presidente, evidenziassero una contraddizione con la pdl in oggetto.

Tutti approvati i diciannove emendamenti della maggioranza, primo firmatario lo stesso Scaramelli. L’emendamento che introduce nel testo di legge l’eliminazione della figure dei direttori di programmazione di area vasta, ai quali non sarà rinnovato l’incarico al termine del mandato, è stato approvato con voto unanime. “Siamo stati contrari fin dall’inizio all’introduzione della figura dei direttori di area vasta – ha dichiarato Andrea Quartini (M5s), nell’annunciare il voto favorevole a questo emendamento – Sarebbe tuttavia stato più corretto e coerente per la commissione fare un bilancio dell’attività di questi direttori e chiamarli in audizione”. Respinti tutti quelli di Fratelli d’Italia.

Approvato con voto unanime anche un ulteriore emendamento a firma di Enrico Sostegni (Pd), con il quale viene ripristinato il confronto con la conferenza zonale dei sindaci al momento della nomina di un direttore.

Con il provvedimento licenziato questa mattina, giovedì 5 luglio, dalla commissione, si modifica inoltre la composizione delle commissioni di gara dell’Estar e viene reintrodotto il parere dei sindaci per la nomina dei direttori generali. La procedura di nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie (da parte del presidente della Regione) e dei direttori sanitari, amministrativi e dei servizi sociali (da parte dei direttori generali) sarà ispirata a criteri di trasparenza per far accedere le migliori professionalità attraverso una selezione.

La direzione generale sarà coadiuvata da un comitato tecnico e un nucleo tecnico di supporto che si occuperà della gestione della programmazione. I comitati tecnici saranno tre, uno per ciascuna area vasta e saranno composti dai direttori generali delle aziende sanitarie e dal direttore generale dell’Estar. Il nucleo tecnico di supporto sarà composto da personale anche di qualifica dirigenziale, interno alla direzione regionale competente o alle aziende. Il personale del nucleo è assunto senza aggravio di costi, con personale già interno alla direzione o a enti e aziende del servizio sanitario regionale.

“Procederemo a un’effettiva integrazione delle funzioni – osserva Scaramelli – la formazione del coordinamento del dipartimento di area vasta nasce attraverso una collaborazione che sarà anche maggiore rispetto al passato. I professionisti del territorio saranno coinvolti secondo criteri di proporzionalità tra Asl, aziende ospedaliere e componente universitaria. I capi dipartimento territoriali e ospedalieri si coordineranno con gli universitari e ci sarà vera integrazione nelle aree vaste”.

«La Toscana bocciata ancora una volta sulla trasparenza dei dati sui tempi d’attesa per visite ed esami medici in Italia secondo un monitoraggio indipendente, una mancanza inaccettabile anche in virtù del decreto del 2013 che ne prevede l’obbligo. Una trasparenza che sembra mancare anche sulle operazioni di adeguamento alla norma nazionale relativa alle figure apicali a cui la maggioranza PD, con un vero e proprio blitz di dubbia legittimità, ha collegato l’abolizione dei direttori di programmazione di area vasta, ricollocando prontamente quelli a loro più vicini» ad affermarlo è il presidente del gruppo consiliare regionale di Fratelli d’Italia, Paolo Marcheschi. «Fratelli d’Italia ha criticato fin dal principio l’introduzione di queste figure e siamo contenti che dopo tre anni anche la maggioranza in Regione si sia resa conto della loro inutilità – prosegue il consigliere – ma questo colpo di mano fatto senza nemmeno un approfondimento sui costi e sui motivi del non funzionamento di queste figure non può passare inosservato, avremmo preferito una discussione dedicata e un’attenzione eguale su temi più concreti come la riduzione delle liste d’attesa.

Evidentemente i pazienti possono aspettare, i politici no». «Nel domino degli incarichi a uscirne favorita è la dott.ssa Calamai, indicata dalla stampa come possibile nuovo assessore alla Sanità - conclude Marcheschi - Una forzatura, quella portata avanti dal Pd, che per noi si può leggere in un solo modo: affidare da subito e con urgenza i pieni poteri ad una persona sola che evidentemente non è l’Assessore Saccardi, e preparare il campo per la sua sostituzione».

Foto gallery
In evidenza