Sanità: acqua potabile accessibile e gratuita negli ospedali

All’unanimità il Consiglio regionale approva una mozione, su iniziativa del gruppo M5S. Visite specialistiche e prestazioni diagnostiche gratuite per contrastare la povertà sanitaria in Chianti. Pazienti in coma: la Regione completa l'organizzazione dell'assistenza

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 aprile 2018 22:11
Sanità: acqua potabile accessibile e gratuita negli ospedali

Firenze– All’unanimità il Consiglio regionale ha impegnato la Giunta, con il coinvolgimento di tutte le istituzioni pubbliche, a promuovere l’uso dell’acqua potabile di rubinetto, a partire dalle strutture sanitarie, garantendone una distribuzione adeguata ed accessibile. La mozione del gruppo consiliare M5S, poi emendata nel corso del dibattito, è stata illustrata da Giacomo Giannarelli. “In un’ottica di economia circolare– ha affermato –Vogliamo ridurre al minimo la produzione di rifiuti e permettere la disponibilità di acqua in modo gratuito”. Tommaso Fattori (Si Toscana) ha sottolineato la necessità di una adeguata manutenzione dei fontanelli, mentre Monica Pecori (gruppo Misto Toscana per tutti) si è dichiarata favorevole, con qualche dubbio sui controlli, soprattutto se in presenza di autoclavi. Marco Casucci (Lega Nord) ha annunciato il voto favorevole su una “mozione di assoluto buonsenso”. Enrico Sostegni e Nicola Ciolini (Pd) hanno ricordato il lungo impegno della Regione per la diffusione dell’uso dell’acqua potabile, mentre Serena Spinelli (Articolo 1) ha sottolineato la necessità di controlli specifici nelle strutture sanitarie ed ha segnalato la presenza di tubature in rame nella nostra rete distributiva.

“Vogliamo garantire la distribuzione e l’accessibilità dell’acqua potabile – ha sintetizzato Andrea Quartini (M5S) a conclusione del dibattito – a partire da quelle situazioni in cui il problema è più sentito, come le strutture sanitarie”.

Curarsi è un diritto di tutti, e non solo delle famiglie benestanti. E’ il principio da cui prende le mosse il complesso di azioni, gestite in rete dall’Unione comunale del Chianti fiorentino, in collaborazione con le realtà associative del territorio, nel campo dei servizi socio-sanitari. Il pagamento del ticket sulle prestazioni sanitarie e diagnostiche è la richiesta che ricorre maggiormente tra quelle che le famiglie più indigenti rivolgono agli assistenti sociali dell’Unione.

Un’esigenza diffusa, emersa dall’attenta analisi delle criticità della fascia debole della popolazione, che insieme al numero in graduale aumento delle famiglie bisognose di essere supportate sul fronte sanitario, motiva la scelta dell’Unione di impegnarsi con tutti gli strumenti e le risorse a disposizione per arginare il fenomeno della povertà sanitaria. È pronta per essere rinnovata la convenzione che pone al centro i bisogni del territorio e la necessità di realizzare un’azione di rete volta a contrastare la povertà sanitaria.

L’Unione comunale del Chianti Fiorentino e l’Arciconfraternita della Misericordia di San Casciano sottoscriveranno nei prossimi giorni una convenzione che permetterà ai cittadini in condizioni di fragilità sociale e difficoltà economica, individuati dai servizi sociali e residenti nel comune di San Casciano, di avvalersi gratuitamente delle prestazioni specialistiche e diagnostiche.

Stabilita dalla Regione l'organizzazione di setting di assistenza residenziale territoriale che possano assicurare una risposta adeguata ai bisogni delle persone in stato vegetativo e di quelle con grave disabilità conseguente a patologia neurologica. La giunta regionale lo ha fatto con una delibera proposta dall'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi e approvata nel corso dell'ultima seduta. La programmazione regionale aveva già messo a punto (2009) il "Percorso assistenziale delle persone con gravi cerebrolesioni acquisite" e indicato (2012) le "Linee di indirizzo per l'assistenza alle persone in stato vegetativo e stato di minima coscienza".

La delibera approvata lunedì scorso stabilisce che l'organizzazione delle aziende sanitarie deve prevedere, nell'ambito dell'offerta di assistenza residenziale territoriale, sia le Unità per Stati Vegetativi (USV)che le Speciali Unità di Accoglienza Permanente (SUAP), che si contraddistinguono in base alla diversa intensità assistenziale richiesta dalle persone in SV (Stato Vegetativo) o in SMC (Stato di Minima Coscienza). L'assistenza erogata in entrambi i setting è a totale carico del Servizio sanitario nazionale, e il percorso di presa in carico si conclude di norma entro due anni dall'evento acuto.

Trascorsi i due anni, nel caso di impossibilità di rientro al domicilio della persona in SV o SMC, vengono attivate le modalità assistenziali in RSA; oppure, nel caso di adeguatezza ambientale/familiare, vengono attivati dalla UVM (Unità di valutazione multidisciplinare) disabilità progetti domiciliari con prestazioni di assistenza diretta alla persona. La delibera stabilisce anche che entro la fine del 2018 ogni azienda sanitaria dovrà attivare specifiche modalità di raccordo con le famiglie e con le associazioni dei familiari per il monitoraggio dei percorsi assistenziali; e dovrà anche emanare indirizzi aziendali per la presa in carico delle persone con esiti medio-gravi, al fine del possibile recupero e reinserimento sociale. In ogni azienda sanitaria viene individuato un team esperto - fisiatra, neurologo/neurofisiopatologo, fisioterapista, infermiere e assistente sociale - che effettua la valutazione dei pazienti ai fini dell'attuazione del percorso tra i vari setting, assicurandone il monitoraggio almeno semestrale. La definizione dei setting appropriati nasce dall'esigenza di regolare al meglio il flusso dei pazienti nell'ambito di una più complessiva riqualificazione dei percorsi assistenziali per le persone con GCA.

La volontà è di organizzare un "sistema esperto", integrato a rete "dal coma al domicilio", con un forte radicamento territoriale, connotato da universalità, appropriatezza, tempestività e progressività delle cure. Il sistema deve basarsi sull'articolazione di risposte assistenziali differenziate permettendo, con buona tempestività e sequenzialità degli interventi, la presa in carico del paziente fin dalla fase acuta, garantendo adeguati e appropriati servizi di cura, continuità ed equità nelle condizioni di accesso e di fruizione dei servizi stessi, consentendo di utilizzare le risposte professionali dell'intero sistema. Per "grave cerebrolesione acquisita" (GCA) si intende un danno cerebrale, di origine traumatica o di altra natura, tale da determinare una condizione di coma più o meno protratto e danni sensomotori, cognitivi o comportamentali, tali da determinare disabilità significativa.

Ogni anno in Italia si stima che ci siano almeno 10-15 casi di GCA su 100.000 abitanti. Si può ipotizzare che un numero di persone compreso tra 300 e 800 su 100.000 presenti una GCA. La causa traumatica è quella predominante (62,14%), mentre la parte restante è caratterizzata da lesioni cerebrali di origine non traumatica (in prevalenza emorragie cerebrali, ma anche ischemie e anossie). Ci sono circa 6-10 casi su 100.000 abitanti che permangono in condizione di stato vegetativo, e quindi in situazione di gravissima disabilità.

Si stima quindi che in Toscana siano circa 220-360 le persone che si trovano in questa condizione.

Il Comune di Campi Bisenzio, la Società della Salute, Farmapiana e l'Asl hanno firmato l'accordo di programma ATTUATIVO per la nascita della Casa della Salute di Campi Bisenzio, dando seguito all'accordo di programma siglato nel 2016. Il progetto prevede la realizzazione di un immobile in via Prunaia che ospiterà la sede dell'ASL, attualmente in via Rossini, un gruppo di medici di famiglia e la nuova farmacia centrale comunale. Nello specifico con l'accordo di programma attuativo consentirà all'Amministrazione di avviare l'iter finale con la convocazione della Conferenza dei Servizi, procedendo poi alla pubblicazione del bando di gara per la costruzione dell'immobile a cura di Farmapiana.

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