Salute: domani si conclude la campagna per l'abrogazione della Legge 28 del 2015

Il Comitato Promotore: “I cittadini ancora in campo per la difesa del diritto”. Sarti: l'accordo con Aiop delega al privato funzioni del servizio pubblico. Saccardi: "Fuorviante parlare di bilanci in rosso delle aziende ospedaliere". Mugnai (FI): «Maglia grigia conferita dall’Agenzia nazionale sanità»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 ottobre 2015 21:43
Salute: domani si conclude la campagna per l'abrogazione della Legge 28 del 2015

Domani sera, 22 ottobre, alle ore 21,00 alla Sala dei Marmi al Parterre, in Piazza della Libertà, 12 a Firenze”, il Comitato Promotore del Referendum abrogativo chiude la raccolta delle firme, insieme alle forze politiche e sociali che hanno sostenuto la campagna. La serata sarà dedicata alle donne e questi uomini che dalla fine di agosto si sono adoperati perché fosse un successo.

“E’ stato un grande momento di partecipazione ed inaspettatamente straordinario”. E’ il commento della consigliera del gruppo misto in Palazzo Vecchio Miriam Amato sulla campagna di raccolta firme per l’Abrogazione della Legge 28/15, “la contro-riforma che Rossi ha voluto per i cittadini toscani un attimo prima delle ultime elezioni regionali”. “Raramente – aggiunge amato – si è avuta una così imponente manifestazione di partecipazione da parte di cittadini e comitati, che assieme alle forze politiche che hanno appoggiato l’iniziativa, in meno di 8 settimane hanno portato ai banchini sparsi in tutto il territorio regionale migliaia di persone a mettere la propria firma perché il referendum si faccia”. “Come dimostra questa campagna, prevale la voglia dei cittadini di partecipare e di essere co-protagonisti nelle decisioni che riguardano la nostra vita, dove la salute e la sua tutela rivestono ancora un’importanza assoluta.

Spicca tra cinque Regioni, la nostra Toscana, ma per i passivi di bilancio negli ospedali, in una sorta di rosa benchmark ma all’incontrario: sono gli esiti dell’indagine con cui l’Agenzia nazionale di sanità (Agenas) ha messo sotto la lente i conti 2014 degli ospedali di 14 regioni italiane tra cui, appunto, la Toscana. «I dati – riassume il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (Capogruppo FI) – sono stati diffusi a mezzo stampa nei giorni scorsi e raccontano di una Toscana quart’ultima in Italia per spesa ospedaliera.

Nella penisola – illustra Mugnai – sono in deficit i bilanci 2014 di 29 grandi ospedali concentrati in Piemonte (4), Liguria (2), Toscana (4), Marche (1), Lazio (9), Calabria (4), Sardegna (1) e Campania (1). In un totale nazionale di 915 milioni di buco, cifra destinata a salire perché i dati di qualche regione ancora mancano, la Toscana contribuisce con un deficit di 59.849.000 euro spalmati tra il Meyer (3.446.000 euro), Azienda ospedaliero universitaria pisana di Cisanello (14.194.000 euro), quella fiorentina di Careggi (19.775.000 euro) e quella senese de Le Scotte (22.434.000 euro).

Si tratta insomma di una realtà ben differente rispetto al ritratto di una Toscana virtuosa rispetto alla contabilità sanitaria». Non che l’idilliaco quadretto non si fosse già incrinato in passato: «Il crac dell’Asl 1 di Massa Carrara e il buco di bilancio all’Asl 7 di Siena, tutti e due casi su cui sono al lavoro le rispettive procure locali – ricorda Mugnai – avevano già mostrato come la tenuta dei conti della sanità toscana non fosse granitica quanto Rossi voleva lasciar intendere.

Ora però lo dice Agenas, sui cui dati il governatore spesso poggia le proprie analisi. Questa, però, chissà come mai, non l’ha diffusa. Rimedio io».

"In questi ultimi giorni leggo sui giornali attacchi alle Regioni e alla loro gestione della sanità. Me ne dispiaccio, e soprattutto li trovo ingiusti". L'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi interviene a proposito dell'elenco degli ospedali con i bilanci in rosso stilato da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) su mandato del ministro Lorenzin, elenco nel quale figurano tutte e quattro le aziende ospedaliero-universitarie toscane. E anche sulla dichiarazione del ministro Lorenzin, che ha definito "un errore fatale" aver delegato, con il titolo V, la sanità alle Regioni. "In un momento di difficoltà come questo, in cui le persone hanno bisogno di certezze - è il commento di Stefania Saccardi - mi sembra sbagliato demonizzare il servizio sanitario pubblico e contribuire a creare sfiducia nei cittadini.

Nel nostro Paese c'è una buona sanità, anche confrontata con quella di altri Paesi europei. Voglio ricordare tra l'altro che l'Italia è il Paese con il più basso rapporto tra Pil e spesa sanitaria, ma è anche tra quelli con i migliori dati di salute e i livelli di aspettativa di vita più elevati". "Entrando nello specifico dei bilanci - osserva l'assessore - inserire le aziende ospedaliere della Toscana in articoli dal titolo "Il buco nero degli ospedali", come abbiamo letto nei giorni scorsi, non solo è fuorviante, ma non corrisponde alla realtà delle cose, dal momento che i bilanci della sanità toscana sono in regola, certificati da tempo.

C'è un equivoco di fondo su ciò che viene interpretato come disavanzo. Almeno in Toscana, quelli che vengono citati come disavanzi, in realtá sono soltanto il frutto della metodologia di governo del fondo sanitario regionale adottata in corso d'anno". "Si dovrebbe sapere - spiega Stefania Saccardi - che il sistema di erogazione delle risorse alle aziende avviene in due momenti distinti, il secondo dei quali alla fine dell'anno, quando, in presenza di situazioni di passivo, questo viene ripianato con risorse che la Regione si è trattenuta.

In prima istanza, infatti, solo una parte del fondo viene distribuita alle aziende; per questo motivo il disavanzo che i bilanci delle aziende toscane mostrano prima della definitiva chiusura non è altro che l'espressione della residua porzione di fondo ancora da ricevere. Il governo del fondo ed il monitoraggio dei bilanci delle aziende sanitarie da parte della Regione avviene peraltro proprio in ragione del mantenimento del disavanzo mostrato nei conti economici aziendali entro i limiti pattuiti attraverso accordi regionali e tali da garantire che la somma della quote residue di fondo da distribuire alle aziende sia coerente con la capienza complessiva del fondo sanitario a disposizione". Un esempio significativo di questo meccanismo è il caso dell'Aou Careggi, dove il disavanzo della prechiusura 2014, pari a 19 milioni di euro, corrisponde alla porzione di fondo sanitario da ricevere a chiusura dell'esercizio.

Tale importo è il risultato delle azioni gestionali intraprese dall'azienda per rispettare gli obiettivi previsti dal Piano di Rientro sottoscritto con la Regione durante l'anno e soprattutto equivale esclusivamente alla valorizzazione delle prestazioni erogate dall'azienda e non riconosciute economicamente attraverso il femomeno compensativo della mobilità per effetto del meccanismo dei tetti. "La lettura del fenomeno del disavanzo per la Toscana è in sintesi fuorviante su entrambe le dimensioni; quella regionale e quella aziendale - ribadisce Saccardi - La valutazione dell'equilibrio economico del Sistema Sanitario Regionale deve essere fatta tenendo conto dei risultati di chiusura, non di prechiusura delle aziende, alla luce della distribuzione di tutte le risorse del Fondo Sanitario.

In questo senso la Regione Toscana mostra un risultato 2014 in equilibrio". "Negli articoli - osserva ancora l'assessore - non si ricorda invece l'alto livello di qualità dei servizi della sanità toscana, certificato dal fatto che la nostra regione è prima nella classifica dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) del Ministero della salute e che, aldilà di questo primato, destina oltre 100 milioni di euro a servizi extra Lea, per offrire prestazioni ancor più di qualità e rispondere a bisogni a cui le altre Regioni non rispondono.

Quando si forniscono cifre e dati - conclude - è necessaria una maggiore responsabilità, specialmente in un momento in cui le risorse diminuiscono e i bisogni in relazione ai costi, anche per farmaci innovativi, aumentano".

 “Capisco e prendo atto che si sta delegando tutta una serie di importanti funzioni al privato. Noi avevamo già fatto un’interrogazione su questo tema, in relazione però all’Oculistica, alla quale, di fatto, non ci era stata data una vera risposta. In quell’occasione si evidenziava che si sta spostando personale pubblico a lavorare nelle strutture private, peraltro già pagate, riducendo i servizi e le prestazioni offerte dal sistema sanitario regionale. In questo caso il problema è analogo.

Non possiamo, dunque, che ritenerci insoddisfatti della risposta”. Così il consigliere Paolo Sarti, Sì, ha replicato alla risposta fornita in Aula consiliare dall’assessore al Diritto alla salute, Stefania Saccardi, in merito all’interrogazione sulla riorganizzazione e la rimodulazione delle attività di ricovero dell’azienda sanitaria fiorentina a seguito dell’accordo con l’Aiop, l’associazione italiana della ospedalità privata, interrogazione che era stata firmata anche dal capogruppo Tommaso Fattori. “Il volume economico utilizzato per fornire servizi all’azienda di Firenze potrà essere al massimo il 14 per cento rispetto al tetto complessivo assegnato alle case di cura”, ha affermato l’assessore Saccardi.

Che in risposta alle domande contenute nell’interrogazione, ha aggiunto che “il nuovo accordo contrattuale è di importanza strategica in quanto intensifica il governo dell’azienda sanitaria fiorentina sulle attività delle case di cura nell’ottica dell’integrazione e della complementarità” e che “circa l’ipotizzato scadimento della qualità delle prestazioni, l’attività è svolta da chirurghi dell’azienda sanitaria secondo le procedure aziendali”. Secondo la Saccardi, inoltre, “con questo accordo si rafforza e si ottimizza la collaborazione con le strutture private convenzionate” che di conseguenza “sono ancor più integrate e complementari al servizio sanitario regionale”. Nell’interrogazione promossa dai consiglieri di Sì, oltre ad affermare che “l’operazione si innesca nel processo di apertura del sistema sanitario toscano al cosiddetto doppio pilastro in cui pezzi importanti della sanità pubblica verranno coperti dalla sanità integrativa”, si chiedeva se “si è provveduto a un’adeguata valutazione del rapporto tra costi e benefici”.

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