Salute Mentale a Firenze: 1978-2016 da San Salvi ai giorni nostri

Argomento complesso che non si risolve somministrando dei farmaci a vita, ma neppure rinunciando alla vita

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 luglio 2016 13:47

La Legge Basaglia è la numero 180 del 13 maggio 1978 riguardante "Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori". Sono passati 38 anni da quando le idee di Franco Basaglia, ispirato dallo psichiatra statunitense Thomas Szasz, riformano l'assistenza psichiatrica ospedaliera e territoriale, superando la logica manicomiale.L'Italia è ancora oggi il primo ed unico paese al mondo ad aver abolito gli ospedali psichiatrici.

"Non è importante tanto il fatto che in futuro ci siano o meno manicomi e cliniche chiuse, è importante che noi adesso abbiamo provato che si può fare diversamente, ora sappiamo che c'è un altro modo di affrontare la questione; anche senza la costrizione" diceva Basaglia ad Acquario con Maurizio Costanzo.

L'assistenza psichiatrica avrebbe dovuto basarsi su rapporti umani con il personale sanitario e la società, al fine di raggiungere una qualità di vita dignitosa.Nei manicomi il paziente era sottoposto a costrizione, sedato, staccato dal contesto sociale e privato di un percorso di riabilitazione e reinserimento.Chiuso il contenitore però se ne sarebbe semplicemente disperso il contenuto. Oggi la famiglia, dove i congiunti sono spesso lasciati soli, è il primo dei vari mini-manicomi offerti come alternativa."Oggi ci sono altre barriere" ha spiegato a Nove da Firenze il presidente della Consulta fiorentina sulla Salute Mentale.

Questa settimana Nove da Firenze ha voluto affrontare un argomento complesso che non si risolve somministrando dei farmaci a vita, ma neppure rinunciando ad una vita. La gestione della Salute Mentale vede coinvolti diversi soggetti e sono gli stessi addetti ai lavori ad autoaccusarsi di scarsa comunicazione.Il medico si occupa della patologia, l'assistente sanitario della somministrazione dei farmaci e della terapia, l'assistente sociale cerca di risolvere situazioni connesse al vivere quotidiano, tra queste le questioni economiche.

Esistono poi organizzazioni di volontari che si sono specializzate nell'orientamento al lavoro, nella formazione dei familiari e nel reinserimento all'interno della società attraverso una sensibilizzazione interna ed esterna affinché il marchio della patologia non ostacoli l'individuo. Ci sono sempre meno psichiatri, le alternative sono continuamente in fase di rodaggio e pochi sono gli esempi virtuosi che comunque sottolineano la curabilità della patologia, la possibilità di stabilizzare molte situazioni e la presenza, sotto l'apparente immagine del paziente da curare, di esseri umani con proprie attitudini e capacità da valorizzare.

E' solo una questione di fondi da poter spendere? Manca la capacità oppure la voglia di rispettare la strada tracciata nel 1978? I pazienti affetti da disturbi della psiche non sono un buon 'prodotto' sul quale investire? Il disturbo mentale fa rumore solo quando mette in pericolo la sicurezza pubblica? Claudio Ascoli, storico affabulatore dell'Associazione teatrale Chille de la Balanza ed ideatore delle passeggiate all'interno dell'ex ospedale psichiatrico fiorentino di San Salvi tra i cavalli di battaglia annovera la descrizione dei padiglioni che hanno ospitato personaggi più o meno illustri all'ombra dei Tetti Rossi di Firenze.

C'erano padiglioni in cui i pazienti erano suddivisi per provenienza geografica e non per patologia, tante voci si levavano all'interno dei cameroni dai soffitti a volte dove l'eco rintronava persino gli infermieri. Forse siamo ancora sotto quelle volte.

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