Saldi invernali 2015: primo bilancio in positivo

Centro commerciale i Gigli: aumento dei fatturati

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 febbraio 2015 22:21
Saldi invernali 2015: primo bilancio in positivo

Sono positive le prime impressioni rispetto alle vendite nel corso dei saldi invernali, che in Toscana si concluderanno martedì 3 marzo. Abbastanza soddisfatti gli operatori degli oltre 1500 punti vendita del settore moda di Firenze e Provincia, che registrano un aumento del +5/10% rispetto allo scorso anno. Buoni risultati per i negozi di griffes, mentre si riscontra una sofferenza permanente delle attività commerciali che non superano una certa soglia di qualità del prodotto. Si aggira sui 250€ il budget familiare messo a disposizione per i saldi. Nelle ultime settimane si è registrato un incremento delle vendite di abbigliamento sportivo, calzature e capi pesanti, maglieria e giacche, complice l’arrivo di temperature più rigide.

Un ulteriore input all’acquisto è atteso durante l’ultimo week end, in questo caso vendite incoraggiate da ulteriori ribassi e ultime occasioni. Per Franco Frandi, Presidente Provinciale Fismo Confesercenti, "il 2015 potrebbe essere l’anno della svolta, della ‘ripresina’, e su questo tema ha inciso anche l’andamento dei saldi, che sono andati leggermente meglio rispetto al 2014.” "Si può sicuramente parlare di Saldi...in ripresina, nel senso che il consumatore, seppure a fatica, sta cercando di recuperare un minimo di fiducia nell'immediato futuro e il trend economico degli ultimi anni sembra poter finalmente cambiare rotta." “Per il futuro, conclude Frandi, sarebbe desiderabile un posticipo dei saldi almeno a fine gennaio e un maggiore controllo su coloro che con vari mezzi, più o meno conformi alla legge, cercano di anticipare la data di inizio dando vita ad una concorrenza illecita.

Importante sarebbe anche introdurre nuovi vincoli per le vendite promozionali e per le cessazioni di attività con maggiore trasparenza e garanzie rispetto all’attuale regime".

Il centro commerciale I GIGLI ha confermato la propria posizione di leader regionale nel corso del 2014 confermando i 18,5 milioni di visitatori e registrando una crescita complessiva dei fatturati del 3,56%. La crescita dei fatturati è stata pressoché uniforme in tutte le categorie presenti nel centro commerciale, ed è frutto di un’attenta strategia di medio-lungo periodo. I GIGLI hanno inaugurato il 27 maggio 1997 e da allora hanno registrato una serie di record: oggi conta 134 punti vendita, oltre 1.800 lavoratori. Il centro commerciale I GIGLI, di proprietà della Eurocommercial Properties Italia, è gestito e ri/commercializzato, fin dall’apertura, da Larry Smith Italia, un team di 90 professionisti con esperienza e specializzazione nei vari campi del retail real estate.

“Quando aumentano i fatturati il sindacato non può salutare che positivamente questa notizia. Tuttavia, per il sindacato questo non basta se non è legato a buone condizioni del lavoro e al minimo rispetto dei diritti sindacali,” afferma Bianchi Massimiliano della Filcams CGIL Firenze ”L'uso sproporzionato del lavoro domenicale e festivo, la non possibilità per i lavoratori e lavoratrici di avere i minimi diritti sindacali, perché le aziende sono al di sotto dei 15 dipendenti non può portare il sindacato ad essere soddisfatto.

Questo stato dei fatti non riguarda soltanto i Gigli, ma i centri commerciali, gli outlets dove le condizioni del lavoro non sono buone,” continua il segretario della Filcams Cgil Firenze. ”Sarebbe opportuno che in questi importanti contesti produttivi non ci si nascondesse dietro le norme per non applicare i minimi diritti sindacali e si optasse per una contrattazione inclusiva che migliori le condizioni del lavoro con un uso compatibile ai tempi di vita del lavoro domenicale e festivo e dei carichi di lavoro.

Richieste che avanziamo da sempre anche con mobilitazioni, ma che rimangono inevase purtroppo,” conclude Massimiliano Bianchi.

Approfondimenti

Si è svolto il 25 febbraio, in Regione l’incontro richiesto dalla Filcams-Cgil Toscana all’Assessorato alle Attività Produttive per illustrare la grave e complessa situazione in cui versano i circa 200 lavoratori del gruppo Mercatone Uno Holding Spa dislocati sui 5 punti vendita presenti in Toscana nei comuni di Cascina, Colle Val D’Elsa, Lucca, Altopascio e Calenzano. All’incontro, presieduto dalla Responsabile della segreteria politica dell’Assessorato, Dottoressa Dello Sbarba, erano presenti oltre all’Organizzazione Sindacale , alcune delle Amministrazioni Comunali e di Area metropolitana dei territori coinvolti. Anche se si tratta di una vertenza che per le dimensioni aziendali è a carattere nazionale (Mercatone è presente con 79 punti vendita e 3500 dipendenti in tutta Italia ) - dichiara Caterina Ballanti Segretaria della Filcams di Pisa con delega regionale al tavolo di crisi- abbiamo ritenuto opportuno coinvolgere la Regione per le forti ripercussioni occupazionali e sociali che si avranno in Toscana non solo per i 200 lavoratori diretti, ma anche per i lavoratori dell’indotto, di cui non abbiamo una precisa quantificazione, impiegati in cooperative per effetto di terziarizzazioni delle attività logistiche e di magazzino e per coloro che hanno un contratto non subordinato con l’Azienda. La situazione emersa dagli incontri sindacali, l’ultimo del 24 febbraio u.s.

a Bologna , è fortemente critica e di incerta definizione. Ricordiamo che Mercatone il 19 gennaio u.s. ha depositato presso il Tribunale di Bologna ricorso di concordato preventivo in bianco che oltre a bloccare le situazioni debitorie pregresse , consente all’Azienda di presentare il piano concordatario entro 60 giorni, con possibilità di ulteriore proroga. Data la reticenza e l’indisponibilità di Mercatone ad anticipare i contenuti del piano, i lavoratori vivono in una condizione di assoluta incertezza. Mercatone ha solo comunicato che vi potrebbero essere possibili acquirenti e che delle manifestazione d’interesse, in virtù del bando pubblicato sul Sole24 Ore con scadenza al 28 febbraio, sono già state presentate, ma ad oggi non sappiamo quanti punti vendita potrebbe essere oggetto di eventuali acquisizioni e quali invece destinati a rimanerne esclusi. Le nostre priorità- continua Caterina Ballanti- sono la salvaguardia occupazionale e anche reddituale perché i lavoratori non potranno più usufruire degli anticipi, da parte dell’Azienda, dei trattamenti di integrazione salariale del contratto di solidarietà ed è intuibile quali possono essere le ripercussioni con un abbattimento del 50% dell’orario di lavoro. Questo è il quadro preoccupante che abbiamo rappresentato alla Regione che ha dato la propria disponibilità a monitorare costantemente la situazione, sollecitando il MISE a rispondere alla richiesta d’incontro presentata dalle strutture sindacali nazionali, richiesta che è ad oggi senza risposta. A sostegno delle giuste istanze dei lavoratori del Mercatone, a tutela del loro posto di lavoro anche nella prospettiva futura di cessione dei punti vendita a terzi, è stato proclamato lo stato di agitazione con lo svolgimento nella giornata di lunedì 2 marzo di 4 ore di assemblea da svolgersi contemporaneamente in tutti i punti vendita del territorio nazionale nel corso delle quali decidere i percorsi di mobilitazione.

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