Rossi ai medici di famiglia: "Il vostro aiuto fondamentale per salvare il SSN"

Fratelli d'Italia: "Chi è abituato a sprecare non sa ridurre i costi, il governatore se ne vada e lasci spazio ad efficienza e trasparenza". In Toscana cinque ospedali senza accreditamento

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 dicembre 2014 22:47
Rossi ai medici di famiglia:

FIRENZE- "Voi che quotidianamente siete a contatto con i cittadini e avete il polso della situazione, potete dare un grande aiuto per salvare le istituzioni e il sistema sanitario nazionale. Vogliamo dimostrare che è ancora possibile, in un momento di enorme difficoltà economica come questo che stiamo attraversando, mantenere quella grande infrastruttura civile che è il nostro SSN. La Toscana è pronta a dire che ce l'abbiamo fatta, e anche meglio di prima. Ma il vostro apporto è fondamentale. Discuteremo, ma troveremo insieme la strada giusta". Questo l'appello che il presidente Enrico Rossi ha rivolto stamani dal palco dell'Auditorium di Sant'Apollonia, dove erano i riuniti i 115 coordinatori delle AFT, le Associazioni Funzionali Territoriali che riuniscono e vedono collaborare tra loro i medici di famiglia toscani. Quella di stamani era la sessione finale plenaria del percorso formativo che i coordinatori hanno seguito.

"La situazione è difficile, drammatica - questo il quadro tracciato dal presidente - Voi lo percepite tutti i giorni. La povertà che anche in Toscana colpisce strati sempre più vasti della popolazione. Il rancore che si accumula per il cattivo funzionamento delle istituzioni, la miseria della politica. Io rivolgo a voi medici un appello a dare il vostro aiuto per salvare le istituzioni, e a non buttare via il bambino con l'acqua sporca. Tra le cose da salvare c'è sicuramente il SSN, che ha dato buona prova di sé. Costa poco, cura bene. E' un'enorme infrastruttura in grado di curare tutti in maniera egualitaria, e la medicina generale ne è la struttura portante".

Inevitabili gli accenni ai finanziamenti sempre più scarsi: "Penso che nei prossimi anni non avremo più finanziamenti per la sanità. Adesso sono 108 miliardi, diminuiranno sicuramente, forse scenderanno a 102. Naturalmente mi batterò perché questo non avvenga. Ma in sanità i tagli andranno intorno al 4-5%".

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E all'imperativo di riorganizzare: "Da qui la necessità di attuare una profonda rioganizzazione della sanità. Il bisogno spinge a correre, ma sarebbe sbagliato fare tagli lineari, bisogna invece riorganizzare, eliminare doppioni e sprechi. Qualche esempio: nell'Area Vasta centrale ci sono 12 unità operative di cardiologia: sono troppe; ci sono macchine che si utilizzano per 3-4 ore, e poi stanno ferme per il resto della giornata. La rete ospedaliera resta com'è, ma troveremo modelli di governance più unitari possibile.

Il modello di fondo è il Dipartimento, che deve funzionare per programmare servizi assistenziali e risorse. E nel Dipartimento, che deve essere veramente integrato - territorio, ospedale, Università - è fondamentale il ruolo dei medici di medicina generale. Siamo favorevoli anche a un Dipartimento di medicina generale. Vedremo strada facendo, siamo aperti a tutti i contributi e vogliamo che tutti gli operatori possano dire la loro. Ma questa strada noi vogliamo prenderla, non ci fermeranno certo le polemiche".

Rossi ha indicato ai medici tre aspetti su cui puntare: "Rilanciare il Chronic Care Model, che ha consentito ottimi risultati di salute e un risparmio di risorse; la telemedicina; la prevenzione: la Toscana vive a lungo e bene, ma bisogno lavorare su stili di vita, alimentazione, fumo, alcol, droga, soprattutto per le giovani generazioni".

E ha assicurato ai medici il suo impegno per l'aggiornamento della convenzione nazionale: "Ci impegneremo per la convenzione, con l'assessore Marroni parleremo con Chiamparino. E' giusto che ci sia una convenzione quadro che rimetta a posto le cose. Non è solo un problema di finanziamenti in una situazione difficile, ma si tratta di aggiornarsi ai cambiamenti che sono avvenuti in questi anni".

La sessione era stata aperta dai saluti dell'assessore al diritto alla salute Luigi Marroni: "Le AFT, le Associazioni Funzionali Territoriali - ha sottolineato - hanno un ruolo fondamentale per la medicina generale e sono un grosso motore della riforma. L'accordo l'abbiamo fatto un anno e mezzo fa, ora i 115 responsabili delle AFT concludono il corso. Le AFT ci pongono all'avanguardia della medicina generale, e i 115 coordinatori possono dare un contributo fondamentale al buon funzionamento delle AFT"."Come volevasi dimostrare le sforbiciate annunciate dal governatore Rossi sulle Asl erano destinate a rimanere solo sulla carta.

Neanche un 'nuovo amico' come Renzi è riuscito a fare il miracolo: chi è abituato a sprecare quando ci prova non sa tagliare e si espone a figure ridicole". Commentano così il capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione Giovanni Donzelli e i consiglieri Paolo Marcheschi e Marina Staccioli, la bocciatura da parte del Governo Renzi del piano di riduzione delle Asl presentato dalla Regione Toscana in un emendamento alla legge di stabilità. "L'unico modo per risparmiare sulla sanità è mandare a casa Rossi che ha creato voragini in tutta la Toscana, a partire da Massa, sui quali ha costruito la propria carriera politica - aggiungono i tre esponenti di Fratelli d'Italia - la sanità dev'essere gestita in modo trasparente: basta primari nominati dalla politica e impicci con le compravendite degli immobili".Le tre aziende ospedaliero-universitarie di Careggi a Firenze, le Scotte a Siena e Cisanello a Pisa più la Asl 1 di Massa Carrara dal primo gennaio prossimo si troveranno in game over operativo.

Motivo? Malgrado i due anni di proroga e malgrado un iter semplificato, non sono riusciti a portare a compimento l’indispensabile procedura di accreditamento entro i termini. A darne notizia è il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (FI). «L’accreditamento – spiega Mugnai – è previsto dalle norme regionali e serve per garantire il possesso di una pluralità di requisiti indispensabili sia in termini di sicurezza che di efficienza nei servizi.

Ebbene: tutte le strutture private e pubbliche sanitarie e di servizi alle persona si sarebbero dovute accreditare. I privati l’hanno fatto, spesso facendosi carico di costi non indifferenti per mettersi in regola, mentre non altrettanto hanno fatto, nonostante avessero avuto più tempo e potessero avvalersi di un percorso più semplice, le strutture pubbliche più importanti a livello regionale e cioè le tre aziende ospedaliere più la Asl 1 di Massa Carrara, già tristemente nota alle cronache regionali per l’enorme buco di bilancio». «Di proroga in proroga – ricostruisce ancora il Vicepresidente della Commissione sanità – eccoci dunque in vista della scadenza ultima che l’articolo 28 del regolamento 61/2014 (Capo VI – Norme di prima applicazione) colloca al 31 dicembre di quest’anno.

Ebbene, mentre la Asl 10 di Firenze e la Asl 6 di Livorno sono in procinto, benché in zona cesarini, di completare la pratica ed ottenere l’accreditamento entro l’anno, dagli uffici già si sa che invece le tre Aou di Firenze, Siena e Pisa più l’Asl 1, non saranno in grado di fare altrettanto. Ora, data l’incidenza che l’attività sanitaria svolta soprattutto nei tre ospedali universitari ha rispetto al complesso dell’operatività regionale, la cosa è non grave: gravissima».

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