Riforma della sanità: come va il contenzioso assicurativo con i pazienti?

Tra le voci del bilancio sanitario regionale ci sono anche i costi di indennizzo degli errori professionali in sanità. A quanto ammontano?

Nicola
Nicola Novelli
18 gennaio 2015 14:11
Riforma della sanità: come va il contenzioso assicurativo con i pazienti?

Nel 2009 un paziente trapiantato di rene, ma afflitto da una serie di infezioni, si trova a un bivio terapeutico. Il nefrologo consiglia una modifica della terapia farmacologica, ma questa indebolisce l'organo trapiantato e il paziente muore. Successivamente i famigliari del defunto fanno causa all'ospedale per carenza di consenso informato, sostenendo che la struttura sanitaria avrebbe dovuto informare il paziente delle alternative e ottenere il suo consapevole consenso. Se l'organo fosse stato espiantato forse il soggetto, tornando alla dialisi, avrebbe avuto un'aspettativa di vita diversa dal tragico destino capitatogli.

Questa in poche sintetiche righe la storia -reale, ma con omissione dei riferimenti- che contrappone al Tribunale di Firenze l'Azienda Universitaria ospedaliera di Careggi ai familiari di un paziente deceduto, che -ancora oggi a distanza di più di 5 anni- chiedono l'indennizzo dei danni materiali, morali e biologici, sostenendo la responsabilità civile della struttura sanitaria pubblica.

Non c'è niente di strano che un contenzioso di RCT per un decesso si trascini così tanti anni, nonostante la Regione Toscana abbia istituito da diverso tempo il Servizio di Conciliazione e Gestione Stragiudiziale dei sinistri, in sostituzione della copertura assicurativa. Anzì, è proprio a Careggi che fu istituito il primo sperimentale Comitato di Gestione dei Sinistri e, a seguito di una valutazione positiva di tale progetto, dal 2009 tale organizzazione fu estesa a tutte le aziende sanitarie toscane.

La decisione di avvalersi di un nuovo sistema fu presa in un momento in cui le ASL avevano gravissima difficoltà a reperire sul mercato compagnie disposte ad assicurare gran parte delle strutture sanitarie toscane. Di contro fu detto che la gestione in proprio del contenzioso avrebbe ridotto i tempi dei procedimenti e gli importi da liquidare infine ai danneggiati, che le procedure assicurative tradizionali erano ispirate a logiche di profitto, che la nuova procedura si sarebbe inserita in un più complessivo cambiamento del sistema sanitario, di risk menaging, di relazione positiva con gli utenti.

Approfondimenti

La norma del 2009 ha istituito un fondo annuale per i sinistri sanitari di importo, grosso modo pari quanto veniva speso in precedenza per assicurare tutte le ASL toscane (€ 40.000.000,00). La Regione valuta il rischio clinico, raccoglie le richieste danni di pazienti e familiari e conduce la transazione tramite il Centro regionale per la sicurezza del paziente, una task force istituita all'interno degli ospedali. Sono poi le Usl a liquidare le somme dovute a titolo di risarcimento attingendo dal fondo annuale.

Il punto da sottolineare -e che sfugge certo ai non addetti- è che il fondo è annuale, cioè a dire che viene alimentato annualmente con un apposito stanziamento nel bilancio regionale. Ma ciò non significa che lo stanziamento annuale concorra a formare un fondo in cui le risorse si accumulano anno dopo anno. Al contrario al 31 dicembre di ogni anno, con lo scadere del bilancio regionale, lo stanziamento viene azzerato e ri-alimentato, sulla base delle risorse finanziarie disponibili annualmente. Non siamo dunque di fronte ad una "riserva tecnica" in cui i soldi regionali vengono accumulati nel tempo, ma a una sorta di massimale annuale che dovrebbe bastare a soddisfare le richieste dei danneggiati.

Ma come abbiamo visto nel caso raccontato all'inizio, i contenziosi più gravi non trovano conclusione che in sede giudiziaria, con tempi ben diversi da quelli previsti dal sistema regionale. Il che significa che serve molto tempo per percepire la dimensione reale dell'esborso derivante da ogni singolo evento nocivo. Dunque la prospettiva è che con il passare del tempo la Regione si trovi esposta a una escalation di importi cumulati e crescenti, per i quali lo stanziamento annuale (e assai poco "assicurativo") potrebbe, a un certo punto, essere del tutto insufficiente. Come si farà a quel punto? Si eleverà la voce di bilancio per colmare il disavanzo dell'anno precedente? O la Regione tornerà a chiedere aiuto alle compagnie di assicurazioni? Magari proponendo una malleva retroattiva sui sinistri già verificatisi? E quale impresa sarà in grado di fare fronte a un simile impegno finanziario? E a che prezzo?

Interrogativi che delineano una prospettiva dai contorni oscuri, certo non confortante nei giorni in cui la proposta di legge di riforma del servizio sanitario è arrivata in Consiglio regionale. Il tema centrale è l'assegnazione del fondo regionale alle Asl. Domani l’assessore Marroni illustrerà in Commissione sanità la proposta di legge di iniziativa della Giunta. Si parlerà anche dei costi del contenzioso sanitario? Non è un aspetto da sottovalutare. La riforma dovrebbe andare a regime il 1 gennaio 2016.

Un'ultima notazione. Nelle settimane scorse la redazione di Nove da Firenze ha contattato l'Azienda Universitaria ospedaliera di Careggi per avere ragguagli sia sul caso raccontato che più in generale sull'andamento della gestione diretta dei sinistri. L'Azienda ha ritenuto di non commentare. Difficile dire se a causa della non positività del consuntivo finanziario, oppure per colpa di funzionari, al momento, più concentrati sulla imminente riorganizzazione strutturale.

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