​Rifiuti: Toscana pronta ad una svolta nell'economia circolare

Costituito un gruppo di lavoro composto da tecnici esperti della materia, sia regionali sia appartenenti alle agenzie Arpat ed ARRR

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 maggio 2018 14:38
​Rifiuti: Toscana pronta ad una svolta nell'economia circolare

 La Toscana accelera sui rifiuti. "E' il momento di una svolta ambientalista centrata sul riuso e sul riciclo. Questo è il futuro e l'Europa ci richiama a un impegno maggiore. Vogliamo che la Toscana sia una regione avanzata nel quadro europeo evitando di fare scelte che condizionano questa prospettiva in modo negativo. Sarà una scommessa che vinceremo. E non lasceremo la Toscana in una crisi da smaltimento". Così il presidente Enrico Rossi annunciando in Consiglio regionale che entro il prossimo mese giugno la Giunta avvierà una revisione del Piano regionale sui rifiuti approvato alla fine del 2014 indicando nuovi obiettivi da raggiungere al 2023.

Sarà uno strumento, ha ricordato Rossi, improntato sull'economia circolare e corredato di un piano attuativo relativo ai rifiuti urbani ma anche a quelli speciali prodotti nei distretti industriali che dovranno essere reinseriti nel ciclo produttivo. Il più ambizioso degli obiettivi: portare la raccolta differenziata oltre il 70%, che potrà mirare anche al 75 o addirittura 80 per cento, grazie al potenziamento del sistema di raccolta del porta a porta e della raccolta di prossimità.

"Abbiamo messo a disposizione dei tre ATO 30 milioni di euro – ha ricordato il presidente - per sostenere questo passaggio e contiamo di stimolare la domanda del materiale recuperato attraverso la realizzazione di biodigestori anaerobici, il coinvolgimento dell'industria della carta, del vetro, dei metalli, del tessile, del marmo". La quota residua di rifiuto indifferenziato non recuperata sarà destinata all'incenerimento ed alle discariche. Il progetto punta a riservare circa il 10 o 15 per cento ad incenerimento.

"La previsione, in coerenza con quanto ci dice l'Europa – ha sottolineato Rossi - è quella di escludere la realizzazione di nuovi impianti di incenerimento in nuovi siti e di puntare solo sui rewamping di quattro degli impianti esistenti per raggiungere una quota di trattamento adeguata. Risulterà imprescindibile l'impiego delle migliori tecnologie disponibili". La parte residua di rifiuti andrà infine in discarica. La riduzione drastica dei conferimenti in discarica fino al 10 per cento passerà per una prima riduzione del numero di discariche attive fino a 5, con una graduale riduzione dei conferimenti. Riguardo all'economia circolare, sarà presentata al Consiglio una proposta di legge entro l'estate.

Quattro i cardini su cui poggerà:

- incentivare, attraverso gli ATO ed i gestori, le famiglie per migliorare la quantità e la qualità della raccolta differenziata

- incentivare la "domanda" di materia recuperata attraverso la RD da parte del sistema produttivo regionale. In particolare da parte dei principali distretti produttivi della carta, del cuoio e del tessile. Un esempio è dato dalla RD della carta, oggi pari a poco più di 200.000 ton l'anno, in una regione dove il distretto della carta di Lucca impiega annualmente più di un milione di tonnellate di carta da macero

- assicurare la chiusura dei cicli di produzioni toscani attraverso il riconoscimento di una priorità negli impianti toscani che trattano rifiuti speciali

- stimolare la ricerca e l'innovazione tecnologica in materia

Una notazione il presidente l'ha fatta anche sulla relazione della commissione interparlamentare d'inchiesta sui rifiuti: "Quanto riportato nella relazione conclusiva della Commissione Interparlamentare sui rifiuti – ha detto - offre una rappresentazione molto critica della gestione del sistema integrato dei rifiuti in Toscana che richiede una risposta in termini di sistema da parte della Regione, dei tre ATO, che dovranno operare in maniera più coordinata tra loro e con la Regione, e dei gestori.

A questo proposito nel corso dell'ultima seduta di Giunta abbiamo costituito un gruppo di lavoro composto da tecnici esperti della materia, sia regionali sia appartenenti alle nostre agenzie Arpat ed ARRR".

Al gruppo di lavoro è stato affidato il compito di verificare, entro luglio, il sistema impiantistico della Toscana e di redigere un documento finale attraverso il quale condividere con ciascun gestore un percorso di miglioramento tecnologico e di innovazione del proprio impianto, con l'obiettivo di portare la nostra regione ai livelli delle altre regioni del centro nord. Allo stesso tempo, ripercorrendo le situazioni di maggiori criticità esposte nella relazione, ci sarà modo di indicare le azioni volte a superarle ed i tempi necessari per farlo.“Il presidente Rossi propone oggi una ‘svolta ambientalista’ che ricalca il programma elettorale con cui Sì - Toscana a Sinistra si è presentata alle elezioni regionali del 2015, in alternativa a Rossi.

Meglio tardi che mai, ma aspettiamo che alle parole seguano i fatti, a partire da un nuovo piano regionale sui rifiuti che cancelli l’inceneritore di Case Passerini”, ha affermato il capogruppo di Sì Toscana a Sinistra intervenendo in aula a proposito della comunicazione della giunta sul piano dei rifiuti. “Gli inceneritori sono macchine stupide e costosissime, che sanno solo mangiare rifiuti indifferenziati e che per essere ripagati devono funzionare per venti o trenta anni, ostacolando di fatto il raggiungimento di più alte percentuali di raccolta differenziata e di recupero di materia”.

“Dobbiamo porci obiettivi ambiziosi di raccolta differenziata, in modo da poter affamare e chiudere gli inceneritori e le discariche. E gli obiettivi ambiziosi possono essere raggiunti solo investendo nel porta a porta, sposando il meccanismo della tariffazione puntuale, incentivando la filiera del riciclaggio, moltiplicando i centri del riuso. Ma serve anche un importante lavoro a monte, rispetto alla prevenzione dei rifiuti e alla riprogettazione dei prodotti”, continua Fattori.

“La regione Toscana, tutt’altro che virtuosa, è solo tredicesima per percentuali di raccolta differenziata in Italia, ossia 20 punti percentuali al di sotto delle regioni che fanno meglio. In particolare gli ATO della Toscana sud e della costa fanno malissimo e allora bisognerebbe capire quali sono le ragioni profonde di questo fallimento. Una di queste è il conflitto di interessi fra chi siede nel CDA del soggetto gestore, come ad esempio SEI Toscana per quanto riguarda il sud della regione, e al contempo siede nelle società proprietarie di impianti di incenerimento, che si alimentano di rifiuti indifferenziati.

E’ ovvio che chi fa l’interesse dell’incenerimento, non può fare quello della raccolta differenziata, come dimostrano anche le conclusioni della commissione d’inchiesta parlamentare.” “Ma bisognerebbe anche guardare a quelle realtà intercomunali toscane o del resto d’Italia che hanno registrato i migliori risultati di raccolta differenziata e per l’appunto si vede che si tratta di soggetti gestori a totale capitale pubblico che operano su aree territoriali omogenee e di dimensioni assai più ridotte degli attuali ATO.

Insomma, serve una gestione integralmente pubblica e un dimensionamento adeguato degli ambiti territoriali ottimali”.

“Se Rossi sembra fare finalmente un passo avanti è invece meno chiara la posizione del PD, molto contraddittoria rispetto alle scelte concrete da compiere nel prossimo futuro, a partire dalla cancellazione di case Passerini, sulla quale avevamo presentato un atto articolato il cui voto è stato rimandato alla prossima seduta del consiglio regionale. Vedremo se il PD voterà a favore.”

“Alla destra che in aula oggi afferma che gli par di sentire dai banchi della maggioranza parole che ricordano gli interventi della consigliera Sgherri di Rifondazione comunista o di Romanelli dei Verdi quando anni fa parlavano di ‘rifiuti zero’, diciamo che finalmente quelle idee che allora apparivano visionarie sono diventate cultura diffusa e informano persino le recenti direttive europee. Quando al Social Forum Europeo di Firenze nel 2002 discutevamo di rifiuti zero ed economia circolare eravamo anticipatori, peccato che si siano persi venti anni, ma non è mai troppo tardi”, conclude Fattori.

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