Rifiuti in Toscana: Prato emblema della criminalità organizzata

Lo smaltimento illecito di rifiuti è un business che aggrega diverse etnie producendo associazioni a delinquere

Antonio
Antonio Lenoci
21 ottobre 2015 14:38
Rifiuti in Toscana: Prato emblema della criminalità organizzata

In Italia l'area pratese è vista come una terra di confine. I lettori di Nove da Firenze conoscono l'aspetto contemporaneo, intrattenitivo e ludico, persino tecnologico e digitale di una città che rappresenta una grossa fetta dell' economia regionale, ma esiste un'ombra lunga che da anni si estende dal centro storico verso la periferia caratterizzando quell'aspetto culturale e sociale che ha spesso portato la metropoli tessile sulla cronaca nazionale.

Filippo Alessi rappresenta la giovane Giunta guidata dal sindaco Matteo Biffoni, è l'assessore all'ambiente ad accoglierci: "Avete centrato il tema - esordisce - è proprio la produzione illegale che comporta lo smaltimento illegale degli scarti della lavorazione".Comunemente si pensa che il reato sia "giustificato" dalla riduzione dei costi, è così anche nella ricchissima Prato? "No, non regge più la questione dei costi. Una attività di pronto moda o confezionamento a gestione cinese fattura ben oltre i 5mila euro annui che sarebbero necessari per garantirsi un corretto smaltimento dei rifiuti.

La differenza la fa la tracciabilità".Dimmi cosa getti e ti dirò chi sei? "Esatto, far vedere la quantità di scarti tessili prodotti equivale a far sapere quanto si produce. Non si vuol far vedere quanto si lavora per occultare il volume di affari".Come funzionava, o come funziona il sistema? "Gli scarti vengono abbandonati nei campi. Fino a qualche anno fa c'erano camioncini che lasciavano decine di sacchi in vari cassonetti sparsi per la città, sia aziendali che privati.

Oggi con la raccolta porta a porta sono spariti i cassonetti e lo smaltimento si è concentrato negli spazi periferici" casi eclatanti sono stati Cascine di Tavola e Iolo dove i cittadini hanno fotografato e denunciato l'abbandono di rifiuti catalogati dalla normativa come "speciali" all'interno di aree verdi.Come si contrasta il fenomeno? "Appena abbiamo notizia di uno scarico di merce andiamo con ASM a recuperare i rifiuti affinché non diventino "discarica".

Questo è avvenuto ad esempio a Iolo dove è stato intercettato un quantitativo di 40 tonnellate di rifiuti. Certo l'intervento tempestivo non basta".Cos'altro occorre? "Interveniamo in modo preventivo con l'ufficio immigrazione ed ASM per informare riguardo i rischi e le opportunità esistenti per effettuare un corretto smaltimento attraverso le aziende regolari presenti sul territorio. Il nostro ufficio immigrazione ha a che fare con 107 etnie, è all'avanguardia nella comunicazione. La repressione del reato vede impeganti invece Polizia Municipale, Polizia Provinciale e Corpo Forestale..

purtroppo viviamo un periodo un po' confuso in cui Provinciale e Forestale non conoscono bene il loro ruolo nell'immediato futuro, questa è una difficoltà maggiore".Esempi tangibili di repressione delle irregolarità? "Abbiamo individuato dei soggetti che si proponevano alle ditte offrendosi di smaltire i rifiuti illegali per 2/3 Euro a sacchetto. Caricavano in ditta e scaricavano dove capitava, senza limiti".Si proponevano, o si propongono? "Vi è un vero mercato alternativo che gioca al ribasso offrendo lo smaltimento degli scarti fino a 2 Euro a sacchetto.

Parliamo di trasportatori abusivi non solo cinesi, oramai abbiamo individuato varie etnie coinvolte e dunque l'associazionismo volto a commettere l'illecito". 5/6 Euro a sacchetto è il costo previsto per la raccolta con smaltimento regolare.Contromosse? "Foto-trappole ed appostamenti sono all'ordine del giorno così come un attento monitoraggio sulle ditte che preparano presumibilmente la merce accatastandola nel piazzale della fabbrica. Fermarli al momento del carico è il nostro obiettivo..

ma meglio non raccontare troppo perché si tratta di un lavoro di indagine delicato che riguarda migliaia di ditte cinesi che spesso risalgono a dei prestanome".Qual è la vita media di una ditta? "Sei mesi. Cambiano continuamente ragione sociale, non riusciamo neppure a riscuotere la tassa sui rifiuti perché quando gli addetti della riscossione tributi arrivano, non trovano più i precedenti proprietari".Questa è la realtà ad oggi, che fine hanno fatto i controlli sui Capannoni alveare? "Quella operazione di controllo e monitoraggio ci ha permesso di avere un quadro ben chiaro della situazione: a Prato la comunità cinese si è spaccata nettamente.

Da una parte abbiamo una cosiddetta "terza generazione" che si è regolarizzata arrivando a presentarsi al mercato con livelli di alta qualità, hanno persino apparecchiature innovative. Parliamo di coloro che vivono fuori dalla chinatown e si sono integrati perfettamente. Dall'altra parte abbiamo una illegalità profonda, senza limiti, un contesto sociale magari più ristretto, ma dedito al crimine organizzato a tutti gli effetti".Prato è un modello nazionale, è solo una bella frase oppure qualcuno vi chiama per capire come gestire fenomeni simili? "Non credo si sia capita ancora a livello nazionale la specificità del nostro territorio.

Siamo ricchi ed attivi con un prodotto interno lordo particolarmente elevato, però siamo vittima di reati specifici ancora da studiare".

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