Richard Ginori: DoBank conferma il proprio no alla cessione dello stabilimento

Falchi: “Trattativa surreale. Chi vuole speculare rivolga altrove il proprio interesse”. Ieri incontro al Mise anche per la Tmm di Pontedera

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 settembre 2017 08:51
Richard Ginori: DoBank conferma il proprio no alla cessione dello stabilimento

FIRENZE – Si è conclusa ancora con una fumata nera la riunione che si è tenuta ieri pomeriggio a Roma, presso il Mise, sulla vertenza Richard Ginori: DoBank ha ribadito il proprio no all'ipotesi di accordo definita lo scorso maggio per la cessione dello stabilimento da parte dei liquidatori. Richard Ginori da parte sua ha ribadito la propria volontà di proseguire ad investire per il rilancio dell'attività dello storico marchio, a condizione però di poter acquisire la proprietà dello stabilimento.

Alla riunione che ha coinvolto tutte le parti in causa, in rappresentanza del presidente Enrico Rossi, è intervenuto il consigliere per le questioni legate al lavoro Gianfranco Simoncini, oltre al vice sindaco di Sesto Fiorentino Damiano Sforzi. Ministero e istituzioni, ha spiegato Simoncini, hanno replicato che continueranno ad impegnarsi per arrivare ad una soluzione positiva della vicenda ed superare la posizione di stallo. In tal senso saranno attivati rapporti con i massimi vertici aziendali delle banche coinvolte: DoBank, BNL e Popolare Vicenza ma anche con Unicredit.

"Per la Regione – ha detto Enrico Rossi – la difesa della Richard Ginori è un elemento fondamentale per la salvaguardia di uno dei pilastri storici del patrimonio economico toscano. Faremo di tutto per garantire prospettive di sviluppo dell'azienda. Mi preme sottolineare – conclude Rossi – come da questa vicenda emergano tutti i problemi derivanti dalla cessione di crediti in sofferenza verso istituti che cercano di trarre il massimo profitto, finanche a tre volte quanto pagato con l'acquisizione, senza tener in nessun conto degli interessi generali del territorio".

“Siamo sempre più sconcertati per la piega surreale che sta prendendo la trattativa per la cessione dei terreni. Dopo aver respinto l’offerta concordata prima dell’estate, sulla quale c’era piena sintonia tra tutti i creditori, DoBank ha deciso di riportare la trattativa indietro di diciotto mesi, avanzando richieste economiche fuori dalla realtà”. Così il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, commenta l’esito dell’incontro. Per il Comune di Sesto Fiorentino era presente il vicesindaco Damiano Sforzi. “La situazione è gravissima e siamo pronti ad appoggiare qualsiasi iniziativa vorranno intraprendere i lavoratori, ai quali ribadiamo la nostra solidarietà e vicinanza - dice ancora Falchi - A lasciare senza parole l’irresponsabilità con cui DoBank sta dimostrando di voler affrontare la vicenda, incurante delle conseguenze e dell’irrealtà delle proprie richieste.

Su un punto siamo stati chiari e saremo sempre più chiari e irremovibili: la destinazione d’uso dei terreni non è in discussione e non sarà mai in discussione. Se qualcuno ha in mente qualche speculazione immobiliare, lo invitiamo a riconsiderare i propri progetti: nel futuro di Sesto c’è la Ginori, c’è il lavoro, c’è l’arte. Chi ha altre aspirazioni, si rassegni e rivolga altrove il proprio interesse”.

Si è tenuto ieri anche l'incontro riguardo la vertenza TMM di Pontedera alla presenza del vice Ministro On. Teresa Bellanova e del Dr. Castano, il liquidatore dell’azienda Dell’Omodarme, Massimo Braccini, segretario generale Fiom Toscana e coordinatore nazionale Fiom Piaggio, Marco Comparini e Stefano Benvenuti Fiom Pisa, Alessandro Beccastrini segretario Fim CISL Toscana, Claudio Garzotto e Daniele Morabito Fim CISL Pisa, Daniele Gambardella della Uilm Nazionale e Benedetto Benedetti della Uilm Pisa, Cgil CISL UIL di Pisa Antonio Ledda, Gianluca Federigi e Angelo Colombo, per la Rsu della TMM Cristina Parola, il Sindaco di Pontedera Millozzi e Simoncini per la regione toscana.

L’azienda CSL nonostante la convocazione non si è presentata all’incontro. Il vice Ministro ha ritenuto la mancanza al tavolo dell’azienda un atto di arroganza ed un comportamento inaccettabile. Il liquidatore ha messo in evidenza che ha un preciso e limitato mandato, nessuna possibilità di spese aggiuntive e che la società non ha intenzione di aggiungere risorse. Ad oggi non è apparsa nessuna condizione concreta di interessi di altri soggetti imprenditoriali, a differenza di quanto aveva annunciato pubblicamente.

I rappresentanti sindacali hanno stigmatizzato il grave comportamento aziendale, sottolineato la serietà e la determinazione dei lavoratori che stanno conducendo una lotta sindacale civile e la necessità di costruire una prospettiva industriale che dia una Garanzia ai lavoratori Tmm. E’ stato altresì messo in evidenza di come l’azienda aveva preparato da tempo un percorso volto alla dismissione produttiva, cosa che rende ancor più inqualificabile la loro posizione. Tutti i soggetti sindacali ed istituzionali al tavolo hanno richiesto la necessità di ritirare o sospendere la procedura in modo da avere il tempo per ricercare soluzioni alternative alla cessazione dell’attivitá.

La delegazione sindacale ha inoltre messo in evidenza che debba essere salvaguardato il patrimonio industriale dell’importante indotto della componentistica e a tal fine ha proposto la creazione di un tavolo di discussione che coinvolga direttamente anche la stessa Piaggio. Il Ministero si è reso disponibile a favorire questo percorso, ha invitato nuovamente a partecipare al tavolo la Csl, si impegna a discutere anche con la Piaggio ed ha nuovamente aggiornato l’incontro al prossimo 21 settembre.

Il consigliere del presidente Enrico Rossi per il lavoro, Gianfranco Simoncini, ha ribadito il duro giudizio della Regione Toscana sulla decisione dell'azienda di chiudere la fabbrica, interrompendo improvvisamente l'attività e avviando la procedura di mobilità per il personale. Si è determinato un doppio danno sociale ed economico, ha ricordato: per gli 85 lavoratori che perdono il lavoro, ma anche per l'intero territorio di Pontedera, che rischia così di perdere una produzione, quella delle marmitte, che può contare su una lunga tradizione e consolidate competenze. Simoncini ha ricordato l'impegno del presidente Rossi sulla vicenda, anche attraverso contatti informali con i vertici della Piaggio, e ha chiesto che ha anche il Ministero, come Regione e Comune, prenda contatti con la stessa Piaggio perché possa contribuire al mantenimento di questa produzione sul territorio pontederese.

In evidenza