Riapre Lungarno Torrigiani, euforia e polemiche dopo la voragine

Lungarno Torrigiani restituito alla città dopo poco più di cinque mesi dall’evento del 25 maggio 2016

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 novembre 2016 20:31
Riapre Lungarno Torrigiani, euforia e polemiche dopo la voragine

  Una corsa contro il tempo che Publiacqua ha iniziato nelle ore immediatamente successive e che ha visto impegnati tecnici, progettisti e maestranze per un cantiere da record. La sfida lanciata dal Sindaco di Firenze e raccolta da Publiacqua era quella di restituire il Lungarno per il cinquantesimo anniversario della tragica alluvione del 1966. Oggi, 4 Novembre 2016, Lungarno Torrigiani è stato riaperto e la sfida è stata vinta.

A riaprire questo splendido angolo di città e restituirlo a cittadini e turisti, è stato simbolicamente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, in città per le celebrazioni dell’alluvione del 1966, è passato in visita anche all’area che fino a poche ore prima era un cantiere e che oggi è già tornata a splendere come uno dei mille scorci meravigliosi della città. Un passaggio altamente simbolico quello del Capo dello stato perché ha celebrato il momento in cui una ferita si rimargina per tutta la città di Firenze ed ha avuto il valore di un premio per tecnici, progettisti e maestranze di Publiacqua e delle ditte coinvolte nell’impresa che in questi 163 giorni hanno lavorato H24 per raggiungere un traguardo straordinario.

In 163 giorni di lavoro sono state lavorate 36 mila ore pari a 4.500 giorni/uomo, sono stati posati oltre 1.400 tra pali e barre di consolidamento, è stato realizzato un muro di sostegno alla spalletta di 120 metri circa e una pista di cantiere sull’Arno lunga 500 metri.

“Il risultato che raggiungiamo oggi ci inorgoglisce e ci dimostra che quando tutti lavoriamo per raggiungere lo stesso obbiettivo, quando mettiamo il bene comune davanti a tutto, la parola impossibile non esiste – dice il Presidente di Publiacqua Filippo Vannoni - Il cantiere di Lungarno Torrigiani che oggi chiudiamo ufficialmente è un esempio di come anche in Italia si possano realizzare grandi opere in tempi record. Che questo fosse possibile, del resto, lo aveva già dimostrato nel 2014 la realizzazione dell’Emissario in riva sinistra d’Arno.

Un’impresa che oggi si ripete. In ambedue i casi lo scenario di governo è stato identico. Una forte regia di un Ente locale, la Regione nel primo caso, il Comune di Firenze, nel secondo, che coordina tutti i soggetti che devono assumere decisioni, verifica in tempo diretto le problematiche, fissa e monitora i tempi dei passaggi e degli iter autorizzativi, monitora lo stato di avanzamento dei lavori. Tutto ciò accompagna l’impegno di un gestore capace di progettare e realizzare in 163 giorni un’opera che ha comportato 36.000 ore di lavoro, pari a 4.500 giorni lavorativi, per installare 1.400 pali e mettere in sicurezza l’area colpita della voragine.

Senza le competenze messe in campo da Publiacqua, non sarebbe stato possibile raggiungere il traguardo importante di riaprire in pochi giorni il Lungarno Torrigiani. Il cantiere Torrigiani, la sua conclusione in tempi record e la sua conduzione sono una dimostrazione tangibile delle competenze tecniche del personale di Publiacqua, Ingegnerie Toscane e delle aziende che sono state impegnate sul cantiere. Un cantiere, lo voglio sottolineare con orgoglio, che è stato condotto in maniera eccezionale anche sul fronte mai eludibile della sicurezza dei lavoratori e questo nonostante condizioni non facili di operatività, con macchinari di grandi dimensioni e personale numeroso che si sono trovati ad operare in contemporanea in uno spazio molto ristretto.

Non posso che ringraziare tutti, progettisti, tecnici ed operai, per la professionalità messa in campo e per aver portato a termine in tempi record un'impresa eccezionale”.Durante la visita di Sergio Mattarella sul lungarno alcuni lavoratori del cantiere e la Fillea Cgil hanno consegnato al Presidente della Repubblica una lettera firmata dagli stessi che lo ringrazia “per la partecipazione alla consegna di questo cantiere così simbolico per tutta la città di Firenze” e sottolinea, circa il settore edile, “l’esigenza di più lavoro, di maggior sicurezza e trasparenza sui cantieri e, in particolare, di far andare in pensione gli ultrasessantenni che sono ancora sui ponteggi”. “Con forte senso di responsabilità i lavoratori hanno ricordato che serve maggior riconoscimento al valore di questo mestiere”, ha detto Marco Benati di Fillea Cgil Firenze.“Avevamo chiesto un riconoscimento per i lavoratori del cantiere di Lungarno Torrigiani, per il loro impegno, il loro sacrificio e la loro professionalità. Oggi accogliamo con favore l’intenzione del sindaco Dario Nardella di premiarli con le Chiavi della Città.

E’ un onore per tutti gli edili di Firenze. Allo stesso tempo, siamo impegnati affinché ci sia anche un premio di risultato nelle trattative con Publiacqua e le ditte”: sono le parole di Marco Benati, segretario generale di Fillea Cgil Firenze, che stamani ha incontrato i lavoratori sul lungarno insieme al sindaco Nardella stesso. “Abbiamo invitato il sindaco alla prossima iniziativa della Fillea Cgil, che organizzeremo prossimamente, per valorizzare l’importanza del lavoro edile e del restauro per la città di Firenze”, aggiunge Benati.

 L'Associazione Città Ciclabile di Firenze Onlus per voce di Carla Lucatti dichiara: "I lavori su Lungarno Torrigiani avrebbero potuto prevedere il proseguimento dell'asse ciclabile lungo l'Arno, che si interrompe sul Ponte alle Grazie e riappare dopo il Ponte della Tramvia.Ma questo intervento non è stato realizzato.E' una decisione che fa il paio con le chiusure di piste ciclabili per i lavori della tramvia senza fornire alternative o con le rimozioni in centro senza prevedere l'installazione di altre rastrelliere.Decisioni gravi che da un lato obbligano spesso ad "arrangiarsi" i ciclisti che, malgrado tante difficoltà, ancora resistono e dall'altro lato impediscono la diffusione di questo mezzo, l'unico che rispetta la salute di tutti, l'ambiente, i monumenti, che rende le strade un po' meno pericolose grazie alla sua velocità "slow" e che permette di muoversi occupando pochissimo spazio nel pantano del traffico". Queste invece le dichiarazioni di Saverio Di Giulio, Responsabile di CasaPound Firenze: “Fermo restando che porgo i miei più sinceri complimenti agli operai, costretti a turni estenuanti per permettere a Nardella di fare una figura un po’ meno meschina di quanto non abbia comunque fatto, l'inaugurazione in pompa magna del lungarno Torrigiani riaperto al traffico è una doppia presa per i fondelli per i fiorentini: prima di tutto perché si tratta di un rattoppo maldestro e, in secondo luogo, perché chi si sta vantando per questo rispristino a metà, sono gli stessi responsabili del crollo e di una situazione creata che sta costando caro, anche economicamente, a Firenze e ai fiorentini. In pieno stile Nardella dopo aver rimediato una bruttissima figura planetaria con il crollo dovuto all'incuria, all’incompetenza e al menefreghismo Nardella si permette anche di strumentalizzare una data sacra ai fiorentini come quella dell'alluvione del 1966 per tentare di far dimenticare le gravi responsabilità politiche che vi sono dietro al crollo del Lungarno Torrigiani.

La solita pagliacciata pubblicitaria, insomma, buona solo per far fare la sfilata al sindaco a braccetto col Presidente della Repubblica e l'ennesima offesa ai fiorentini che sono ancora in attesa di conoscere le cause dello smottamento e nomi dei colpevoli tutt’ora impuniti. Si tratta di una pagliacciata e di un’offesa, anche perché il Lungarno non è stato realmente ripristinato nella stato antecedente al crollo: la spalletta infatti resta pericolosamente sporgente e in bilico sull'Arno e non c’è nessuna garanzia del fatto che la situazione attuale corrisponda al massimo della sicurezza per la sua tenuta futura e oltre a questo si è modificato così la fisionomia originaria e di conseguenza anche la visuale di questo importante e monumentale pezzo di Firenze.”

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