Registro dei matrimoni gay all'estero: approvata la mozione di SEL

Torselli (FdI-An): "Trascrivere le unioni nel registro significa aprire la strada anche all'adozione di figli e questo per noi è inaccettabile". Federica Giuliani (Pd): "Ora il Parlamento legiferi"

Redazione Nove da Firenze
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13 ottobre 2014 22:39
Registro dei matrimoni gay all'estero: approvata la mozione di SEL

Nel tardo pomeriggio di oggi, è arrivata l'approvazione della mozione per la trascrizione dei matrimoni gay contratti all'estero da parte del Consiglio comunale di Firenze. La mozione era stata presentata dai consiglieri Grassi, Trombi e Verdi e dal consigliere Alessio Rossi (PD).

"E' stata la risposta migliore che la città di Firenze potesse dare ad Alfano e a chi ancora pensa che i diritti civili possano aspettare. E' un messaggio forte e chiaro rivolto al premier, Matteo Renzi, affinché il Governo da lui presieduto dia subito impulso ad una legge a lungo promessa, ma, per adesso, rimasta lettera morta".Lo afferma la senatrice di Sinistra Ecologia e Libertà Alessia Petraglia "Il PD nazionale - prosegue la senatrice - dimostri di avere lo stesso coraggio mostrato da gran parte di quello fiorentino, dia prova di essere cosa diversa rispetto al suo alleato Alfano e metta all'ordine del giorno l'approvazione del ddl per il riconoscimento delle unioni civili e dei matrimoni gay.

E' tempo di passare dalle parole ai fatti, di ascoltare la voce del Paese che chiede di compiere un grande passo avanti nel campo dei diritti civili". "Alla fine di questa giornata importante - conclude - dobbiamo ringraziare tutti i consiglieri comunali di SEL che in queste settimane hanno lavorato per raggiungere questo risultato importante, a Firenze come negli altri comuni del nostro territorio dove la mozione è stata approvata. Grazie al loro impegno siamo riusciti a porre le basi per vincere, finalmente, una grande battaglia di civiltà"."Richiedere la trascrizione dei matrimoni gay contratti all'estero nel registro dei matrimoni è una richiesta strumentale, peraltro inattuabile, che serve soltanto a creare un dibattito da bar e che non compie alcun passo nella direzione della conquista di diritti da parte degli omosessuali.

Per questo non ho votato la mozione presentata dalla sinistra in consiglio comunale. Sono ovviamente favorevole a garantire qualsiasi tipo di diritto per chiunque, ma il matrimonio è un'altra cosa: l'unione di un uomo ed una donna, magari coronata da dei figli". Questa la dichiarazione di Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale a Palazzo Vecchio. "Per garantire i diritti alla convivenza, alla successione, alla reciproca assistenza - spiega Torselli - basta cambiare qualche articolo del codice civile.

Trascrivere nel registro dei matrimoni le unioni gay sancite all'estero, significa equiparare queste ultime ai matrimoni e quindi spianare la strada alla possibilità anche per i gay di procedere con l'adozione di figli. E questo per noi resta inaccettabile".Anche Cristina Scaletti (La Firenze Viva) è intervenuta nel dibattito: “Ringrazio i consiglieri Grassi, Trombi e Verdi e Rossi per aver presentato questa mozione sulla trascrizione dei matrimoni contratti all'estero che ci sottolinea quanto la garanzia del diritto di un altro non é solo un grande atto di civiltà ma é a tutela dei diritti di tutti, un principio fondamentale che io ho sottolineato più volte. Capisco l’imbarazzo del sindaco Nardella e dei sindaci renziani che si trovano di fronte un governo che già da tempo insediato ma che non ha intenzione di porre questo tema dei diritti civili, delle unioni tra persone dello stesso sesso, nella sua agenda, imbarazzo che si accresce sapendo che Alfano che dice di non trascrivere nei registri comunali le unioni fra persone dello stesso sesso, è un ministro di Renzi, scelto da Renzi. La legge sui matrimoni esiste in 11 stati dell’Unione Europea e in altri 12 esiste la legge sulle unioni civili.

E come si può parlare di libertà di circolazione negli stati dell’Unione Europea se uno risulta sposato in uno stato ma non in un altro. Perché il governo Renzi non ha ancora fatto una legge che tolga ogni dubbio? E’ lo stesso Parlamento che ancora non vota una legge sulle unioni civili, è lo stesso Parlamento che si è garantito, ad esempio, la reversibilità della pensione per tutti coloro che sono conviventi, anche persone dello stesso sesso; il parlamento non legifera per i cittadini, ma per se stesso si e così facendo sancisce la differenza fra gli uni e gli altri. E’ un tema che ha a che fare con la garanzia dei diritti di tutti, e certamente occorrono le leggi statali.

Ma noi oggi possiamo votare quest’atto e dare un esempio a livello nazionale.”Secondo Federica Giuliani (Pd): "Sicuramente l'intento dei proponenti di avere attenzione mediatica è stata raggiunta, è e resta una battaglia per i diritti civili ed un vuoto normativo da colmare come ha detto il Sindaco. Niente a che vedere con la pretesa e irricevibile, se non addirittura illecita, richiesta di registrazione delle unioni celebrate all'estero o di registri che ne riconoscano l'esistenza, contrari al nostro ordinamento e per cui il legislatore è l'unico titolato a regolamentare e provvedere in materia, come ha affermato di recente la corte di cassazione. Il parlamento operi concretamente con volontà e coraggio per affrontare il tema attraverso una legge specifica come già accade in molti paesi europei, i tempi sono sicuramente maturi ed il dibattito politico molto avanti per garantire a tutti diritti civili senza discriminazione alcuna, con una riflessione attenta di quello che è l'istituto del matrimonio ed il riconoscimento delle unioni civili. L'esigenza maturata nella società affinché vengano riconosciuti diritti alle coppie omosessuali nella vita quotidiana come pure nelle relazioni sociali e patrimoniali ma soprattutto di mutua assistenza è ormai necessario che sia tradotta dal legislatore".I consiglieri del gruppo PD Bassi, Albanese, D’Ambrisi, Nannelli, Milani, Rossi, Guccione e Fratini hanno presentato un Ordine del Giorno collegato alla mozione presentata da Sel che invita il Parlamento a legiferare una regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze e invita la Presidente del Consiglio comunale a trasmettere il presente atto al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti di Camera e Senato.

“Riteniamo – sottolineano i consiglieri Pd – che ogni atto approvato in Consiglio che vada in direzione di una regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso sia un segnale positivo, ma non produrrà effetti diretti; in ogni caso occorre, esclusivamente, una legge nazionale che regoli questa delicata materia. Solo una legge nazionale può dare un forte segnale per disciplinare le unioni civili tra persone dello stesso sesso”.

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