Recupero degli edifici rurali abbandonati: approvata la legge

Bando da 15 milioni: contributi per 57 imprese agricole e agroalimentari

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 febbraio 2017 23:22
Recupero degli edifici rurali abbandonati: approvata la legge

FIRENZE - La Toscana ha una nuova legge che incentiva il recupero edifici abbandonati nelle aree rurali. La proposta presentata dalla Giunta regionale è stata approvata in Consiglio, diventa così norma la modifica alla lr 65/2014 volta a tutelare il paesaggio e al tempo stesso combattere l'abbandono ed il degrado nelle campagne.

"La nuova legge per il recupero del patrimonio edilizio rurale - spiega l'assessore regionale all'urbanistica Vincenzo Ceccarelli - rafforza i principi che sottendono alla legge urbanistica regionale, cioè la volontà di limitare il consumo di suolo e di valorizzare gli immobili esistenti e spesso abbandonati. Nostro obiettivo è riqualificare il territorio, ma anche migliorare gli edifici stessi, infatti sono previsti incentivi crescenti man mano che nella ristrutturazione vengono applicati principi di prevenzione sismica e risparmio energetico".

Il testo, presentato in aula dal presidente della commissione Territorio e ambiente Stefano Baccelli(Pd) definisce lo stato di abbandono e le condizioni di degrado degli edifici escludendo, tra l’altro, quelli ai quali sia stata rilasciata la sanatoria edilizia straordinaria o siano state applicate sanzioni pecuniarie. “Sono, inoltre, esclusi – ha precisato Baccelli - gli edifici posti in aree caratterizzate dalla più elevata classe di pericolosità geomorfologica ed idraulica”. Tra gli interventi ammessi, anche una “graduale possibilità” di aumento volumetrico per l’efficientamento energetico e di sicurezza sismica.

‘No’ convinto all’atto da parte del Movimento 5 Stelle. “Si fa confusione – ha detto il presidente Giacomo Giannarelli – tra le competenze proprie della Regione e quelle dei Comuni”. “Si parla – ha aggiunto Giannarelli- di ampliamenti anche se i piani urbanistici comunali non li prevedono” e “non cogliamo l’occasione di recuperare gli immobili con il recupero del territorio”. “Perché – domanda il consigliere regionale - non si chiedono detrazioni fiscali o possibilità di finanziamento a tasso agevolato per i lavori di recupero del patrimonio edilizio?”

Voto favorevole all’atto da Lega Nord. “Riteniamo questa legge un passo avanti – ha detto Elisa Montemagni – per il recupero degli edifici abbandonati sul nostro territorio. Non consumiamo suolo se non ce n’è bisogno”.

La consigliera regionale Elisabetta Meucci (Pd) è intervenuta per sottolineare alcuni profili della legge come “il principio del contenimento del suolo” e del “recupero del patrimonio edilizio abbandonato e dismesso da anni che produce degrado.” “Con questa misura – ha concluso Meucci – ci poniamo anche l’obiettivo di una riqualificazione non solo energetica ma anche di adeguamento sismico”.

Voto contrario è stato espresso da Tommaso Fattori (Sì). “L’obiettivo dichiarato – ha detto il capogruppo – è quello di recuperare il patrimonio edilizio rurale abbandonato e in degrado in alternativa al consumo di nuovo suolo. Tuttavia dal punto di vista operativo non si garantisce che il recupero con ampliamenti sia realmente un’alternativa al nuovo consumo di suolo”.

La nuova legge stabilisce le modalità e gli incentivi con le quali il recupero dei casolari di campagna abbandonati potrà avvenire, ad esempio viene ammessa la possibilità, per quegli immobili non sottoposti a vincolo di restauro conservativo, di un graduale e progressivo aumento volumetrico in virtù di miglioramenti dal punto di vista dell'efficientamento energetico e della sicurezza sismica. Sono anche previste riduzioni degli oneri comunali. Fanno, naturalmente, eccezione gli edifici che si trovano in aree a rischio idraulico o geomorfologico elevato, cioè in aree dove l'insediamento è da scoraggiare.

57 progetti finanziati con l'erogazione complessiva di 15 milioni di euro di contributi. E' questo l'esito del bando rivolto alle imprese agricole e agroalimentari che operano nell'ambito della trasformazione, commercializzazione e sviluppo dei prodotti agricoli. In questi giorni è stata approvata e pubblicata sul Burt la graduatoria di questo intervento (sottomisura 4.2) previsto nell'ambito del Programma di sviluppo rurale. Così come emerge dalla graduatoria sono stati finanziati gli investimenti tesi ad aumentare la competitività delle nostre aziende, a promuovere l'adeguamento e l'ammodernamento tecnologico delle strutture produttive, di trasformazione, e commercializzazione, a migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro e a promuovere tutti i processi produttivi rispettosi dell'ambiente.

"Con questo intervento – ha evidenziato l'assessore all'agricoltura Marco Remaschi – abbiamo inteso rafforzare le filiere agroalimentari toscane e valorizzare le produzioni di qualità. La risposta delle imprese è stata molto significativa: basti pensare che, a fronte di un contributo complessivo di 15 milioni, si attiveranno 50 milioni di investimenti. Segno che c'è una forte determinazione a far crescere questo settore".

Complessivamente, le domande presentate entro la scadenza prevista (30 novembre) sono state 67. di queste 57 sono state ammesse a finanziamento. Gran parte del territorio toscano è stato coinvolto con una prevalenza di domande dalle Province di Grosseto (16 domande), seguita da Siena (15) e Firenze (10). Tra le filiere interessate, quella zootecnica ha raccolto il maggior numero di domande (17) con la richiesta di 6.400.000 euro di contributi a fronte di 22.260.000 euro di investimenti. Alle sue spalle la filiera vitivinicola (16 domande), con la richiesta di circa 3.730.000 euro di contributo per 10.700.000 euro di investimenti, quella olivicola (n.

11 domande per 1.830.000 euro di contributo rispetto a 5.600.000 euro di investimenti), quella ortofrutticola ( 5 domande, con richiesta di circa 1.160.000 euro di contributo a fronte di 4.300.000 euro di investimenti), quella cerealicola (7 domande, con richiesta di circa 825.000 euro di contributo per 2.850.000 euro di investimenti). Una domanda è stata ammessa a finanziamento per la cosiddetta "multifiliera" con 900.000 euro di contributo per 3.830.000 euro di investimenti. Dopo l'approvazione della graduatoria, ora gli uffici regionali effettueranno l'istruttoria delle singole domande: prossimo passaggio l'emissione, entro i termini previsti (90 giorni dalla pubblicazione sul BURT) dei i primi contratti per l'assegnazione dei contributi.

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