Ragazzo down cacciato da una partita di pallavolo

Tesserati due rifugiati in attesa di asilo dalla formazione maschile di Sarteano, che milita nel campionato di prima divisione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 novembre 2015 22:02
Ragazzo down cacciato da una partita di pallavolo

Sabato scorso durante una partita di pallavolo a Sesto Fiorentino dove giocava la squadra di Orbetello. Matteo, un ragazzo di vent’anni con la sindrome di down e tesserato della Pallavolo Orbetello di cui il padre è allenatore, è stato allontanato dalla panchina dagli arbitri che hanno applicato alla lettera il regolamento che prevede a bordo campo solo un dirigente. Il padre-allenatore, Andrea Bartolini, a fine partita ha protestato contro la decisione ed è stato squalificato per una giornata.

“Lo sport deve abbattere le barriere, non si possono accettare situazioni simili. Occorre maggior flessibilità nell’applicazione delle regole in un mondo che deve essere una palestra educativa”. E’ quanto dichiara il consigliere Pd Nicola Armentano, presidente della Commissione politiche sociali e della salute, sanità e servizi sociali del Comune di Firenze “Sport significa inclusione – aggiunge il consigliere Armentano – ed episodi come questi vanno condannati. Chi come me ha vissuto lo sport, e oggi riveste un ruolo che si propone di vincere le diversità, di facilitare l’inclusione piuttosto che creare barriere, che si adopera per portare anche al di fuori dello stesso i valori puri che sono propri dello sport, quanto accaduto fa soltanto dispiacere e rabbia. La triste vicenda che è capitata a Matteo – conclude Armentano – mi porta, allo stesso tempo, ad aumentare ancor di più il mio impegno affinché questo non si ripeta”.

Jack Seedy e Moussa Konte passeranno alla storia come i primi due giocatori africani nell’ultradecennale storia della Pgs Sarteano. La società pallavolistica ha infatti reso ufficiale il tesseramento dei due rifugiati, richiedenti asilo, che da alcune settimane sono ospitati sul territorio sarteanese presso la struttura Fonte Maya. I due, entrambi senegalesi, saranno aggregati alla prima squadra allenata da Paolo Pellegrini. La formazione che milita nel campionato di prima divisione lo scorso anno ha sfiorato la promozione diretta in serie D e quest’anno punta in alto. L’operazione, resa possibile grazie alla collaborazione con il locale circolo Pd e con la sezione Anpi, che hanno sostenuto le spese per la visita medica, è stata ufficializzata dopo i necessari accertamenti clinici.

“Non vedo l’ora di allenare i nuovi acquisti – dice l’allenatore, Paolo Pellegrini – la loro fisicità sarà utile ad alzare il tasso atletico della squadra. Sono molto contento della positiva accoglienza riservata ai nuovi dal gruppo e spero che ci possano dare una mano per toglierci qualche soddisfazione in campionato”.

La storia di Jack e Moussa è purtroppo comune a migliaia di giovani arrivati dalla vicina Africa. Scappati dalla guerra o da condizioni di vita senza speranza, hanno intrapreso un viaggio lungo un anno dal Senegal fino alle coste della Sicilia. Passati di mano in mano a trafficanti di uomini che senza il minimo scrupolo hanno favorito, in cambio di denaro, la traversata del deserto e poi quella del Mediterraneo.

"Non pensiamo di risolvere il problema dell’immigrazione con questa iniziativa – dice il consigliere comunale Mirco Del Buono – ma siamo convinti che lo sport annulli le differenze e aiuti l’integrazione. Era giusto cogliere questa occasione grazie alla disponibilità della Pgs”. “Dopo le positive esperienze realizzate lo scorso anno dal calcio con la Uisp – conclude Del Buono - con altri rifugiati in attesa di asilo politico, era arrivato il momento di provare con la pallavolo. Soprattutto da parte mia che ormai da anni gioco in questa squadra”. "Il compito dello sport è quello di integrare ed educare - conclude Tiziana Pellegrini, presidente della Pgs 

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