Ragazza aggredita a Montelupo, i misteri dell'Ambrogiana

L'aggressione avvenuta sabato 14 ottobre a Montelupo Fiorentino nei pressi del Parco urbano dell'Ambrogiana non ha ancora un colpevole.

29 ottobre 2017 14:30
Ragazza aggredita a Montelupo, i misteri dell'Ambrogiana

Una giovane è stata ripetutamente colpita alla testa con un corpo contundente e trascinata per un centinaio di metri fino al luogo in cui alcuni passanti l'avrebbero poi trovata alle 7 del mattino, dietro un muretto di cinta, ricoperta da un manto di foglie come a volerla nascondere. 

La ricostruzione di ciò che è accaduto attraverso le prime testimonianze racconta che dopo una serata passata in discoteca, ed una discussione con un gruppo di amici, la giovane decide di far rientro a casa e si dirige a piedi verso la Stazione. Durante il tragitto, l'aggressione brutale.

Questi i fatti fin qui accertati ma troppe ancora le lacune in quello che ha assunto da giorni i connotati di un drammatico giallo accaduto nella provincia fiorentina. Montelupo è un comune di 14 mila abitanti, uno di quei borghi in cui si conoscono tutti, dove i casi di cronaca al massimo si ascoltano in tv. Eppure quella notte, in quel parco dove di giorno i bambini giocano, qualcuno ha aggredito una ragazzina con una violenza inaudita lasciandola in fin di vita. 

La ragazza è fuori pericolo ma resta ricoverata. Ha riportato un grave trauma cranico e una lesione al lobo oculare. Nei giorni scorsi è stata ascoltata anche dal pm Alessandra Falcone ma non ricorda quasi nulla di quella notte. 

A condurre le indagini sono gli investigatori della squadra mobile di Firenze e i poliziotti del commissariato di Empoli guidati dal procuratore Giuseppe Creazzo; hanno immediatamente sentito gli amici che erano in compagnia della diciassettenne per ricostruire la dinamica dell'accaduto. Tentato omicidio è il reato ipotizzato dalla Procura: la gravità dell'aggressione e il modo in cui è stata ritrovata la vittima hanno convinto gli inquirenti a procedere per un reato più grave delle lesioni gravissime supposte inizialmente. 

LA RICOSTRUZIONE: venerdì sera la comitiva di ragazzi decide di andare in una discoteca che si trova nella zona industriale. Sarebbe qui che la diciassettenne vede il suo ex fidanzato in compagnia di un'altra ragazza e la cosa l'avrebbe ingelosita. Forse per questo sarebbe uscita di corsa dal locale raggiunta dai suoi amici. A questo punto un testimone dice di averla vista litigare animatamente con un uomo fuori dalla discoteca, al momento non ancora identificato. Gli inquirenti starebbero esaminando tutte le immagini delle telecamere del locale. Ma è da qui in poi che la ricostruzione diventa più sfumata: verso le 4 del mattino tutti insieme si sarebbero spostati nel parco dell' Ambrogiana dove sembrano essersi intrattenuti per un po'. A un certo punto la giovane studentessa si sarebbe allontanata, forse da sola, verso la stazione per prendere un treno o un autobus. 

L'area in cui è stata aggredita e ritrovata non è coperta dalla videosorveglianza. L'unica ripresa utile, risale alle 6:13 del mattino e sarebbe quella di una telecamera attigua all'ex Ospedale Giudiziario di Montelupo che ritrae la giovane, dal sola e al telefono. Dalle verifiche non si sarebbe trattato di una telefonata fatta per chiedere aiuto.

Alle 6.15 un testimone che abita in prossimità del viale in cui poi verrà ritrovato il corpo agonizzante dell'adolescente, riferisce di aver sentito delle urla e una volta andato alla finestra di aver visto allontanarsi un ragazzo con una felpa rossa. E' dunque a quest'ora che molto probabilmente deve essere avvenuta l'aggressione. 

IL RITROVAMENTO: la scoperta avviene tra le 7 e le le 7.15 quando una donna facendo jogging nel parco si accorge di quel corpicino coperto di foglie e sangue. Più o meno a quell'ora un gruppetto di ragazzi si reca al commissariato di Empoli per denunciare la scomparsa di una loro amica dopo una serata in discoteca. Sono gli amici della ragazza: come mai abbiano deciso di denunciarne la scomparsa così presto, senza nemmeno avvertire i genitori di lei o accertarsi che fosse già rientrata a casa, è un dettaglio che ha sorpreso gli inquirenti e che andrà chiarito.  

Dai rilievi sul posto è emerso che dopo la brutale aggressione, il suo assalitore ha deciso di spostarla, forse per nasconderla e ritardarne il ritrovamento. La studentessa pesa appena 40 chili eppure le tracce di sangue sull'asfalto e il fatto che fosse senza scarpe fanno pensare a un trascinamento che deve essere avvenuto per centinaia di metri. 

Altro dettaglio importante: dalla borsetta non è stato rubato nulla, il denaro era al suo posto. Manca all'appello invece il cellulare. 

QUELLO STRANO SMS: "Domani sarò morta, Addio!" è un messaggio che parte dallo smartphone della studentessa quella notte e diretto a una sua amica che le aveva chiesto un incontro per il giorno dopo. Parole che hanno lasciato tutti sbigottiti, visto quello che accadrà di lì a minuti. Durante un raro momento di lucidità, la giovane confermerà in ospedale di essere stata lei a scriverlo. Perché si sia espressa in quel modo e se quel messaggio andasse inteso in senso letterale o se invece in modo metaforico potrà essere chiarito solo da lei, una volta che sarà pienamente cosciente e in grado di recuperare i ricordi. 

"Chi sa qualcosa parli!" è l'appello del padre della ragazza che da giorni sorveglia la stanza della figlia temendo una rappresaglia da parte di chi secondo lui aveva come obbiettivo quello di ucciderla. 

LE TRACCE BIOLOGICHE E LE CELLE TELEFONICHE La svolta nelle indagini potrebbero arrivare dal materiale organico che potrebbe trovarsi sotto le sue unghie. Le verifiche sono affidate alla scientifica. Dall'analisi delle celle telefoniche forse si potrà risalire ad altri individui presenti sul posto nei minuti incriminati.

Dal recupero della memoria si spera possano arrivare elementi significativi che facciano luce nel buio che ancora avvolge quella notte.

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