Raccolta dei rifiuti in Toscana: tra alternative sostenibili e paura di cambiare

Dopo l'allarme lanciato nelle settimane seguenti alla probabile dismissione degli impianti di incenerimento, la Toscana si interroga sul futuro del settore

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 luglio 2018 15:42
Raccolta dei rifiuti in Toscana: tra alternative sostenibili e paura di cambiare

Un settore in apparente stato di smarrimento quello dei rifiuti in Toscana, si va dagli allarmi lanciati dagli addetti ai lavori sui possibili aumenti tariffari dovuti ad un cambio di strategia ai tavoli di concertazione richiesti dai sindacati, preoccupati che le modalità di conferimento, ritiro e smaltimento possano portare ad una variazione economica del mercato del lavoro. Sulle strategie da adottare per il futuro permangono molte incertezze: sugli investimenti, sulla formazione di cittadini ed addetti ai lavori, sulla logica della filiera e sulle opportunità di poter sostenere i costi in tariffa adottando le pratiche in uso nei comuni cosiddetti "ricicloni".Oggi Sindacati ed Anci Toscana sottoscrivono un atto congiunto che riporta al suo interno il seguente passaggio "Può sembrare una dichiarazione ovvia, ma in realtà essa non è banale.

La questione dell’evoluzione delle modalità di lavoro è infatti inscindibile dagli obiettivi di buon andamento del servizio e di rispetto delle regole, elementi che costituiscono la stella polare di ogni riflessione". Quale sarebbe la dichiarazione cui convergono forza lavoro ed istituzioni? "Qualsiasi cambio di organizzazione dei servizi non può che essere chiaramente declinato se non all'interno della contrattazione nazionale di riferimento, che deve evidentemente essere sempre applicata come stabilito".

Traspare una paura di cambiare legata al fenomeno della riorganizzazione del settore ed a far preoccupare è soprattutto la modalità definita "del porta a porta". L'effetto domino provocato dalla rinuncia alla creazione di un impianto di incenerimento a Firenze, con le ipotesi di dismissione degli impianti e delle discariche già presenti nella regione, si sta espandendo ed è in atto una riflessione sul tema. Si tratta del giusto approccio al problema?

 Anci Toscana, FP CGIL, FIT CISL, UILT e FIADEL Toscana in un documento congiunto siglato oggi nella sede ed alla presenza del presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato Matteo Biffoni e del responsabile di settore AnciToscana e sindaco di Scandicci Sandro Fallani pone l’obbiettivo di “mettere in luce determinate criticità riguardo l’evoluzione dei modelli e delle dinamiche di lavoro relative alle modalità del servizio di raccolta dei rifiuti”. Il riferimento è in particolare al sempre più diffuso cambio delle modalità dei servizi, come il porta a porta, che "comporta oggettive modifiche all’organizzazione del lavoro".  Nell'atto si legge "Il fine comune è quello di offrire ai cittadini un servizio di qualità ad un costo sostenibile, dall'altra di garantire il riconoscimento dei diritti e delle tutele previste per i lavoratori impiegati ad ogni titolo nel comparto, così come sancito e delineato dai citati contratti collettivi nazionali di riferimento, richiamando peraltro l’attenzione sull'opportunità di creare le condizioni per una limitazione del ricorso ad affidamenti esterni.Nove da Firenze ha recentemente trattato l'argomento in un articolo - intervista ad un ex assessore regionale e comunale che da anni lavora nel settore che ha puntato l'attenzione sulla strategia da adottare al fine di preparare la Toscana ad affrontare il futuro: aumento della raccolta differenziata, creazione di impianti di compostaggio, incentivi al riciclo ed al riuso dei materiali.

In evidenza