Quando nel negozio Fiorucci si parlava d'arte.

La recente scomparsa di Elio Fiorucci ci induce a ricordare come “l'hippie della moda” abbia lasciato una traccia significativa e originale anche a Firenze.

Alessandro
Alessandro Lazzeri
12 agosto 2015 00:28
Quando nel negozio Fiorucci si parlava d'arte.

In via dell'Ariento di fronte al Mercato di San Lorenzo per molti anni ha avuto sede il negozio Fiorucci, che non si notava soltanto per lo stile inconfondibile di colori angeli e fantasie. Era, infatti, un luogo d’incontri tra artisti, critici e letterati. Un luogo eccentrico rispetto ai consueti caffè letterari e gallerie, dove potevi incontrare Vinicio Berti e Luca Alinari, Sergio Staino il padre di Bobo o il regista Luca Ronconi. Dai primi anni Settanta a tutti gli anni Ottanta il Box Fiorucci, questo il nome del negozio, era il punto d'incontro di creativi, artisti e critici.

L'essere divenuto il negozio Fiorucci questo luogo particolare fu favorito dall'immagine dello stilista “hippie creativo”attento alle espressioni artistiche contemporanea e amico di artisti come Andy Warhol o Keith Haring. A questa peculiarità si unì la causalità o forse una sorta di congiuntura astrale che volle come titolare del negozio Paolo Favi artista fiorentino ed esponente di punta dell'astrattismo. Ed è Paolo Favi a rievocare l'atmosfera di quegli anni: “Per venti anni il negozio è stato luogo d'incontro di artisti, critici e appassionati d'arte.

Una sorta di magia e di passa parola che faceva arrivare personaggi non consueti in un negozio d'abbigliamento. Se Vinicio Berti era una sorta di ospite, sempre presente, anche altri pittori o critici, arrivavano consapevoli per discutere d'arte, progettare una mostra o promuovere un appello. In negozio si sono incontrati e rappacificati, dopo una discussione che li aveva allontanati Silvio Loffredo e Vinicio Berti. Anche il critico della Nazione Tommaso Paloscia, intento a scrivere il suo straordinario “Accadde in Toscana” era spesso presente agli incontri, più o meno, casuali con artisti e storici dell'arte.” “E' difficile rievocare tutti personaggi che sono passati - afferma Favi- al Box Fiorucci.

E' difficile dimenticare anche l'attenzione e la simpatia con cui Elio Fiorucci guardava al negozio fiorentino che portava il suo nome e che aveva un’atmosfera che, forse, corrispondeva alla sua creatività e fantasia .”

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