Preso a sassate perché gay

Aggressione omofoba a Castelfiorentino. Barni: "Contro pregiudizi e violenza lezioni a scuola". Marialuisa Favitta presidente di Movimento Pansessuale, ArciGay Siena: “La solidarietà non basta, serve subito una legge contro l’omofobia”. Politiche di inclusione per le persone Lgbti, sì di Metrocittà Firenze a Re.a.dy

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 gennaio 2016 19:53
Preso a sassate perché gay

FIRENZE- Vittima nei giorni scorsi un giovane gay di Castelfiorentino, assalito verbalmente e preso a sassate da una baby gang alla stazione ferroviaria. Un fatto grave, a cui è seguita poi in una denuncia ai carabinieri, con il giovane accompagnato in caserma dal sindaco del paese.

Condannare, con fermezza, ma anche e soprattutto educare. La vicepresidente della Toscana Monica Barni, che come assessore ha la delega alle pari opportunità, censura l'episodio. "Episodi omofobi come questi vanno fermamente condannati –sottolinea la vice presidente della Toscana, Monica Barni- ma è importante anche il lavoro che può essere fatto a scuola, per evitare che i ragazzi crescano e vengano su con pregiudizi che poi possono sfociare in fatti come questi". La Regione Toscana da anni è impegnata contro l'omofobia.

"Le discriminazioni per orientamento sessuale sono equiparate a quelle xenofobe, legate all'etnia o di ogni altro aspetto della condizione umana e sociale, da rifiutare, denunciare e a cui opporsi con forza", ricorda Barni. Così si pronuncia infatti lo Statuto della Regione, ovvero la sua carta fondamentale, all'articolo 4; e con lo stesso scopo è stata scritta la legge regionale 63 del 2004. Al di là delle enunciazioni, la Regione si è attivata anche da un punto di vista operativo. L'Osservatorio permanente contro le discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere censisce e monitora, con la collaborazione dei Comuni, i casi di discriminazione, informa e sensibilizza l'opinione pubblica con interventi educativi nelle scuole e all'università.

"Abbiamo promosso corsi a cui hanno partecipato studenti e insegnanti", ricorda la vice presidente.

“Esprimiamo la nostra vicinanza a Christian Cicilano per l'aggressione subita e lo ringraziamo per il coraggio che ha avuto nel denunciare i suoi aggressori. Sappiamo che per le tante persone lgbtqi che quotidianamente subiscono discriminazioni e violenza denunciare non è facile, ma necessario. Questo ennesimo episodio di omofobia deve insegnarci che le parole di condanna e di solidarietà non bastano più. Serve subito una legge contro l’omofobia e la transfobia e le istituzioni devono dare sostanza al divieto di discriminazione facendosi tutori della libertà di tutti i cittadini, anche omosessuali e transessuali”.

Marialuisa Favitta presidente di Movimento Pansessuale, ArciGay Siena ha commentato così l’aggressione omofoba avvenuta martedì scorso nella stazione di Castefiorentino. “Dobbiamo smettere di considerare la comunità lgbtqi come una minoranza perché così facendo, in questo Paese si legittima l’idea che alle minoranze debbano essere destinati trattamenti differenziati che non danno loro una tutela piena al pari del resto della popolazione”. E ha poi concluso: “Le parole del sindaco di Castefiorentino Alessio Falorni che ringraziamo per aver accompagnato Christian a sporgere denuncia, servano da monito ai rappresentanti delle istituzioni e della politica della nostra regione.

Il nostro Paese ha bisogno di esempi positivi ma anche di azioni concrete in grado di stimolare nella coscienza comune, la necessità e l’urgenza di un cambiamento radicale verso una società realmente inclusiva ed egualitaria, garante della libertà e della sicurezza di tutti i cittadini”.

Il Consiglio Metropolitano di Firenze ha approvato lo schema di accordo con cui la Regione Toscana, la Città Metropolitana di Firenze e le altre Pubbliche Amministrazioni toscane aderenti alla Rete Re.a.dy (Rete nazionale delle Pubblica Amministrazioni anti discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere) si impegnano a promuovere e consolidare la rete sul territorio toscano e intendono fornire una spinta propulsiva forte alla concertazione, al confronto e alla massima integrazione delle politiche di inclusione sociale per le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans gender e intersessuali realizzate dalle Pubbliche amministrazioni a livello locale. La struttura competente della Direzione "Turismo, Sociale, Sport e Formazione" è stata incaricata di porre in essere gli adempimenti amministrativi necessari all'attuazione dell'Accordo approvato. Lo schema di accordo è stato illustrato da Benedetta Albanese, consigliera delegata alla Promozione sociale e alle Pari opportunità.

D'accordo con la delibera Matteo Palanti (Linea Civica) che, insieme a Riccardo Lazzerini (Territori Beni Comuni) ha presentato un ordine del giorno recepito favorevolmente dalla maggioranza Pd per esprimersi a favore del ddl Cirinnà e della stepchild adoption. L'ordine del giorno verrà inviato alle Presidenze della Camera e del Senato nonché ai Parlamentari eletti nel collegio della Toscana.Il consigliere Sandro Fallani ha spiegato il sì del Pd al documento anche con una riflessione sulla secolarizzazione del matrimonio ("bisogna prendere atto del fatto il 40 per cento dei bambini nasce fuori dal matrimonio").

Marco Semplici (Forza Italia), che si è astenuto sull'adesione alla rete Re.a.dy ma ha votato contro l'ordine del giorno, ritiene che il documento rappresenti "più uno spot che un'azione vera" e che "le questioni lgbti e delle coppie di fatto siano più frutto di una speculazione elettorale che una necessità oggettiva, sia da parte degli oltranzisti favorevoli che di quelli contrari: conviene a molti schieramenti politici". La consigliera delegata Benedetta albanese ha replicato che "non si tratta di uno spot, ma un fenomeno culturale da cogliere con attenzione per educare ed educarci al rispetto". Ad ottobre 2015 hanno comunicato l'adesione alla rete Re.a.dy.

95 realtà, di cui 9 Regioni, 11 Province, 66 Comuni, 6 organismi comunali del decentramento, 2 organismi di parità, un'associazione di enti locali. Nel territorio regionale toscano hanno comunicato alla Segreteria Nazionale l'adesione, oltre alla Regione, le Province di Pistoia, Prato e Arezzo, la Città di Firenze, i Comuni di Capraia e Limite, Pistoia, Pisa, Viareggio, Monte San Savino, Marciano della Chiana, Capolona, Siena, la consigliera di parità della Provincia di Arezzo e la Città Metropolitana di Firenze (circa il 16 per cento della rete).Al momento manca un coordinamento a livello regionale della Rete per integrare le politiche realizzate dalle Pubbliche amministrazioni a livello locale.

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