Premi Pac: erogati da Artea 92 milioni a 26.000 imprese agricole

Coldiretti: “Una boccata d'ossigeno per le nostre aziende”. Energia pulita e fertilizzanti da fanghi e rifiuti organici: presentato a Viareggio Bio2Energy

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 dicembre 2016 16:54
Premi Pac: erogati da Artea 92 milioni a 26.000 imprese agricole

FIRENZE- 92,4 milioni di euro: è questa la somma complessiva erogata da Artea nel mese di novembre a 25.706 aziende agricole della Toscana, come anticipo del premio domanda unica Pac 2016. Con il Regolamento Ue 2016/1617 la Commissione europea ha, infatti, autorizzato gli Stati membri a versare fino al 70% dei pagamenti diretti richiesti nel 2016 e a questi parametri ha fatto riferimento l'organismo pagatore della Regione corrispondendo nel giro di un mese la somma a tutti gli aventi diritto.

"Artea – ha commentato l'assessore all'agricoltura Marco Remaschi – ha saputo gestire con efficienza una pratica imponente, sia per il budget che per il numero di aziende interessate, dando agli agricoltori la certezza di un anticipo che era molto atteso. La nostra e poche altre regioni sono riusciti a chiudere questa operazione nei tempi previsti e questo ci soddisfa, nella consapevolezza che, anche in questo ambito, c'è ancora tanto da fare".

In questa occasione si sono superati nettamente i numeri del 2015, (le aziende erano state 14.966 per 76,8 milioni di euro): un incremento numerico e finanziario legato all'utilizzo della nuova "Domanda Grafica" che ha migliorato e semplificato in maniera determinante il procedimento soprattutto riguardo il venire meno di anomalie legate all'ammissibilità delle superfici. Anche il ricorso sempre più massiccio all'informatica ha migliorato e snellito le pratiche: oltre 11.000 soggetti su 25.000 hanno utilizzato meccanismi di semplificazione. La distribuzione geografica dei premi ha visto la quota parte maggiore di aziende nella provincia di Grosseto (erogati qui circa 23 milioni di premi) seguita da Siena (21) e Pisa (13). Da notare che l'anticipo dei premi ha riguardato, nel novero delle 25.706 aziende anche 6.980 piccoli agricoltori per quali l'attuale programmazione 2015-2020 istituisce un premio forfettario il cui importo massimo è di 1.250 annuali e che sostituisce tutti i pagamenti diretti. Complessivamente i premi hanno interessato complessivamente una superficie ammissibile pari a 485.255 ha. Ma in che modo si è stabilità l'entità dei premi? Tra i parametri per stabilire l'ammontare dei pagamenti diretti spettanti ad un agricoltore si è fatto riferimento innanzitutto al cosiddetto "pagamento di base", cioè alla remunerazione calcolata in base alla superficie agricola ammissibile a tale regime (seminativi, prati e colture permanenti); si è preso poi in esame l' "inverdimento" o"greening", cioè la remunerazione delle pratiche agricole benefiche per il clima e l'ambiente poste in atto dalle Aziende beneficiarie infine il criterio "giovani agricoltori", consistente in un'integrazione al premio di base destinata ai beneficiari non superiore a 40 anni.

 “Una boccata d’ossigeno per le nostre aziende agricole coem per tutte quelle del resto della Regione” – commenta Simone Solfanelli, direttore Coldiretti Siena. Un provvedimento, tra l'altro, fortemente voluto da Coldiretti soprattutto dopo il crollo dei prezzi dei prodotti agricoli, che in Toscana interessa le aziende agricole che hanno presentato la Domanda Unica 2016 per un importo complessivo di circa 180 milioni di euro.

Antonio De Concilio direttore di Coldiretti Toscana, interviene anche su quelle domande che non hanno ottenuto invece contributi: “Purtroppo non hanno potuto beneficiare dell’anticipo circa 8500 imprese agricole perché le loro domande presentavano delle anomalie che speriamo a breve vengano corrette. I nostri Centri di Assistenza Agricola presenti in modo capillare su tutto il territorio regionale sono a disposizione di tutti gli agricoltori per verifiche sulla correttezza delle erogazioni e per le eventuali azioni conseguenti”.

Da fanghi e FORSU a energia pulita e fertilizzanti "rinnovabili". È stato presentato a Viareggio (Lu), il progetto "Bio2Energy", finanziato dalla Regione Toscana, che prevede la realizzazione, nell'area del depuratore di Viareggio, di un codigestore in grado di generare con un processo del tutto naturale, a partire da fanghi e frazione organica dei rifiuti (FORSU), bioidrogeno, biometano, energia elettrica e fertilizzanti per l'uso in agricoltura. Il digestato ottenuto dal processo di produzione di biocombustibili è infatti una fonte di carbonio, azoto e altri nutrienti, potenzialmente utilizzabili in sostituzione di fertilizzanti chimici convenzionali. Bio2Energy è il progetto di ricerca industriale ideato da Sea Risorse S.p.A.

e DIEF-UNIFI (Dipartimento di Ingegneria Industriale Università degli Studi di Firenze) e portato avanti con Publiambiente, Cavalzani Inox, ICCOM-CNR, PIN per realizzare in due anni il primo impianto regionale sperimentale di codigestione anaerobica di questo tipo. I vantaggi del codigestore Bio2Energy nella gestione dei rifiuti sono il miglioramento dell'efficienza di impianti di pubblica utilità, il recupero dell'organico proveniente dalla raccolta differenziata, l'annullamento dei consumi energetici del processo di stabilizzazione dei fanghi e dei costi di trasporto su gomma, la produzione di energia elettrica da mettere in rete e di un fertilizzante organico che può sostituire quelli chimici. Per dare un ordine di grandezza, per una tonnellata di rifiuti si presume si possano recuperare 450 KW/h di energia. Il progetto, che ha un costo complessivo di circa 3 milioni di euro, ha ricevuto un contributo di oltre 1,5 milioni di euro ed è stato finanziato sul bando FAR FAS, realizzato in attuazione dell'Accordo di programma quadro stipulato nel corso del 2014 fra Regione Toscana, MIUR e Agenzia di coesione territoriale. Bio2Energy è il primo progetto a livello internazionale che esporta a scala preindustriale il trattamento di rifiuti organici e la conseguente produzione di biocombustibili utilizzando gli impianti già esistenti dell'area del depuratore di Viareggio (Lucca).

Il progetto prevede una time line di 2 anni all'interno della quale si collocano diverse fasi: dopo l'avvio dell'iter di gestione del progetto sperimentale con l'implementazione delle attrezzature e l'allestimento del pilota presso l'Università di Firenze (UNIFI/PIN), prende il via la prima fase dei lavori che è in scala pilota, e che precede la scala pre-industriale collocata nel sito del codigestore di Viareggio. La produzione di bioidrogeno e biometano sarà monitorata in entrambe le fasi, per ottimizzarla.

È prevista una disseminazione dei risultati al fine di definire le condizioni ottimali di produzione anche sotto forma di linee guida, per rendere replicabile il progetto in altri siti.

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