Poste: il PD si mobilità per evitare la chiusura dell’ufficio di Settignano

Il sindaco Nardella è in contatto con il governo e i vertici dell’azienda e domani avrà un colloquio con la presidente Todini. Si profila una ‘strage’ in tutta la Toscana: forte preoccupazione per tagli e riduzioni. I piccoli Comuni uniti contro la chiusura del loro ufficio postale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 febbraio 2015 19:32
Poste: il PD si mobilità per evitare la chiusura dell’ufficio di Settignano

“L’amministrazione comunale è vicina agli abitanti di Settignano ed è impegnata in prima linea per evitare la chiusura dell’ufficio postale. Ci stiamo adoperando affinché Settignano continui ad avere il suo ufficio postale”. Lo hanno affermato l’assessore al lavoro Federico Gianassi, il consigliere del sindaco sulle periferie Andrea Pugliese e il presidente del Quartiere 2 Michele Pierguidi, che questa mattina ha partecipato, in rappresentanza del sindaco Dario Nardella, alla manifestazione ‘di civile e originale protesta’, che è stata organizzata in Piazza Niccolò Tommaseo dai vari Comitati della zona e che ha visto la partecipazione anche del parroco di Santa Maria a Settignano, don Giorgio. Il sindaco Nardella è in contatto con il governo e con i vertici di Poste italiane e domani avrà un colloquio con la presidente Luisa Todini, mentre l’assessore al lavoro Gianassi è in contatto con il presidente della Regione Enrico Rossi e partecipa al tavolo regionale di confronto.

Della questione se ne sta occupando anche l’Anci. “Non condividiamo il metodo adottato da Poste Italiane per l’attuazione del proprio piano di ristrutturazione che, per quanto riguarda la nostra città comporterebbe la chiusura dell’ufficio di Settignano - hanno spiegato Gianassi, Pierguidi e Pugliese -. Non siamo d’accordo perché Poste non ha prima condiviso con i Comuni il piano di riduzione degli uffici mentre avrebbe dovuto farlo perché gli avremmo spiegato che l’ufficio di Settignano è un servizio molto importante per gli abitanti della zona e soprattutto per le fasce più deboli e meno giovani della popolazione che hanno maggiori difficoltà a spostarsi”.

“Gli abitanti di Settignano non sono soli - hanno concluso Gianassi, Pierguidi e Pugliese -, noi siamo con loro e faremo il possibile per mantenere il servizio sul territorio”.

La mappa toscana degli uffici postali interessati da chiusure e riduzioni

Arezzo - Chiusure: Campogiall; Pieve a Presciano; Meleto; Mercatale Val d'Arno. Riduzione di orario: Badia Prataglia; Caprese Michelangelo; Mercatale

Approfondimenti

di Cortona; Montemignaio; Verna.

Firenze - Chiusure: Firenze ufficio postale nr.36 ( in città); Pomino; Marcialla; Romola; San Donato in Poggio; San Martino alla Palma; Castelnuovo

d'Elsa; Contea.

Riduzione di orario: Fiano; Lutirano; San Godenzo; Vico d'Elsa; Piancaldoli; Lucolena.

Livorno - Riduzione di orario: Quercianella Sonnino; Nugola

Lucca - Chiusure: Mologno; San Ginese; Lappato; Vorno; Castelvecchio Pascoli; Pieve di Compito; San Colombano; Valpromaro; Tereglio.

Riduzione di orario: San Romano di Garfagnana; Sillano; Vagli Sotto; Filecchio; Matraia; Vinchiana.

Massa Carrara - Chiusure: Montedivalli; Vinca; Caprigliola; Filetto; Serricciolo; Canevara.

Riduzione di orario: Comano; Zeri.

Pisa - Chiusure: Ponteginori; San Giovanni alla Vena; Castelmaggiore; Uliveto Terme; Treaggiaia; Corazzano; Ghizzano di Peccioli; Legoli;

Luciana; Marti; Soiana.

Riduzione di orario: Montecatini Val di Cecina; Monteverdi Marittimo; Orciano Pisano; Capanne.

Pistoia - Chiusure: Calamecca; Cireglio; Grazie; Montemagno di Quarrata; Pracchia; San Mommè; Villa Baggio; San Baronto; Tobbiana.

Riduzione di orario: Momigno; Piteccio; Popiglio.

Siena - Chiusure: Monti; Monticchiello; Pievescola; San Gusmé; Gracciano; Montisi; Serre di Rapolano.

Riduzione di orario: Corsano; Sant'Angelo in Colle; Rigomagno.

Grosseto - Chiusure: Pereta; Santa Caterina; Selva; Montorgiali; Ravi; Torniella; Borgo Carige; Buriano; Monticello Amiata; Talamone.

Riduzione di orario: Montiano; Montieri; Roccalbegna; Vallerona; Valpiana; Punta Ala.Un fermo no alla decisione di Poste italiane di chiudere 63 uffici toscani e ridurre l’orario in 37 sportelli. E’ quello che Andrea Biagianti, vicesegretario regionale del Pd e membro della segreteria del Pd senese, rivolge al piano di tagli di uffici e di riduzione di orario di apertura degli sportelli previsto dalla società. “La decisione unilaterale di Poste Italiane – continua Biagianti – rischia di cancellare dei punti di riferimento importanti per i cittadini quali sono gli uffici postali.

E rischia di farlo su territori particolarmente disagiati creando così dei disservizi gravi, quali il pagamento delle bollette o la riscossione della pensione. Poste italiane Spa è una società a capitale interamente pubblico che ha il dovere, sulla base di un programma siglato con lo Stato, di offrire e raggiungere determinati obiettivi di qualità, tra cui quelli di apertura degli sportelli rispetto alle prestazioni richieste. Sono d’accordo con il presidente della Regione, Enrico Rossi, quando definisce ‘un insulto alla povera gente’ il taglio di uffici da parte di una società che, nel 2014, ha prodotto un utile di oltre 1 miliardo di euro.

Il Partito democratico starà al fianco di tutti quei sindaci che, di concerto con la Regione, vorranno far sentire la propria voce cercando di impedire il piano di tagli previsto”.La rabbia di cittadini e amministratori del Chianti non si placa. Contro la decisione di Poste Italiane di riorganizzare il proprio assetto sul territorio con la chiusura di tre uffici postali nelle frazioni più decentrate dei Comuni di Tavarnelle, San Casciano e Barberino, la protesta continua.

Di fronte alla prospettiva che sullo sportello di San Donato in Poggio scenda a breve il bandone c’è un appello forte e chiaro: quello del vicesindaco di Tavarnelle Davide Venturini che si rivolge al Presidente del Consiglio Matteo Renzi perché si attivi direttamente sulla questione. “La mia richiesta – dichiara il vicesindaco – è che il Presidente intervenga in modo deciso bloccando il decreto ministeriale che autorizza il provvedimento, la cessazione degli oltre 60 uffici postali in tutto il territorio regionale sommata alla riduzione oraria di almeno altri 100 uffici procura un disagio di fruizione e di raggiungibilità del servizio in questi territori, densamente popolati, per distanze di 10km.

Non siamo mai stati coinvolti in un percorso di trattativa. Non esiste nessuna fase di accompagnamento alla cessazione né di sostituzione con servizi automatici di presidio. Voglio ricordare inoltre che San Donato, dove abita un migliaio di persone tra cui molti anziani, è già stato colpito dalla riduzione dei servizi al credito e al risparmio, oltre che trovarsi in un’area fortemente penalizzata sul piano dei trasporti pubblici”Alla preoccupazione del vicesindaco si unisce quella della comunità di San Donato.

“La chiusura dell’ufficio postale corrisponde alla morte civile della nostra frazione – commenta Filippo Ninci, presidente della Filarmonica Giuseppe Verdi – è l’abbandono delle piccole comunità da parte dello Stato, nella nostra frazione le attività si svolgono in gran parte grazie al volontariato e alla buona volontà dei cittadini, alle associazioni culturali, sociali che da sempre si distinguono per dinamicità; noi, a differenza dello Stato non abbiamo il compito di mantenere viva una frazione, possiamo contribuire certamente ma non è un nostro dovere.

E se, come Poste, decidessimo di chiudere cinema, teatro e luoghi culturali e ricreativi? Cosa succederebbe in questo caso? Lanciamo l’idea di un comitato civico contro Poste esteso a tutto il Chianti. Più siamo e più faremo sentire la nostra contrarietà che non deve restare una voce nel deserto”. «Altro che razionalizzazione per ridurre i costi. Si tratta piuttosto di una strategia di disimpegno dai territori considerati marginali e, secondo Poste Italiane, non convenienti. E’ sbagliato e inaccettabile».

E’ quanto sottolinea Anp-Cia Toscana che protesta per questo ennesimo colpo ai servizi nelle aree rurali e montane della Toscana, già carenti di servizi anche essenziali di cui soffrono maggiormente anziani i pensionati. L’associazione pensionati della Cia contesta innanzitutto il metodo; annunciare un taglio di servizi di queste proporzioni senza un minimo di dialogo con il sistema istituzionale e sociale, è una mancanza di rispetto gravissima. Poste Italiane opera in regime di concessione dallo stato e svolge un servizio d’interesse pubblico, per cui strategie e scelte vanno discusse con le istituzioni e le rappresentanze sociali.

Nelle aree rurali e montane gli uffici postali spesso sono l’unico “presidio e presenza dello stato”, ovvero di un servizio pubblico che soprattutto per le persone anziane è essenziale. L’Anp Cia Toscana contesta anche nel merito le decisione di dismettere o ridurre gli orari di tanti uffici perché non raggiungono determinati livelli quantitativi di servizi. E’ una valutazione sbagliata e inaccettabile, in primo luogo perché chiudere uffici o ridurne l’operatività significa rinunciare ad ogni possibilità di sviluppo, in secondo luogo perché anche laddove le quantità dei servizi sono oggettivamente ridotte, occorre valutare anche il valore sociale e di servizio pubblico rappresentato dalla presenza dell’ufficio postale. Infine l’Anp chiede ai Prefetti della Toscana, alla Regione, all’Anci Toscana (associazione dei comuni), di aprire una discussione con Poste Italiane e con il Ministero delle Comunicazioni, nonché con il Garante delle Comunicazioni, per ridiscutere il programma di Poste Italiane, intanto per bloccare la decisione, e poi per trovare soluzioni alternative, eventualmente anche nella forma della sussidiarietà, per evitare contraccolpi verso tante realtà rurali e montane della regione, oggi non sarebbero sopportabili sul piano sociale e civile. «Se si vuole davvero difendere l’economia e la qualità della vita delle aree rurali conclude l’Anp Toscana -, bisogna investire in servizi e infrastrutture, altro che tagliare; è l’unica condizione affinché si possa avere continuità nell’opera di presidio del territorio, soprattutto rappresentata dall’agricoltura e dagli agricoltori».

“La chiusura dell’ufficio postale di San Gusmè priverebbe i cittadini della frazione di un servizio essenziale, anche sotto l'aspetto sociale, e colpirebbe soprattutto quelli più deboli, a partire dagli anziani, che hanno maggiori difficoltà a spostarsi verso i centri urbani. Per questo motivo, siamo pronti a intraprendere tutte le azioni necessarie a tutelare gli abitanti della nostra frazione e i loro servizi principali”. E’ quanto affermano il sindaco e il vicesindaco di Castelnuovo Berardenga, Fabrizio Nepi e Alessandro Maggi, a cui si unisce la presidente della Pro Loco di San Gusmè, Ilaria Petrucci, intervenendo sulla proposta di Poste Italiane di razionalizzare gli uffici postali chiudendo alcune sedi periferiche, compreso lo sportello nella frazione castelnovina. “Il territorio di Castelnuovo Berardenga - continua il primo cittadino, Fabrizio Nepi - è già stato interessato da un provvedimento simile nel 2012, che ha portato alla chiusura dell’ufficio postale a Vagliagli, non seguito, peraltro, dal potenziamento dell’ufficio di Pianella, come da accordi con Poste Italiane.

Adesso ci opporremo a una replica della stessa situazione a San Gusmè. L’amministrazione comunale è pronta a fare la sua parte e sta già mettendo in piedi azioni tese a respingere la proposta di Poste Italiane, insieme agli altri Comuni della provincia di Siena interessati, alla Regione Toscana, ad Anci e Uncem Toscana”. “La riorganizzazione avanzata da Poste Italiane con la chiusura di alcuni sportelli e la riduzione di orario per altri - aggiunge il vicesindaco, Alessandro Maggi - ha soltanto una logica commerciale, che porta con sé pesanti disagi per i cittadini e nessun risparmio reale per l’ente.

In zone più lontane dai centri urbani, come nel caso di San Gusmè, gli uffici postali svolgono da sempre anche una funzione sociale e di presidio del territorio che oggi rischia di venire meno, ma che ci impegneremo a tutelare”. L’importanza del servizio a rischio e i conseguenti disagi che subirebbero i cittadini di San Gusmè vengono ribaditi dalla presidente della Pro Loco, Ilaria Petrucci. “La nostra frazione soffre già il disagio per una collocazione lontana dai centri urbani principali e, negli ultimi anni, ha visto anche la chiusura di alcuni esercizi commerciali che riducevano le difficoltà dei residenti.

L'ufficio postale permette ai numerosi anziani che abitano nella frazione di svolgere in autonomia e indipendenza le mansioni principali, tra cui la riscossione della pensione o il pagamento delle utenze. La sua chiusura li costringerebbe a raggiungere il capoluogo oppure ad affidarsi ai figli o a sistemi di pagamento spesso troppo complessi per loro e che possono creare occasioni propizie per soggetti malintenzionati. Pertanto, chiediamo alle istituzioni il massimo impegno per far sì che venga rivista e ritirata la proposta avanzata da Poste Italiane”.“Esprimiamo tutto il nostro disappunto circa la decisione, di Poste Italiane spa, di chiudere l’ufficio postale di Serre di Rapolano”.

Inizia così la nota del Circolo del Partito democratico di Serre di Rapolano in merito alla piano di tagli Poste Italiana che prevede la cancellazione anche dell’ufficio della frazione del Comune di Rapolano Terme. “Riteniamo – prosegue la nota - che il servizio svolto da tale ufficio sia essenziale per un centro di circa duemila abitanti come il nostro e che tale decisione getti in una condizione di estremo disagio sociale soprattutto le fasce più deboli della popolazione, a partire dagli anziani, che si troveranno a dover raggiungere l’ufficio postale più ‘vicino’ senza che sul territorio sia presente quasi alcun tipo di trasporto pubblico”. “Riteniamo inoltre – continua la nota - che politicamente debba passare il messaggio che Poste Italiane, essendo una società pubblica al 100 per cento che eroga servizi essenziali e che nonostante questo a oggi raggiunga utili di circa 1 miliardo di euro, non possa considerare primario esclusivamente il mero interesse economico, ma debba porre grande attenzione soprattutto su quello sociale.

Chiediamo che il Coordinamento Territoriale PD di Siena intervenga assieme all’Amministrazione Comunale, Provinciale e alle varie organizzazioni di cittadini, affinché Poste Italiane rinunci al progetto di chiusura a Serre e in tutta la provincia”.      

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