​Poste Italiane, recapito a giorni alterni: disagi ed esuberi in Toscana

La riorganizzazione toccherà un'area di 165.000 abitanti. Ristrutturazione o destrutturazione?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 novembre 2017 15:44
​Poste Italiane, recapito a giorni alterni: disagi ed esuberi in Toscana

A rischio ci sarebbero oltre 50 zone di recapito in Toscana, interessando complessivamente un'area di 165.000 abitanti. La sperimentazione della consegna a giorni alterni ad Arezzo e Prato sarebbe andata male. Peserebbero poi sul sistema le problematiche legate alle spedizioni dei pacchi con i corrieri in agitazione. Come sta il servizio? Conviene ancora consegnare la posta? Meglio passare a metodi alternativi e tecnologicamente avanzati? Le critiche che piovono su Poste Italiane sembrano un paradosso se si pensa agli investimenti sull'innovazione tecnologica sportelli touch screen e sul postino digitale, sull'implementazione della App che oggi consente a molti utenti di effettuare pagamenti, ricariche, gestione dei bollettini utenze ed altro tutto da smartphone.

I sindacati lanciano un allarme eccessivo? Oppure il sistema tradizionale è semplicemente cambiato?Dopo la dura lotta in piazza, che ha visto i sindaci toscani in fascia tricolore manifestare per mantenere aperti gli uffici periferici, adesso i disagi arriverebbero dai nuovi tempi di consegna con ripercussioni sull'occupazione. Secondo Uilposte e Slc-Cgil della Toscana, il progetto di riorganizzazione del recapito su cui insiste Poste Italiane "peggiorerà la qualità del servizio e al tempo stesso comporterà un aggravio delle condizioni di lavoro". Con il recapito a giorni alterni che partirà il prossimo 4 dicembre a Volterra (Siena), Barberino del Mugello (Firenze), Manciano e Paganico(Grosseto), Pietrasanta (Lucca) e nei primi mesi del 2018 a Borgo a Mozzano Lucca sono a rischio oltre 50 posti di lavoro. “E’ inaccettabile che Poste Italiane insista sul recapito a giorni alterni.

Questo non un progetto di implementazione ma un progetto di destrutturazione - dichiarano il Segretario Generale di Uilposte Toscana, Renzo Nardi, e il coordinatore area servizi postali Slc-Cgil Toscana, Graziano Benedetti - Chiediamo all’azienda di fare retromarcia e ascolti le nostre istanze, altrimenti saremo pronti alla mobilitazione”.Il recapito a giorni alterni è già attivo da più di un anno nelle province di Arezzo e Prato, dove si sono registrate "gravi difficoltà dei lavoratori e un servizio carente come più volte denunciato dagli stessi sindacati come del tutto inadeguato per rispondere alle esigenze dei lavoratori e dei cittadini sul territorio".

Non a caso Arezzo e Prato sarebbero all’ultimo posto nella classifica di Poste Italiane della qualità erogata. Uilposte e Sl-Cgil della Toscana rilevano che: "nella riorganizzazione imposta da Poste Italiane ci sia un forte rischio occupazionale e un peggioramento del servizio che va avanti ormai da anni senza che l'azienda vi ponga in alcun modo rimedio, è inaccettabile che la trattativa per il rinnovo CCLN, fermo da 5 anni, sia legato, come imposto da Poste, alla riorganizzazione PCL, occorre trattare in maniera autonoma il CCLN e il programma di riorganizzazione, occorre valorizzare le politiche occupazionali, contrastando il precariato strutturale che vige in Poste (CTD, appalti, dumping) e la cronica mancanza di personale che affligge l'azienda a tutti i livelli, non è più rimandabile un confronto sulle pressioni commerciali e operative di cui sono fatto oggetto quotidianamente gli operatori del Mercato Privati (sportellisti, consulenti ecc)"

 Il perseguimento di obiettivi commerciali, per quanto necessario e funzionale al mantenimento finanziario dell’azienda, tuttavia "non costituisce obbligo per i lavoratori i quali sono tenuti nell’espletamento della propria attività lavorativa al rispetto di quanto previsto dall’art.52 del CCLN, dal Codice Etico ed attenersi ai principi di diligenza, onestà e correttezza. Per questo il raggiungimento di obiettivi commerciali non può costituire un elemento stressogeno che compromette la prestazione lavorativa dei dipendenti"."Tali pressioni potrebbero comportare il mancato rispetto di normative che, oltre a compromettere il rapporto fiduciario azienda-lavoratore, di fatto minano la credibilità dell’azienda verso i suoi clienti.

Per questo la corretta applicazione dei principi richiamati dal Protocollo d’Intesa in materia di proposizione commerciale, e l’attivazione immediata della Commissione ivi prevista, costituirebbe un segnale virtuoso nella difesa dell’interesse dell’azienda e nel contrasto di pratiche distorte che vanno senza dubbio eliminate nell’interesse generale" concludono i sindacati.

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