Pistoia Città dei Pulpiti

Sabato 2 dicembre la presentazione del volume con Philippe Daverio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 novembre 2017 14:06
Pistoia Città dei Pulpiti

Il Rinascimento prima del Rinascimento: un percorso fotografico agli albori della fioritura artistica per la quale l’Italia è stata e rimane un faro nel mondo, attraverso i cinque monumentali pulpiti di Pistoia, tra cui quello più antico, riscoperto e in parte ricomposto nella cripta del Duomo. Sarà presentato sabato 2 dicembre alle ore 17 (ingresso libero) all’interno della Chiesa di San Bartolomeo in Pantano “Pistoia Città dei Pulpiti”, terzo volume della collana “Avvicinatevi alla Bellezza”, edita da Giorgio Tesi Editrice.

Curato dal gruppo FAI Giovani Pistoia e FAI Pistoia per quanto riguarda i testi (in doppia lingua, italiano e inglese), il libro è stato realizzato in collaborazione con la Diocesi e il MIBACT, con il contributo di Giorgio Tesi Group, AIB All Insurance Broker e la Fondazione Caript. A introdurre la pubblicazione sarà il critico d’arte Philippe Daverio, direttore scientifico della rivista Artedossier, media partner dell’iniziativa editoriale insieme a Naturart, Discover Pistoia e Intoscana.it.

Interverranno inoltre Claudio Pescio, direttore editoriale di Artedossier, Giovanni Capecchi, direttore editoriale della rivista Naturart e autore dell’introduzione al volume, Alessandra Corsini e Maria Camilla Pagnini, autori e membri del gruppo FAI Giovani Pistoia e FAI Pistoia, Nicolò Begliomini, Art Director della rivista NATURART e autore delle fotografie del volume, Fabrizio Tesi, Legale Rappresentante Giorgio Tesi Group, Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia. L’evento, inserito nel calendario ufficiale di Pistoia Capitale della Cultura, è organizzato in collaborazione con l’associazione culturale The Wall e gode del patrocinio del Comune di Pistoia.

Nell’occasione e fino a gennaio 2018 le navate della Chiesa di San Bartolomeo ospiteranno una suggestiva mostra fotografica, realizzata con pannelli di grandi dimensioni sui quali saranno riprodotte alcune delle foto che illustrano il volume. Sono proprio le immagini, catturate dall’obiettivo di Nicolò Begliomini a distanza ravvicinata, a fare da filo conduttore del racconto, che per la prima volta riunisce i quattro arredi liturgici a cui Pistoia deve una delle sue più nobili identificazioni: il pulpito di Groppoli, attribuito alla scuola di Biduino (1193 circa), quello di San Bartolomeo, riferito a Guido Bigarelli da Como (1239/1250), l’opera del domenicano fra Guglielmo in San Giovanni Fuorcivitas (1270) e quella di Giovanni Pisano, che raccoglie l’eredita del padre Nicola e ne affina l’arte nel pulpito della Chiesa di Sant’Andrea (1301).

A questi si aggiunge il pergamo di San Zeno, il più antico, le cui prime tracce risalgono all’anno 1043, riscoperto e in parte ricomposto nella cripta del Duomo di Pistoia.

Un patrimonio raro e prezioso che consente di esplorare le evoluzioni del linguaggio artistico e religioso in un periodo di particolare fermento culturale, tra la fine del XII e l’inizio del XIV secolo, attraverso l’opera di artisti considerati tra i protagonisti dell’arte toscana del periodo. “La scultura lapidea medievale – dichiara Philippe Daverio - è la testimonianza più vivace e diretta di quegli anni lontani e per molti oscuri. La sua lettura oggi richiede chiavi interpretative complesse ma affascinanti, come riesce a fare questo libro attraverso immagini e parole”.

“Giovanni Pisano – sottolinea Cristina Masdea, direttrice del Servizio Educativo della Soprintendenza e funzionario per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Firenze, Pistoia e Prato - riesce a trasformare il marmo in materia viva, raccontando l’uomo nei suoi sentimenti più profondi. Non troviamo solo la tenerezza della Natività, ma anche la disperazione delle madri e la crudeltà dei carnefici nella Strage degli Innocenti, il dolore e la paura nella Crocifissione, l’angoscia nel Giudizio Finale. E poi la grazia ispirata delle Sibille, la concentrazione grave dei Profeti e l’eleganza nobile degli animali simbolici che fanno da base al pulpito”.

Con il loro quasi totale bicromatismo, determinato da luci e ombre sul marmo, i pulpiti diventano il terreno perfetto per sperimentare e misurare le nuove ricerche di racconto per immagini. “I testi sono intercalati dagli scatti di un fotografo che descrive (per far capire) ma anche – aggiunge Giovanni Capecchi, direttore della rivista Naturart - da quelli di un fotografo che suggerisce un’emozione, che propone un particolare angolo di visuale, scegliendo, tra le centinaia di fotografie realizzate e con l’aiuto di un occhio sensibile, esperto e selezionatore come quello di Barbel Reinhard, quelle che possono offrire una personale chiave di lettura e una suggestione. Con lo scopo di scrutare la bellezza, nelle sue pieghe e nei suoi dettagli, di afferrarla, di fermarla in uno scatto; e di proporla, avvicinandosi a questa e facendoci avvicinare coloro che sfoglieranno il libro”.

Il volume “Pistoia Città dei Pulpiti” e l’intera collana di cui fa parte, che comprende le due precedenti pubblicazioni “Il restauro del fregio dello Spedale del Ceppo” e “Pistoia Capitale italiana della cultura 2017 raccontata da Naturart”, rappresentano la naturale prosecuzione di un percorso avviato sette anni fa con la rivista Naturart e più recentemente con il sito DiscoverPistoia.it, che raccontano il territorio e le eccellenze pistoiesi facendole conoscere a un pubblico internazionale. 

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