Pisa: l'“Anima Mundi” di John Eliot Gardiner

Una delle rassegne di musica sacra più importanti nel panorama nazionale, in svolgimento a Pisa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 settembre 2014 14:46
Pisa: l'“Anima Mundi” di John Eliot Gardiner

Anima Mundi: una parola che evoca musiche, suoni, architetture di altissima qualità. Vette irraggiungibili che si possono apprezzare solo in uno degli spazi sacri più belli del mondo: la cattedrale di Pisa. L’acustica perfetta in cui riecheggiano le note di questa splendida rassegna diviene un amplificatore emotivo senza precedenti. Solisti, ensemble corali ed orchestrali di livello internazionale si avvicendano in un programma ricco e denso delle più belle pagine di musica sacra. Giunta alla sua quattordicesima edizione, Anima Mundi richiama davvero una condizione di spiritualità e di sensibilità non solo negli ascoltatori ma anche negli esecutori entrambi avvolti in un’unica dimensione sonora e mistica.

Il concerto di sabato scorso ha regalato agli ascoltatori un’esperienza indimenticabile. Un filo rosso legava i tre brani in programma: il 1685. Una data importante per la storia della musica poiché anno di nascita di Johann Sebastian Bach, George Friedrich Handel e Domenico Scarlatti. Il primo brano, la cantata Mein Herze schwimmt im Blut BWV 199 di J.S. Bach, interpretati dall’English Baroque Soloist e da una strepitosa Esther Brazil, “la voce di un angelo”, probabilmente l’erede artistica di Emma Kirkby, diretti da Sir John Eliot Gardiner.

Un capolavoro che mette in risalto la grande genialità di questo gigante assoluto della storia musicale di tutti i tempi. Si è passati poi allo Stabat Mater di Domenico Scarlatti a dieci voci e basso continuo, che, con la sua “raffigurazione drammatica delle emozioni” ha messo in risalto la grande architettura polifonica di questa rara pagina musicale. Infine è stata la volta del Dixit Dominus HW 232 per soli, coro e orchestra di Handel. Un brano lussureggiante, frizzante, che mette in luce una visione stilistica energica, vitalistica, positiva e folgorante.

Un brano che evidenzia le doti tecniche del coro, il Monteverdi Choir, che quest’anno compie i suoi 50 anni dalla fondazione.

Approfondimenti

Le note che aleggiavano l’altra sera in cattedrale ci hanno tenuti in uno stato di ipnosi, glorificato da un’esecuzione pressoché perfetta. L’impeccabile direzione di Gardiner su un’ensemble ricca di coloriture timbriche ha messo in evidenza tutte le sue capacità espressive: le sonorità fluide dei legni e degli archi si sono fuse in un’armonia perfetta con le voci del coro e dei solisti. Il Monteverdi Choir, a ben ragione, viene definito uno dei migliori cori del mondo. Esso costituisce un organo intonato alla perfezione, omogeneo, quasi fosse il fiato di un unico grande strumento. Eccezionale precisione tecnica accompagnata da un’esecuzione appassionata. Insomma una serata che rimarrà nella memoria ma soprattutto nel cuore di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di esserci.

Anche quest’anno i concerti sono offerti gratuitamente alla cittadinanza, riservando particolare attenzione alla presenza degli studenti e dei giovani. Un tratto diventato distintivo per Anima Mundi, che ha dimostrato di poter conciliare la qualità delle opere e delle esecuzioni proposte con la fruizione, tutt’altro che élitaria, da parte del pubblico.

di Paolo Rognini

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