Olio: cambiano norme su provenienza e scadenza, rischi per i consumatori

Coldiretti: "Pericolosa novità per i consumatori ed altro regalo a multinazionali dopo invasione olio Tunisia tax free"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 marzo 2016 15:32
Olio: cambiano norme su provenienza e scadenza, rischi per i consumatori

Dopo la maxi-importazione di olio tunisino tax free, sulle scorte di olio di oliva potrebbe sparire anche la data di scadenza. E’ un’altra delle pericolose novità in arrivo dall’Unione Europea che rischia di produrre effetti negativi sulla qualità, sulla sicurezza alimentare e sulla salute dei cittadini. Il disegno di legge, diretto a modificare l’articolo 7 della legge n.

9 del 2013 nella parte in cui prevede un termine minimo di conservazione non superiore ai diciotto mesi per l’olio di oliva, favorisce lo smaltimento di olio vecchio facendo invece venir meno una importante misura di salvaguardia per il consumatore, poiché numerosi studi hanno dimostrato che con il tempo l’olio di oliva modifica le proprie caratteristiche. Lo denuncia Coldiretti Toscana (info su www.toscana.coldiretti.it) che questa mattina partecipa, con un gruppo di rappresentanti, alla manifestazione a Bari per difendere l’agricoltura italiana.

La Toscana è tra i principali produttori di oliva italiani ed il primo esportatore con quasi 700milioni di euro in valore ma è anche la regione simbolo dell’extravergine a livello mondiale con ben cinque denominazioni, 4 Dop e 1 Igp. Secondo Coldiretti Toscana con l’invecchiamento l’olio comincia a perdere progressivamente tutte quelle qualità organolettiche che lo caratterizzano (polifenoli, antiossidanti, vitamine) e che sono alla base delle proprietà che lo rendono un alimento prezioso per la salute in quanto rallentano i processi degenerativi dell’organismo

“E’ necessario – spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana - mantenere il termine massimo di conservazione, prevedendo una possibilità di deroga solo qualora il produttore adotti ulteriori accorgimenti per la conservazione organolettica del prodotto, da riportare in etichetta. Sarebbe importante introdurre l’obbligo dell’indicazione in etichetta dell’annata della raccolta”. Ma il disegno di legge europea 2015 rischia di modificare in peggio l’etichettatura degli oli di oliva, abrogando le norme che prevedono che “l’indicazione dell’origine delle miscele di oli di oliva deve essere stampata con diversa e più evidente rilevanza cromatica rispetto allo sfondo, alle altre indicazioni e alla denominazione di vendita”, con l’effetto - denuncia Coldiretti - di attenuare i livelli di tutela nella commercializzazione dell’olio di oliva.

“Un danno per i consumatori ed i produttori: gli olii importati vengono spesso miscelati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri. Il recente via libera finale all'accordo che comprende anche la quota aggiuntiva per l'importazione senza dazi nella Unione Europea di 35.000 tonnellate in più l'anno di olio d'oliva tunisino è – analizza Antonio De Concilio, Direttore Coldiretti Toscana - una scelta sbagliata che non aiuta i produttori tunisini, danneggia quelli toscani ed italiani ed aumenta il rischio delle frodi a danno dei consumatori.

A guadagnare – prosegue - sono solo le grandi multinazionali che hanno già avuto dall’Unione Europea un regalo da 110 milioni di euro grazie allo sconto di 1,24 euro a chilo che è stato concesso con il nuovo contingente agevolato di 35 milioni di chili dalla Tunisia va ad aggiungersi alle attuali 56.700 tonnellate a dazio zero già previste dall'accordo di associazione Ue-Tunisia, portando il totale degli arrivi “agevolati” annuale oltre quota 90mila tonnellate, praticamente pari a tutto l’import in Italia dal Paese africano”.

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