Nuovi ospedali: il project financing è una procedura trasparente, secondo la Regione

Il Vicepresidente della Comm. sanità Mugnai (FI): «Questione che viene da lontano. Già nel 2011 il Sior registrava un aumento costi dell’88 per cento»

Redazione Nove da Firenze
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26 luglio 2017 14:27
Nuovi ospedali: il project financing è una procedura trasparente, secondo la Regione

FIRENZE- In merito alla tesi della Corte dei Conti secondo la quale l'operazione di finanziamento e gestione dei quattro nuovi ospedali di Massa, Lucca, Pistoia e Prato non si configurerebbe come un vero project financing - in quanto la percentuale di contributo privato che ha finanziato la realizzazione dei nuovi ospedali sarebbe inferiore al 50% - la Regione precisa che il contratto di concessione è stato stipulato sulla base della legge 109/1994 che non poneva alcun limite alla contribuzione pubblica. La Corte dei Conti somma al costo sostenuto dal pubblico per la costruzione dei quattro ospedali (pari a 359,16 milioni) il valore dei servizi acquisiti dal concessionario (quali mensa degenti e personale, lavaggio e noleggio, manutenzioni, pulizie, gestione del verde etc.) per tutta la durata della concessione.

Ciò sembrerebbe voler identificare in tale componente una sorta di costo aggiuntivo dell'operazione di project. Invece va precisato che è una caratteristica del project financing proprio l'affidamento al privato, oltre che della costruzione dell'opera, quella di alcuni servizi in fase di gestione, che, in assenza del project, si sarebbero comunque dovuti acquisire dal mercato.

La Regione ricorda anche che prima dell'affidamento il soggetto pubblico, ovvero l'associazione che raggruppava le quattro aziende sanitarie locali coinvolte nell'operazione (denominata Sistema Integrato Ospedaliero Regionale – SIOR), ha provveduto ad effettuare le preventive indagini di mercato per verificare che i prezzi da corrispondere al concessionario fossero in linea con quelli di mercato, al netto della remunerazione da garantire allo stesso per il contributo privato alla costruzione dell'opera. Va inoltre evidenziato che l'Autorità Vigilanza Contratti Pubblici (ora ANAC) ha esaminato tutta la procedura deliberandone la correttezza nell'anno 2012 e che i quattro ospedali, entrati in funzione in tempi sostanzialmente in linea con quanto programmato, costituiscono una delle principali innovazioni del sistema sanitario regionale degli ultimi anni che consentono e consentiranno di offrire cure moderne e di qualità ai cittadini della Toscana. La procedura di project financing in esame costituisce, secondo la Regione, il primo caso in Italia, e probabilmente uno dei pochi in Europa, che ha "messo insieme" in un'unica procedura la realizzazione e la gestione di più presidi ospedalieri di differenti aziende con vantaggi economici connessi con il ribasso ottenibile rispetto all'importo a base di gara.

«Era solo questione di tempo, prima che il bubbone sulla conduzione del project financing per i quattro nuovi ospedali della Toscana finisse per esplodere anche agli occhi della magistratura contabile. Già nel 2011 un articolo del Sole24Ore Centronord su dati Sior segnalava costi lievitati dell’88 per cento e una contrazione del contributo privato già calata dal 35 per cento delle stime iniziali al 30 per cento. Il trend era chiaro. Quei dati non furono mai smentiti. La mia interrogazione a risposta scritta non ebbe mai riscontro»: ha la memoria lunga, il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (capogruppo Forza Italia) che – allora in quota Pdl – lavorò proprio su questa precisa questione senza ottenere alcun chiarimento né la risposta all’interrogazione che la giunta sarebbe stata tenuta a fornire entro 60 giorni dal protocollo.

Nulla. Silenzio. Il fragore prodotto oggi dai rilievi della magistratura contabile sull’operazione era dunque già stato segnalato: «Ricordo che prima di protocollare la mia interrogazione – ricostruisce Mugnai – attesi alcuni giorni per verificare che non vi fossero smentite su quelle notizie. Non ve ne furono. E lì già l’andamento era chiaro. I costi di realizzazione già erano schizzati dai 350 previsti all’avvio dell’operazione, nel 2003, a 657 milioni e mezzo. I lavori erano rallentati vistosamente da un numero di contenziosi che allora erano a quota 23». Uno step intermedio di quel lasso temporale, nel 2007, già accendeva spie rosse: «Nel 2007 – richiama Mugnai – all’atto della firma della convenzione tra concessionario (ATI Astaldi, Pizzarotti e Technit) e Aziende sanitarie il costo era già salito a 422 milioni.

Nel 2011 si raggiunse quota 657,5 milioni (l’88% in più di quanto previsto nel 2003) così suddivisi: 169 milioni statali, 289 milioni di risorse dalle Aziende sanitarie e 199 milioni, il 30 per cento appunto, dai privati concessionari. Per di più, non essendo le Asl riuscite ad alienare i vecchi complessi ospedalieri, dal Sior si faceva sapere di avere attinto, per pagare gli ospedali, al fondo rotativo della Regione. Il proposito dichiarato dal presidente del Sior Bruno Cravedi, all’epoca, era quello di reintegrare il fondo una volta vendute le vecchie strutture.

Ma non è ancora accaduto».

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