Nuove misure per la tutela e il decoro del patrimonio culturale del centro storico

Un vero e proprio Decalogo approvato dal Consiglio. Approvati gli emendamenti di Fratelli d'Italia per tutelare i centri fisioterapici, i negozi che vendono prodotti freschi ed i locali notturni che investono nella 'buona movida'. Il voto di Firenze riparte a sinistra è stato di astensione. Il presidente della commissione urbanistica Bieber: "Documento innovativo e ricco di implicazioni positive per la nostra città"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 gennaio 2016 22:22
Nuove misure per la tutela e il decoro del patrimonio culturale del centro storico

Un pacchetto di misure per la tutela e il decoro del patrimonio culturale del centro storico. E' quanto contenuto nel regolamento approvato oggi dal Consiglio comunale, che ha dato il via libera alla proposta presentata dalla giunta. Il testo è stato illustrato dal sindaco Dario Nardella e dall'assessore allo Sviluppo economico Giovanni Bettarini. 

“Un regolamento con obiettivi molto chiari: promuovere la residenza e tutelare la salute pubblica – ha detto Nardella - Dopo le liberalizzazioni di Bersani e Monti ci muoviamo in un contesto di norme che non aiuta i sindaci a intervenire sul commercio, tuttavia con questo regolamento introduciamo una serie di misure per tutelare il nostro centro storico. Il divieto di vendita di alcolici e superalcolici dalle 21 in poi, a meno che non si consumino all’interno dei vari locali; il principio di tutelate i negozi storici e il commercio tradizionale con prescrizioni che migliorano il servizio come l’obbligo di un bagno o di una superficie superiore a 40mq.

Tutto questo – ha proseguito il sindaco - vale per il futuro. Tuttavia, noi chiediamo anche ad alcuni soggetti esistenti di adeguarsi alle nuove norme, in particolare, tutte le attività commerciali che si richiamano ai minimarket e agli Asia market. Questo regolamento vuole colpire prima di tutto questi soggetti già esistenti ed evitare che ne aprano di nuovi, poiché si tratta di negozi che non danno un servizio alla residenza ma vendono quasi esclusivamente alcolici e superalcolici che provocano un danno serio alla salute, soprattutto dei nostri giovani, provocano degrado e non ci consentono di preservare il tessuto commerciale tradizionale del nostro centro”.“E' il primo regolamento del genere in Italia – ha detto Bettarini – e contiene misure che consideriamo ormai indispensabili per tutelare in modo concreto il decoro del centro storico.

Non c'è alcun rischio di danneggiare bar e ristoranti perché abbiamo escluso gli esecizi di somministrazione dall'obbligo di adeguarsi entro tre anni alle nuove norme. Al contrario i minimarket non avranno vita facile”. Con il regolamento approvato oggi si vieta l’apertura nel centro storico di nuove attività (anche in caso di trasferimento dall’esterno del centro storico) di commercio al dettaglio di generi alimentari, somministrazione di alimenti e bevande, oltre che di attività artigianali e industriali di preparazione o vendita di prodotti alimentari.

Fa eccezione il caso in cui l’esercente si obblighi a rispettare alcune condizioni. In particolare, la vendita e somministrazione di bevande alcoliche è ammessa solo in locali con superficie non inferiore a 40 metri quadrati e con almeno un servizio igienico per i clienti, accessibile ai diversamente abili. Non solo, i locali si obbligano a prendere misure per evitare assembramenti di clienti che possano disturbare la quiete pubblica, ma anche a vendere o somministrare prodotti di filiera corta o comunque tipici del territorio e della tradizione di Firenze e della Toscana.

Inoltre, non possono essere esercitate attività riconducibili a money change, phone center, internet point e money transfer.Le attività già esistenti dovranno adeguarsi entro tre anni dall’entrata in vigore del regolamento. Sono esclusi gli esercizi storici, di commercio tradizionale e gli esercizi di somministrazione (i vinaini possono essere esclusi dall'obbligo di adeguarsi entro tre anni sotto due profili: nel caso in cui siano esercizi di somministrazione e nel caso rientrino tra gli esercizi storici o del commercio tradizionale). Nel centro Unesco è inoltre vietata la vendita di una serie di tipologie merceologiche, che vanno dalle materie prime tessili ai legnami e prodotti per l’edilizia, rottami e materiali di recupero.

Stop anche all’apertura di nuove attività commerciali, artigianali e industriali che preparano o vendono pizza, in forma esclusiva o prevalente. La vendita di pizza in modo non prevalente sarà possibile se il prodotto non viene pubblicizzato in maniera percepibile dall’esterno del locale (vetrina, insegna, altro mezzo pubblicitario). Sono vietate nuove attività commerciali, artigianali e industriali che utilizzino alimenti precotti o surgelati e quelle realizzate attraverso apparecchi automatici di vendita o somministrazione; le attività esclusive o prevalenti di fast food o self service (tranne quelle all’interno della stazione di Santa Maria Novella); le discoteche, sale da ballo; le officine di riparazione auto, le attività di money change, phone center, internet point, money transfer esercitate in modo prevalente, i compro-oro, le sale giochi o centri scommesse e i centri massaggi. Nei negozi di alimentari (minimarket) è vietato pubblicizzare ed esporre nelle vetrine o in maniera percepibile dall’esterno bevande alcoliche di qualsiasi gradazione.

Questi esercizi hanno l’obbligo di vendere almeno cinque tra le seguenti categorie merceologiche: da forno, frutta, verdura, gastronomia, latte e derivati, carne, pesce. I prodotti alimentari esposti per la vendita devono essere sistemati solo sugli scaffali e non direttamente a terra. Le vetrine non possono essere utilizzate per lo stoccaggio delle merci. E’ vietato installare pannelli luminosi diversi dalle insegne regolarmente abilitate, schermi a led, lcd o simili, che siano visibili dalla strada, ad eccezione degli addobbi natalizi nel periodo fissato dall’amministrazione. Gli esercizi già esistenti devono adeguarsi entro tre mesi dall’entrata in vigore del regolamento. Sono previste disposizioni particolari per via Tornabuoni e Ponte Vecchio.

In via Tornabuoni, nei locali che si affacciano direttamente sulla strada, sono consentiti solo negozi di moda di alta gamma, librerie, gallerie d’arte e antiquari, somministrazione di alimenti e bevande, banche e assicurazioni, commercio di oggetti preziosi, orologi, oggetti d’arte, cose antiche o articoli di antiquariato, articoli di numismatica e filatelia, artigianato tradizionale e artistico. Sul Ponte Vecchio è consentito solo il commercio di oggetti preziosi, orologi, oggetti d’arte, cose antiche o articoli di antiquariato, articoli di numismatica e filatelia, mentre è vietata la somministrazione di alimenti e bevande. Il nuovo regolamento introduce la funzione di esercizio storico, i cui requisiti (da mantenere anche in caso di modifiche degli esercizi) saranno definiti con disciplinare della giunta a partire dall’elenco ‘esercizi storici’ allegato al Regolamento urbanistico.

La trasformazione dell’esercizio storico è vietata, a meno che la giunta non deliberi che le qualità strutturali e storiche vengono mantenute anche modificando l'oggetto dell'attività.Per prevenire situazioni di degrado urbano, i proprietari di immobili commerciali nel centro Unesco sono obbligati a mantenere pulite saracinesche e vetrine, anche se si tratta di locali temporaneamente sfitti o non ancora attivi. Per i locali sfitti, inoltre è previsto l’oscuramento delle vetrine in modo da rispettare il decoro estetico delle vie del centro e il divieto di affissione alle vetrine di manifesti e volantini.

Le insegne devono essere mantenute in buono stato e rimosse per gli esercizi cessati. Per quanto riguarda i dehors, il termine di utilizzo è fissato alle 23 (a meno di eventuali proroghe). La seconda parte del regolamento è dedicata a contrastare l’abuso di sostanze alcoliche nel centro storico. In particolare, è vietata la vendita di alcolici di ogni gradazione, in qualunque contenitore, dalle 21 alle 6. Nella stessa fascia oraria la vendita per asporto è vietata da parte dei somministratori, ad eccezione del servizio al tavolo.

E’ vietato somministrare alcolici di ogni gradazione e natura dalle 2 alle 6. La somministrazione di bevande alcoliche su spazi e aree pubbliche deve cessare dalle 24 alle 7, ad eccezione di fiere, sagre, mercati o manifestazioni in cui si promuovono la produzione o il commercio di prodotti tipici locali. È vietato pubblicizzare bevande alcoliche, anche promuovendo sconti, offerte, condizioni vantaggiose d’acquisto o consumo, così come vendere o somministrare alcol a gruppi organizzati per il consumare a prezzi vantaggiosi e in più locali (cosiddetto “alcol tour”).

L’organizzazione e la promozione di questi gruppi è vietata. Nelle aree esterne di pertinenza dei locali, gli esercenti devono provvedere alla pulizia e alla rimozione dei rifiuti entro un’ora dalla chiusura del locale. Le limitazioni sugli orari non riguardano la notte di Capodanno, la Notte Bianca e la notte di San Giovanni (altre deroghe possono essere stabilite dalla giunta). Entro un anno l’amministrazione verificherà gli effetti dell’applicazione del regolamento e i risultati raggiunti.

Decalogo

  • Meno alcol, più salute
  • Divieto dalle 21 alle 6 di vendita da asporto di alcolici e superalcolici
  • Più decoro, meno degrado

    Divieto di esposizione di alcolici nelle vetrine, no pannelli luminosi, obbligo di pulizia esterna

    Divieto vendita di alcolici in vetro dalle 21 anche per somministrazione

  • Più residenza in centro

    Tutti i minimarket entro 3 mesi devono avere almeno 5 tra prodotti da forno, frutta, verdura, gastronomia, latte e derivati, carne, pesce

  • Più qualità

    Introduzione filiera corta e prodotti fiorentini e toscani. Confermate le misure del piano del commercio vigente

  • Più servizio

    Gli esercizi che vogliano vendere alcol devono avere nuovi parametri di servizio: bagno e 40 metri quadri di superficie

  • Più vivibilità

    Norme antiassembramento: i nuovi esercizi per aprire dovranno comunicare come gestiranno i possibili assembramenti

    Orari dehors portati alle 23

  • Tempo libero, più legalità

    Stop ai centri massaggi che nascondono altre attività illecite e blocco delle sale giochi

  • Chi sbaglia e chi non si adegua paga e chiude

    Per quelli esistenti: 3 anni di tempo per adeguarsi (ad esclusione di bar, ristoranti e locali, esercizi storici e del commercio tradizionale). Tre mesi per adeguarsi alle norme sulla qualità dell'offerta

    Sanzioni severe con multe e/o chiusura

  • Più chiarezza, più controlli

    Verifica annuale dei risultati

  • Più decoro, meno degrado
  • Divieto di esposizione di alcolici nelle vetrine, no pannelli luminosi, obbligo di pulizia esterna
  • Divieto vendita di alcolici in vetro dalle 21 anche per somministrazione
  • Più residenza in centro
  • Tutti i minimarket entro 3 mesi devono avere almeno 5 tra prodotti da forno, frutta, verdura, gastronomia, latte e derivati, carne, pesce
  • Più qualità
  • Introduzione filiera corta e prodotti fiorentini e toscani.

    Confermate le misure del piano del commercio vigente

  • Più servizio
  • Gli esercizi che vogliano vendere alcol devono avere nuovi parametri di servizio: bagno e 40 metri quadri di superficie
  • Più vivibilità
  • Norme antiassembramento: i nuovi esercizi per aprire dovranno comunicare come gestiranno i possibili assembramenti
  • Orari dehors portati alle 23
  • Tempo libero, più legalità
  • Stop ai centri massaggi che nascondono altre attività illecite e blocco delle sale giochi
  • Chi sbaglia e chi non si adegua paga e chiude
  • Per quelli esistenti: 3 anni di tempo per adeguarsi (ad esclusione di bar, ristoranti e locali, esercizi storici e del commercio tradizionale).

    Tre mesi per adeguarsi alle norme sulla qualità dell'offerta

  • Sanzioni severe con multe e/o chiusura
  • Più chiarezza, più controlli
  • Verifica annuale dei risultati
  • Più tradizione, meno mercificazione
  • Tutela della funzione di esercizio storico, elenco esercizi storici e del commercio tradizionale entro 90 giorni

“Questo regolamento è, finalmente, la risposta che Firenze ed i cittadini di Firenze aspettavano”. Il consigliere PD Alessio Rossi esprime soddisfazione per la delibera approvata in Consiglio comunale. “Il Comune non ha rincorso l'Unesco – precisa il consigliere Alessio Rossi – perché l'amministrazione ha già dato risposte tangibili ai cittadini, anche attraverso la maratona dell'ascolto. Penso alla pedonalizzazione di piazza del Carmine ma anche la revisione della mobilità, l'apertura della biblioteca Pietro Thouar e l'apertura del bando per le attività artigianali.

Il Regolamento presentato – aggiunge Alessio Rossi – è un atto che ha come finalità la tutela della salute pubblica e la tutela del patrimonio culturale, come ha ricordato anche il sindaco. Dopo vari episodi di degrado e d'inciviltà finalmente siamo arrivati ad un disciplinare che vuole ridare lo splendido centro storico di Firenze ai veri titolari: i cittadini. Come cittadino del centro storico, e dell'Oltrarno in particolare – continua il consigliere PD – sono anni che chiedevo, assieme ad altri concittadini, degli interventi.

Con questo disciplinare gli interventi concreti ci sono. Sicuramente si potrà migliorare e, laddove si presentino problemi, verrà migliorato ma non credo ci sia la necessità d'intervenire. Negli anni passati c'è stato un esodo dei residenti, dovuto a problematiche legate a degrado e inciviltà. Questo disciplinare, sono sicuro – conclude Alessio Rossi – tutelerà e incoraggerà la nuova residenza. Il sindaco ha detto che le parole d'ordine sono qualità, tradizione e innovazione. Io aggiungerei vivibilità e residenza.

Firenze è la nostra casa e, come tale, dobbiamo tutelarla”.

"Il regolamento per la tutela ed il decoro del centro storico, così come è stato votato oggi in aula, è poco più di un 'libro dei sogni'. Un esercizio di buoni propositi che difficilmente potranno essere messi in pratica senza un serio controllo del territorio e soprattutto senza la ferma decisione nel fare rispettare le regole a chi le transige sistematicamente. Cosa che oggi non è quasi mai avvenuta". Così Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale in consiglio comunale. "Il regolamento - spiega Torselli - è arrivato oggi in aula senza i dovuti approfondimenti, votato questa mattina dalle commissioni consiliari, senza che i consiglieri avessero potuto studiare il testo e formulare adeguate controproposte.

Siamo fortemente preoccupati che questa estensione poco approfondita e 'tirata via' abbia di fatto prodotto un regolamento che porterà a decine e decine di ricorsi verso il comune che, dubitiamo, abbia dalla sua adeguati strumenti giurisprudenziali per difendersi". "Per fortuna - aggiunge ancora il capogruppo di Fratelli d'Italia - alcune migliorie sono state introdotte grazie all'approvazione dei nostri emendamenti e, principalmente:

1. Abbiamo escluso i centri massaggi a carattere fisioterapici da quelli per i quali è vietata l'apertura nel centro storico (al pari di quelli legati a piscine e palestre);

2. Abbiamo ottenuto che per essere considerati esercizi di vicinato a servizio dei residenti del centro storico, non basti avere in esposizione 5 prodotti 'da supermercato', ma debbano essere vendute merci fresche e di qualità appartenenti ad almeno 5 tipologie merceologiche;

3. Abbiamo ottenuto che venga finalmente messo 'nero su bianco' il fatto che la 'movida' ed i locali notturni non sono tutti uguali: esiste una 'buona movida' ed una 'movida molesta' e mentre la seconda deve essere combattuta e stroncata, la prima va difesa e tutelata. Così come fra i locali notturni esistono quelli gestiti da chi pensa solo al profitto ed al portafogli e quelli gestiti da chi, con passione ed amore, svolge il proprio lavoro investendo nella sicurezza e nella salute dei propri clienti".

"Il nostro voto di astensione - conclude Torselli - è un voto di speranza: che il nostro centro storico sia una volta per tutto liberato dal proliferare di minimarket e di attività che altro non sono se non rivendite abusive di sballo e superalcolici. Adesso la palla passa al sindaco che potrà lasciare che il regolamento resti un 'libro dei sogni' oppure potrà una volta tanto far rispettare le regole e far sì che, come egli stesso ha detto oggi in aula, il centro di Firenze torni ad essere dei fiorentini".

“Il patrimonio Unesco va tutelato, il centro storico da troppo tempo è in balia dei venti. Accolgo positivamente il regolamento. Ma il nostro è stato un voto di astensione. La maggioranza di Palazzo Vecchio non ha dato tempo alle opposizioni di visionare l'atto in tutte le sue parti, in particolar modo per quel che riguarda il maxi emendamento consegnato stamani in commissione”. Così Tommaso Grassi, capogruppo di Firenze riparte a sinistra insieme al Consigliere Giacomo Trombi e alla consigliera Donelli Verdi, dichiarano durante la seduta odierna del Consiglio comunale.

E spiegano: “Da 6 anni sentivamo parlare di questo atto. Ora non capiamo la velocità. Sta a cuore a tutti. Rimandare il voto di pochi giorni non avrebbe danneggiato nessuno e avrebbe permesso di scrivere meglio un testo che rischia di essere soccombente di fronte al tribunale amministrativo”. I consiglieri dell'opposizione di sinistra sottolineano come “lo spirito di collaborazione c'è stato fino a stamani, quando in poche ore, sono stati presentati emendamenti, che sostituivano alcune parti consistenti del regolamento.

Avremmo avuto bisogno di più tempo per comprendere a fondo le modifiche”. “Ora vogliamo vedere – conclude Grassi – come sarà gestita la situazione. Il Comune di Firenze sarà in grado di non creare il caos per gli esercizi commerciali esistenti? E per quelli di nuova apertura?”.

Questa la dichiarazione della presidente della commissione pari opportunità Serena Perini a seguito dell'approvazione del regolamento per la tutela del patrimonio del centro storico di Firenze da parte del consiglio comunale. "Voglio sottolineare la soddisfazione per il divieto introdotto all'apertura di centri massaggio nel regolamento. È ormai dimostrato che i due terzi di queste attività nasconde al proprio interno prostituzione forzata, soprattutto di giovani donne cinesi. A livello nazionale, il 33% della prostituzione forzata avviene proprio all'interno di centri massaggio. Da parte della nostra città è un segnale importante contro la tratta di esseri umani usati per sfruttamento sessuale".

Queste le dichiarazioni del presidente della commissione urbanistica Leonardo Bieber in seguito all'approvazione del "Regolamento: misure per la tutela ed il decoro del patrimonio culturale del Centro storico" "Questo regolamento giunge, come ha ricordato il sindaco Nardella, dopo il piano strutturale, il regolamento urbanistico e il regolamento edilizio, coronando un lavoro importante dell'amministrazione comunale che ha riguardato fin dal principio lo sviluppo sostenibile, la qualità del tessuto urbano, la tutela degli esercizi storici e l'identità stessa della città di Firenze.

Già il regolamento urbanistico, infatti, conteneva precise norme che riguardavano la tutela degli esercizi storici, vincolando non solo "le mura" ma anche "l'attività" di alcuni esercizi commerciali, come certi bar del centro storico. Si tratta di un regolamento innovativo, che a mio parere potrà essere ripreso con successo da altre amministrazioni di città italiane, perché contiene elementi fondamentali per la salvaguardia e la tutela del patrimonio storico e culturale contro il dilagare di attività, come i minimarket, che da un lato rappresentano un pericolo per l'incentivo all'abuso di alcol, e dall'altro snaturano il tessuto commerciale di città, come Firenze, di cui dobbiamo conservare la storia, incentivando al contempo i servizi per residenti e turisti; di qui l'attenzione al mantenimento dei negozi 'tradizionali' e 'storici' che la Giunta dovrà definire con un apposito disciplinare entro 90 giorni. Infine è importante sottolineare come, grazie alla soppressione dell'articolo 2 comma 3 lettera b, sfuggono dai limiti di adeguamento nei tre anni alcune attività come bar che hanno una metratura inferiore ai 40 metri quadri o non hanno bagno per disabili, scongiurando così il pericolo di paletti troppo rigidi che potrebbero causarne la chiusura. Insomma, una serie di norme che vuole salvare il centro dalla bassa qualità di determinate attività e tutelarne al contrario l'identità storica, culturale e artistica".

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