No War Factory, una seconda vita a qualcosa che uccide

Dal 1964 al 1973 Gli Stati Uniti hanno sganciato oltre due milioni di tonnellate di ordigni sul Laos...

Alessandro
Alessandro Rella
24 agosto 2017 00:38
No War Factory, una seconda vita a qualcosa che uccide

... 580.000 missioni aeree pari ad un aereo carico di bombe ogni 8 minuti, 24 ore al giorno , per 9 anni - rendendo il Laos il paese più bombardato nella storia. Una delle zone più colpite fu la “Piana delle Giare” ed i villaggi adiacenti. 

Nel 1975 i bombardamenti cessarono, la guerra finì. 

Fu durante quei giorni di rapido cambiamento che un viaggiatore straniero visitò i villaggi di quella zona e lasciò loro un idea che insegnò come trasformare qualcosa che uccide in qualcosa che nutre, migliorando così l'economia dei villaggi: creare cucchiai, bracciali ed altri ornamenti dall'alluminio dai resti delle bombe e delle cisterne di carburante che deturpavano i terreni della “Piana delle Giare” ed i territori circostanti.

Oggi "No War Factory" di Massimo Moriconi, importa i singoli pezzi, che sono inizialmente realizzati a mano nei villaggi rurali del Laos ricavando l'alluminio dagli scarti degli ordigni esplosi durante la guerra del Vietnam, per poi impreziosirli con l’aggiunta di pietre e metalli pregiati.

Ogni prodotto è un pezzo unico.

Da Gennaio 2017, grazie ai ricavati delle vendite, è iniziata la distribuzione di 60 filtri in ceramica per la purificazione dell'acqua nel villaggio di Ban Naphia (zona "piana della giare") in Laos. 

I filtri serviranno a dare acqua pulita a 58 famiglie, 1 scuola ed un tempio. Durante la distribuzione verrà fatta una lezione di igiene per spiegare il corretto utilizzo e mantenimento del filtro donato e sull'importanza dell'uso di acqua filtrata nelle varie mansioni quotidiane. 

I beneficiari di questo progetto saranno 291 persone di cui 60 bambini e 231 adulti.

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