Nikola Kalinic voleva il Milan, non ci torna là

L'attaccante croato arriva a San Siro in prestito con obbligo di riscatto. Ha firmato un contratto di 4 anni

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Nicola Novelli
22 agosto 2017 21:17
Nikola Kalinic voleva il Milan, non ci torna là

E il Milan l'ha preso. Il Dirigente rossonero Marco Fassone, al rientro dalla tournée cinese, l'aveva promesso: "Faremo ancora qualcosa, non c'è fretta". Oggi Nikola Kalinic ha firmato un contratto con il Club rossonero fino al 30 giugno 2021. L'attaccante a disposizione di Montella ha scelto la maglia numero 7, indossando i colori per cui -ha dichiarato- tifata fin da piccolo. Il giocatore a 29 anni (187 cm. per 80 kg.) è arrivato al culmine di una carriera ricca di esperienze internazionali, Europa League compresa.

Dall'estate 2015 è stato la punta della Fiorentina: il debutto in Serie A avvenne il 23 agosto, proprio contro il Milan (2-0 per i viola). Nella scorsa stagione, 32 gare e 15 gol. A Firenze Kalinic ha segnato in media ogni 2-3 partite, una certezza nel primo campionato di Serie A, quando con i suoi gol portò i Viola temporaneamente al primo posto in classifica. Un attaccante completo e imprevedibile in area di rigore, dove riesce a colpire in qualsiasi situazione: di piede -preferito il destro- ma anche di testa, segnando e facendo segnare.

La sua cessione segna all'ennesimo attivo di bilancio economico della società viola, grazie alle anche chiare intenzioni del giocatore, che da tempo spingeva per porre fine all'esperienza fiorentina. Infatti, durante la presentazione del calciatore, il Direttore Sportivo di AC Milan Massimiliano Mirabelli parlando della possibilità di far tornare il calciatore croato alla Fiorentina, ha usato un denigratorio “là”.

Quest'ultima espressione ha fatto arrabbiare l'ACF Fiorentina: "Ci terremmo a ricordare al DS Mirabelli che la Fiorentina è una società importante nella quale hanno giocato campioni che hanno fatto la storia del calcio e che questo Club rappresenta Firenze, una delle città più belle e conosciute al mondo e che pertanto merita e pretende, nel riferirsi ad esso oggi e in futuro, un rigoroso rispetto."

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