Muoversi a Firenze: Ataf, un servizio ostaggio del traffico

Proviamo a fare domande semplici e vediamo se esistono risposte utili

Antonio
Antonio Lenoci
01 ottobre 2015 13:25
Muoversi a Firenze: Ataf, un servizio ostaggio del traffico

Comune di Firenze ed Ataf si sono incontrati per risolvere i problemi legati ai ritardi del servizio pubblico, il risultato è stato: "Non abbocchiamo all'accordo farsa". La proposta di aumentare le vetture non è piaciuta ai sindacati, perché? L'appello di Palazzo Vecchio a non scioperare è stato respinto, perché? Ma soprattutto.. quali sono le richieste che non sono state prese in considerazione?Daniele Crescioli Segretario della Filt Cgil è un autista che conosce Firenze, ma non è stato invitato al tavolo istituzionale.

Cosa avrebbe detto in tale sede? "Avrei portato l'attenzione sul traffico, è quello il nostro problema. I cantieri riducono la carreggiata, eliminano corsie utili ed in qualche modo i flussi vanno riequilibrati". C'è un consigliere comunale, Mario Razzanelli, che da anni chiede al Comune di Firenze lo "studio dei flussi" in regime di cantierizzazione tramviaria, per sapere quante auto, ambulanze e mezzi attraversano un determinato tratto ed in quale intervallo di tempo.

Si tratta di un elaborato più volte richiesto, senza mai ottenerne copia, ma è stato detto in Commissione Mobilità che tale studio è stato effettuato, visionato dagli esperti e studiato dai tecnici comunali con cognizione di causa e dovizia di particolari. Allo stato attuale i fatti dimostrerebbero diversamente.Di quali flussi parliamo? "Esistono punti nevralgici in cui ci troviamo sconfitti. Il Comune non può ad esempio variare continuamente i tempi del semaforo di via Ridolfi tra Indipendenza e piazza Stazione.

Non possiamo restare fermi in via della Scala, unico asse di uscita da Santa Maria Novella. A Novoli il carico è stato trasferito su via Baracca e domani che chiuderanno la rotonda di San Donato e contemporaneamente faranno il passaggio a raso della Tramvia da viale Redi a via Cittadella cosa accadrà?".Cambierà nuovamente il cronoprogramma?"Ma è ovvio, non puoi cantierizzare una Linea e l'altra assieme soffocando lo Statuto da un lato e contemporaneamente chiudendo viale Belfiore.

Servono itinerari alternativi".Esistono possibili soluzioni? "Una su tutte è mandare il trasporto pubblico in sede protetta, non si vuole fare o non si è capaci di farlo? Almeno proviamo delle scappatoie. Sono mesi che abbiamo chiesto una staffa in piazza Bambine e Basmbini di Beslan, volete sapere l'assurdo? Giorgetti mi disse che con l'occasione di restaurare il monumento di terracotta avrebbe aperto una corsia in uscita per il trasporto privato in modo da alleggerire il carico su via della Scala e sfruttare finalmente il sottopasso che oggi non permette l'incrocio in superficie.

La Soprintendenza ha bloccato tutto perché il Comune non trova un luogo dove trasferire il monumento". Il monumento è finito spesso sulla cronaca cittadina per la continua caduta di elementi scenici: su Nove da Firenze a maggio 2010luglio 2014.Amerigo Leoni e Massimo Milli rappresentano la Faisa Cisal di Ataf, da anni al volante, sindacalisti di lungo corso, hanno conosciuto l'Azienda pubblica e sono stati tra i primi a mettere in guardia l'utenza sulla privatizzazione del servizio.Sono Leoni e Milli che ricevono le lamentele da parte degli autisti: "Il sindacalista nel corso degli anni si fa tanti nemici - racconta Milli - ma è il primo a farsi carico dei problemi di tutti.

Quando il Segretario Leoni porta l'attenzione sui turni, sulle pause, sulla sicurezza alla guida lo fa perché sono questi gli aspetti essenziali di un sistema che è andato degradandosi con l'autista stritolato nel suo ruolo di guida, ufficio informazioni, ufficio reclami, lavoratore dallo straordinario fisso ed infine "spintaneamente" invitato a trasferirsi altrove quando la proprietà riduce l'organico". Leoni è uno che sta allo scherzo, ma batte i pugni sul tavolo se scommette sulla catastrofe imminente: "Ataf è morta, l'avete capito o no? Non c'è più.

Non c'è sicurezza sul lavoro dei padri di famiglia che oggi sono in Ataf. Non ci sono pause, il cambio turno spesso slitta di ore, la mensa è chiusa il sabato e la domenica. Per migliorare la qualità del servizio serve riorganizzare l'intera macchina. Certo, se lo si vuol fare. Se poi si vuol solo obliterare il biglietto che costa sempre di più è un altro discorso, io parlo di servizio pubblico".Chi lavora in Ataf ha sempre chiesto le Busvie, persino l'ex presidente Filippo Bonaccorsi ne aveva fatto un punto di principio con Matteo Renzi, ma quando al tempo del vicesindaco Giuseppe Matulli furono abbozzati alcuni progetti l'approccio fu timidissimo e nessuno ci ha più riprovato.Le Linee Flash, così furono chiamate, di Flash avevano ben poco come sottolinearono gli stessi autisti, poiché si veniva semplicemente a creare una linea tratteggiata di aree protette che si intersecavano con incroci intasati, su tutti l'idea dell'asse di via Frà Giovanni Angelico con sensi di marcia e sosta rivoluzionate l'Autobus sulla carta avrebbe trovato via libera tra l'intasamento di via Piagentina e quello del viale Amendola.

Un successo senza precedenti: un residente si alzò in un'assemblea infuocata per esclamare "Ma non è meglio allora passare dal Lungarno?" e tutto si fermò.

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