​Migranti in Toscana: 38 euro al giorno e lavoro gratuito

La Regione Toscana spiega come far fronte alla nuova drammatica emergenza umanitaria

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 aprile 2015 16:19
​Migranti in Toscana: 38 euro al giorno e lavoro gratuito

Un'accoglienza giusta e sostenibile, "imperniata su piccole strutture che veda protagonisti, nella gestione, volontariato e sindaci e dove chi è accolto contribuisca alla vita della comunità" questo propone la Toscana con una ricetta in 5 punti. La macchina elettorale è già partita e sul tema dell'accoglienza, come nella sicurezza e nella sanità, si giocherà buona parte di quel consenso che occorrerà per occupare i pochi seggi rimasti dopo la razionalizzazione delle poltrone.In una regione solcata quotidianamente da spaccature sociali per l'emergenza abitativa, la gestione degli spazi pubblici in termini di sicurezza reale e percepita, occorre infondere fiducia nella popolazione.

Con le transenne alla Stazione di Firenze, gli sgomberi e le segnalazioni di nuovi insediamenti abusivi, i controlli nei capannoni alveare dove sussiste il 51% di lavoro irregolare, con i dipendenti del trasporto pubblico del capoluogo che chiedono separazioni e videocamere ed i negozianti insorgono contro le rapine in pieno giorno una gestione esemplare di una emergenza umanitaria potrebbe aiutare a rasserenare gli animi. Ma qual è la ricetta della Toscana?Si tratta di dover gestire una vera e propria situazione di guerra, ai confini dell'Italia: la terza guerra mondiale, come ha detto il Papa, è in svolgimento in Medio Oriente e in Africa. 

Cinque i punti indicati stamani dalla giunta regionale per spiegare come risolvere il problema che appare insuperabile e rischia di suscitare tensioni sul territorio già attraversato da delicate emergenze sociali.1. La Toscana, per un principio di umanità, non può che essere favorevole ad una giusta accoglienza. Ma questo principio deve valere verso chi arriva e anche nei confronti dei cittadini italiani che stanno nei territori perché si evitino tensioni, conflitti e paure, perché sia possibile l'interazione tra le diverse comunità.

C'è quindi bisogno di fissare un limite all'accoglienza, che deve essere sostenibile e rispettosa delle persone.2. Il modello che propone la Toscana si fonda sull'uso di piccole strutture, distribuite adeguatamente sul territorio regionale. Non più di poche decine di persone per gruppo, affidate alla gestione delle associazioni del volontariato e del terzo settore e con un ruolo di riferimento e coordinamento tenuto dal Sindaco del Comune interessato. Per questo la Toscana può contare sulla positiva esperienza degli anni 2011-2013, quando sono stati accolti 1800 migranti in fuga dalla Libia.

Un modello oltretutto anche economicamente più sostenibile, con i suoi 38 euro al giorno per migrante contro i 48 euro di copertura massima garantiti dallo Stato.3. Non esiste una buona accoglienza e una integrazione adeguata se non c'è anche un impegno da parte di chi viene accolto a restituire alla comunità che accoglie un servizio di utilità pubblica. Tale attività dovrà tenersi, senza remunerazione, ed è compito dell'associazione individuare le modalità concrete di svolgimento di intesa con il sindaco.4.

Questo modello di accoglienza può funzionare a fronte di numeri che non superino ragionevoli limiti. Ma questo è un tema della politica nazionale, del ruolo che può e deve svolgere l'Europa, delle iniziative internazionali che devono essere assunte per colpire gli assassini e i mercanti del traffico umano ovunque essi si trovino e bene ha fatto il governo italiano a chiedere la convocazione di una riunione straordinaria del Consiglio Europeo.Il Quinto punto infine è in realtà l'attribuzione della delega operativa: per realizzare concretamente questa impostazione infatti è stato costituito un gruppo di lavoro della Giunta regionale."Dopo casi come quelli di Badia Prataglia, Le Piastre, Marliana, dove il numero degli immigrati inviati ha superato quello dei residenti del posto, dopo quello di San Miniato, dove i profughi hanno scioperato perché non venivano pagati, il manualetto in cinque punti di Enrico Rossi vuole prenderci in giro, è solo carta igienica.

Il manuale che serve oggi dovrebbe avere un solo punto: nessun nuovo arrivo in Toscana" così il candidato a governatore di "Fratelli d'Italia e Liste civiche con Giorgia Meloni" Giovanni Donzelli, commenta i cinque punti per l'accoglienza dei profughi fissati oggi dalla Regione Toscana.

"Il manualetto è ridicolo, sembra stilato da qualcuno che non ha governato negli ultimi anni - attacca l'esponente di Fratelli d'Italia - Rossi mette le mani avanti perché sa che in queste settimane arriveranno nella nostra regione tantissimi immigrati, con il rischio che fra questi ci siano quelli partiti dalla Libia spediti dai terroristi dell'Isis - spiega l'esponente di Fratelli d'Italia - i gruppi che vengono creati nei paesi che accolgono i profughi sono tutt'altro che piccoli, visto che ci sono strutture con centinaia di ospiti e che alcune di queste operazioni sono state bloccate solo dopo le nostre proteste.

Inoltre è dimostrato dai casi sul territorio che le istituzioni non sono in grado di far rispettare il criterio di reciprocità nelle responsabilità sbandierato dalla Regione. Rossi e la sinistra provano a coprire la malagestione dei profughi fissando regole fasulle - conclude Donzelli - non è fingendo di controllare che si gestisce un problema così serio per i territori".

Il Comitato autonomo immigrati pratesi (che raccoglie 15 associazioni di immigrati) insieme alla Uil Prato lancia la proposta: un presidio, se possibile, in piazza del Comune a Prato per mercoledì 22 aprile in ricordo dei morti nel canale di Sicilia. Un'inziativa in ricordo delle vittime della più grande tragedia del mare dal dopoguerra a oggi per sensibilizzare l'opinione pubblica, oltre che le istituzioni, su quella che ormai è diventata una vera e propria emergenza da affrontare insieme all'Europa.

Il presidio sarà aperto a chiunque voglia portare il proprio contributo: cittadini, associazioni, istituzioni."È giusto ricordare le vittime di questa immensa tragedia - spiega Qamil Zejnat del Comitato Autonomo degli immigrati pratesi - Ci sono esponenti politici, come gli onorevoli Santanché e Salvini, che tentano di buttare benzina sul fuoco. Ma vale la pena ricordare che quella gente scappa dalla guerra e ha diritto all'asilo politico. Non si può scherzare né fare propaganda politica sulla pelle delle persone.

Un atteggiamento che porta solo odio e soffia sulla ignoranza delle persone. Dobbiamo subito affrontare, insieme all'Europa, questa emergenza umanitaria"."Lo stato italiano e L'Europa hanno il dovere di affrontare questo problema immediatamente - afferma Angelo Colombo, responsabile immigrazione della Uil Toscana -. E questo non significa affatto blocchi navali. Al contrario, aiuterebbe la gestione dei flussi e maggiore sicurezza se l'Europa permettesse a profughi e migranti di fare domanda d'ingresso legalmente, e in sicurezza, da centri istitutivi sulle coste nord africane (con l'accordo degli Stati sovrani di quell'area).

Con funzionari europei che raccolgono e esaminano le richieste di ingresso facendo una verifica anche sull'identità e la storia di chi chiede di emigrare".

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