Matteo ​Biffoni presidente Anci, Prato guida la Toscana

Bugli: "Al lavoro su riordino funzioni, bilanci e integrazione migranti"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 settembre 2015 18:54
Matteo ​Biffoni presidente Anci, Prato guida la Toscana

 L'associazione dei comuni della Toscana si è riunita stamani in Santa Apollonia a Firenze per eleggere il suo nuovo presidente e a Sara Biagiotti, dall'estate non più sindaco di Sesto Fiorentino, è succeduto Matteo Biffoni, giovane primo cittadino di Prato al primo mandato. Con quattro astensioni, nessun contrario e il voto di tutti gli altri sindaci e amministratori presenti."Un plauso a Sara Biagiotti e al lavoro fatto in questo anno, la certezza che "altrettanto bene la Regione potrà lavorare" con Matteo Biffoni che le succede e un 'agenda di impegni e sfide comuni che riguardano il riordino delle funzioni delle province, da completare, e l'accoglienza di migranti e rifugiati arrivati in Toscana per cui adesso inizia "la fase più difficile, quella dell'integrazione" saluta così Vittorio Bugli, assessore regionale alla presidenza e ai rapporti con gli enti locali, l'assemblea dell'Anci

"Dispiace – dice Bugli – che la presidenza di Biagiotti si sia così bruscamente interrotta ad un anno appena dall'avvio: con lei abbiamo lavorato bene. Ma sono sicuro che Matteo Biffoni, con cui abbiamo già avuto modo di confrontarci su altri fronti in questi mesi, non la farà rimpiangere".

"La Toscana – sottolinea dal palco - è stata la prima regione in Italia ad approvare una legge per il riordino della funzioni delle ex province. Ne dobbiamo andare orgogliosi: ora entro l'anno c'è da completare il lavoro avviato e il primo impegno assieme all'Anci dovrà essere questo. Ce la possiamo fare, ottimizzando le risorse di ciascuno".

Sul tavolo c'è anche la questione dei bilanci e del patto di stabilità, dei Comuni e della Regione. "Sta diventando il vero problema – confida l'assessore - . Comuni e Regioni hanno già contribuito con tagli ingenti al risanamento del Paese: occorre un po' di ossigeno, almeno concedendo più spazio per realizzare gli investimenti che servirebbero molto alla ripresa". Bugli ricorda come la Toscana non si sia tirata indietro. Sono stati abbattuti i costi della politica e di gestione ed è in corso la riforma sanitaria: lo scopo è mantenere i servizi a costi minori.

"Ma ora – reclama l'assessore - serve un po' di ossigeno, specialmente a chi ha fatto più sacrifici degli altri"."L'altro fronte – prosegue – è quello dei migranti e rifugiati. Siamo tutti impegnati nella sfida dell'accoglienza: ora inizia la seconda fase, più difficile, che è quella dell'integrazione. Con l'Anci vorrei sedermi attorno ad un tavolo fin dalla fine di settembre". Bugli difende il modello di accoglienza diffusa adottato dalla Toscana. "Regge – conclude – e si è rivelato vincente: per i numeri che abbiamo, cinquemilacinquecento rifugiati già accolti ed altri in arrivo, occorre però che chi i sindaci che ancora non hanno fatto la loro parte si facciano avanti".

Anche dal palco dell'assemblea dell'Anci l'assessore ha voluto così rinnovare l'appello a quei comuni che ancora non hanno ospitato profughi sul loro territorio a farlo al più presto."Auguri al neo eletto Presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni con l'auspicio di massima collaborazione per il bene dei territori, specialmente quelli piccoli, montani e rurali della Toscana troppo spesso in sofferenza" così Oreste Giurlani Presidente di Uncem Toscana (Unione naz. Comuni Enti Montani) dopo l'assemblea straordinaria di Anci che ha visto l'elezione del Sindaco di Prato a nuovo presidente.

Giurlani nel suo intervento ha sottolineato il ruolo strategico dei piccoli Comuni montani e rurali e ha sottolineato la necessità di politiche concrete per la loro tutela e sviluppo. In questo senso l'auspicio è di una stretta collaborazione tra Uncem e Anci. "Lavoreremo intensamente - afferma Giurlani - perchè crediamo che siano indispensabili azioni che mirano a più presidio del territorio, più politiche di tutela e crescita delle comunità locali, migliorandone i servizi e garantendo una buona qualità di vita alle popolazioni.

In questa ottica dobbiamo assicurare lo sviluppo dei territori, contrastando il dissesto idrogeologico, l'abbandono e il depauperamento del valore delle nostre culture, e soprattutto innovando. Perchè è solo dando la possibilità di innovare che si garantisce la crescita. Per questo - aggiunge Giurlani - i sindaci dei piccoli Comuni montani e rurali vogliono essere protagonisti, non conservatori ma innovatori, con dignità e autonomia finanziaria e gestionale, per assolvere pienamente alla propria responsabilità di mandato rispetto alle comunità amministrate.

Ma per fare ciò deve essere chiaro a tutti - chiude Giurlani - che non esistono solo le città metropolitane".

Biffoni, pratese, 41 anni, avvocato, ha vissuto sin da giovanissimo la politica e l'impegno sociale. Consigliere comunale dal 2004, nel 2012 ha vinto le primarie ed è stato eletto alla Camera. Poi la candidatura a sindaco di Prato, le dimissioni da parlamentare e l'elezione al primo turno a sindaco di Prato il 28 maggio 2014. E' appassionato di musica e tifoso dell'Ac Prato.

Prima del voto, sono intervenuti l'ultima presidente Anci Sara Biagiotti, che ha ricordato il lavoro fatto nell'anno della sua presidenza e ringraziato sindaci e collaboratori; il sindaco di Firenze Dario Nardella, che ha sottolineato le tre principali sfide per i Comuni, ovvero immigrazione, infrastrutture e servizi; l'assessore regionale Vittorio Bugli, il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani, il vicepresidente vicario di Anci Toscana Sergio Chienni, il presidente Uncem Oreste Giurlani. Ha chiuso gli inteventi il vicepresidente Anci Toscana Filippo Nogarin, che ha ribadito come la candidatura di Biffoni sia stata condivisa da tutto il direttivo.

Ecco il testo dell'intervento del nuovo presidente di Anci Toscana.

Cari sindaci, cari colleghi e amici,

vi ringrazio per essere intervenuti così numerosi all’assemblea di oggi e per la fiducia che mi avete dimostrato con l’elezione a Presidente di Anci Toscana. Vi garantisco tutto il mio impegno e la mia passione nel rappresentare le istanze, le preoccupazioni, le proposte e le idee di tutti i 279 Comuni toscani.

Saluto e ringrazio per la loro presenza l’assessore regionale ai Rapporti con gli Enti locali Vittorio Bugli e il presidente del Consiglio Regionale della Toscana Eugenio Giani. Un saluto al vicepresidente di Anci Toscana Sergio Chienni, il sindaco di Firenze Dario Nardella che ci ospita,al segretario generale Simone Gheri, e a tutti i colleghi del direttivo e del consiglio.

Voglio innanzitutto ringraziare Sara Biagiotti, che nell’ultimo anno ha ricoperto la carica di presidente regionale dell’Associazione mettendo a disposizione le proprie competenze e il proprio impegno: un anno denso che ha portato a risultati concreti, come è emerso chiaramente anche dalla relazione annuale di Anci.

Come Presidente Anci Toscana porterò la voce di ciascuno di voi a tutti i tavoli istituzionali, rappresentando le preoccupazioni, le istanze, le idee di tutti i sindaci toscani e chiedo a tutti gli amministratori dei Comuni della nostra regione, piccoli o grandi che siano, di partecipare attivamente alla vita dell’Anci per dare un contributo prezioso al ruolo che l’Associazione è oggi chiamata a svolgere. Un ruolo sempre più centrale, in un contesto generale complicato che vede i sindaci sempre più in prima linea nell’affrontare i problemi del Paese.

Se pur con le naturali differenze, anche di sensibilità politiche, ci sono sfide che accomunano ogni giorno il lavoro di ognuno di noi, che si sia sindaci di un piccolo Comune montano o di una grande città capoluogo: i provvedimenti che le giunte e i consigli comunali prendono ricadono direttamente sulla vita dei nostri cittadini, per i quali il sindaco è il primo e a volte unico punto di riferimento, al di là delle dirette competenze. A ciascuno di noi, a ciascuno di voi, ogni giorno un cittadino chiede di intervenire sui temi del sociale, della salute, della scuola, della sicurezza.

Le difficoltà delle famiglie che non riescono a far fronte alle spese quotidiane, che si sentono pressate dalla tassazione comunale, che chiedono servizi, sono il pensiero costante per ciascun amministratore. Così come lo sono le sfide dello sviluppo economico e della crescita delle nostre imprese, i dati sul lavoro e l’occupazione, ma anche la gestione dei territori, la garanzia dei servizi, a cominciare da quelli socio sanitari, il potenziamento infrastrutturale o il rispetto dell’equilibrio ambientale, e in particolare della tutela idrogeologica.

Quello appena trascorso è stato un anno di profonde trasformazioni istituzionali, non ancora concluse, dove il ruolo dei Comuni diventa fondamentale alla luce della ridefinizione delle competenze degli enti locali. Come ognuno di voi sa per l’esperienza di ogni giorno, ai sindaci è chiesto di affrontare i piccoli e i grandi problemi: dalla gestione dell’accoglienza dei migranti alla garanzia dei servizi sul territorio, dalle sfide del cambiamento socio-economico alla difficoltà di gestione delle risorse, sempre più ridotte, tutto ricade sui Comuni e su chi li amministra.

Se da un lato per i cittadini il sindaco è il punto di riferimento più diretto, dall’altro sui sindaci ricadono le politiche e le decisioni della Regione, del Parlamento e del Governo. Per questo è necessario che i Comuni siano interlocutori privilegiati con le istituzioni e che facciano fronte comune nel rappresentare le istanze dei territori. Solo con una rappresentanza solida come quella di Anci tutti i sindaci possono far sentire la propria voce. E’ in questo quadro che la provocazione dei sindaci leghisti di uscire dall’Anci appare inaccettabile, dettata dall’egoismo di qualcuno che per cercare qualche voto perde e fa perdere la possibilità di far valere la forza dell’unità dei Comuni.

Anci Toscana, come Anci nazionale, ha sempre rappresentato e continua a rappresentare tutti i sindaci, indipendentemente dal colore politico. La concretezza che caratterizza l’operato dell’Associazione, le sinergie che riesce a creare, i servizi che mette a disposizione delle amministrazioni sono un valore per il lavoro di tutti noi.

L’unità dei Comuni in Anci è particolarmente importante per i piccoli Comuni toscani. Se la città metropolitana di Firenze, i capoluoghi di Provincia, le grandi città toscane hanno più strumenti e mezzi per affrontare anche i cambiamenti istituzionali in atto, i Comuni di dimensioni minori rischiano di soffocare stretti tra una legislazione sulla pubblica amministrazione in continua evoluzione e le difficoltà di bilancio. Ma non dimentichiamo che i piccoli Comuni rappresentano una parte importante della popolazione, spesso in territori con caratteristiche peculiari, e anche qui deve essere garantita ai cittadini la stessa rappresentatività e qualità dei servizi delle città più grandi.

Per questo è importante avere una visione ampia dei nostri territori, con la creazione di sinergie e un miglioramento dell’organizzazione degli enti che permetta di affrontare il complesso compito di sviluppare il percorso associativo già in atto, attraverso l’Unione dei Comuni. La riorganizzazione dei livelli di governo delle autonomie locali, il processo di consolidamento delle forme di gestione associate, spingono a ragionare non con lo sguardo rivolto al singolo Comune, ma ad ambiti territoriali più ampi, pur nel rispetto delle autonomie.

Negli ultimi cinque anni Anci ha sempre sostenuto e promosso le diverse forme di cooperazione intercomunale, a fianco degli amministratori dei piccoli Comuni che si impegnano per sviluppare e ottimizzare le funzioni e l’erogazione dei servizi comunali, puntando sulla qualità del risultato a beneficio dei cittadini e continuerà a farlo.

La garanzia dei servizi sul territorio viene assicurata non solo dalla quantità, ma soprattutto dall’efficienza del servizio stesso. La chiusura degli uffici postali cosiddetti periferici annunciata da Poste Italiane ha visto Anci prendere una posizione ben definita al fianco dei sindaci : l’Associazione ha il dovere di confrontarsi con la Regione e Poste Italiane, chiedendo la mediazione del Governo, perché si possa rendere più efficiente la presenza degli uffici sul territorio esplorando la possibilità di collaborazione tra amministrazioni locali e Poste per l’erogazione di nuovi servizi.

Una collaborazione che già ha visto dei precedenti nella nostra regione, con il progetto Ecco Fatto promosso dall’Uncem in collaborazione con la Regione Toscana per creare punti multi servizi nei territori più lontani dalle grandi città. Su questa strada dobbiamo lavorare perché i Comuni toscani diventino protagonisti di un progetto pilota a livello nazionale, intensificando l’esperienza già fatta e promuovendo un confronto tra tutti i soggetti interessati.

Gli ultimi dati Istat sull’economia toscana ci spingono verso un prudente ottimismo: il secondo trimestre 2015 registra 30mila occupati in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (e 45mila rispetto al primo trimestre 2015), la disoccupazione è scesa di oltre due punti percentuali (dall’11 all’8,5%). Resta però il freno della pressione fiscale che grava su famiglie e imprese. L’impegno del Presidente del Consiglio Matteo Renzi di abolire la Tasi è una boccata d’ossigeno per le famiglie italiane e un fattore di ulteriore slancio per la ripresa degli investimenti, ma allo stesso tempo preoccupa le amministrazioni locali che non possono rinunciare in alcun modo alla copertura totale del mancato gettito per garantire i servizi esistenti.

Anci ha assunto anche a livello nazionale una posizione chiara, non polemica ma decisa, certi che con un confronto diretto sarà possibile trovare una soluzione condivisa. Come Anci Toscana siamo accanto al presidente Fassino nel sostenere le ragioni dei Comuni che, gravati dai tagli sempre maggiori degli ultimi anni, non possono in alcun modo affrontare ulteriori sacrifici che ricadrebbero direttamente sui cittadini.

In questo senso va anche la nostra richiesta di superare il Patto di stabilità per sbloccare le risorse spendibili per gli investimenti e la richiesta di un confronto per una correzione della disciplina legislativa relativa ai vincoli del pareggio di bilancio che entrerà in vigore per gli enti locali dal 2016. Su questo fronte è importante l’impegno dei Comuni con bilanci più stabili nella cessione di spazi del patto alla Regione che può redistribuirli ai Comuni, soprattutto piccoli, che nell’immediato sono in difficoltà: un atteggiamento responsabile che permette di lavorare nel segno del superamento delle divisioni territoriali e della solidarietà tra enti. Insistiamo sulla possibilità di utilizzare gli avanzi di bilancio, che darebbero respiro agli investimenti per la nostra comunità.

Il rilancio dell'economia del territorio passa anche attraverso la valorizzazione di fondamentali asset strategici, a cominciare dal porto di Livorno e dell'area costiera che vorrei fosse sempre più protagonista in Anci Toscana.

La collaborazione e l’impegno condiviso da parte delle amministrazioni sono fondamentali anche nell’affrontare la grande emergenza che sta interessando l’Europa: l’accoglienza dei migranti, con flussi continui di profughi in arrivo sia sulle coste sia sui confini nord orientali del nostro Paese. Come delegato Anci all’Immigrazione ho più volte ribadito come il modello toscano della gestione dell’accoglienza sia un esempio virtuoso da seguire, ma allo stesso tempo continuiamo come Anci Toscana e come Anci nazionale a premere sul Governo perché lo sforzo dei Comuni che mettono a disposizione territori e strutture sia riconosciuto concretamente, attraverso compensazioni quali lo sforamento del Patto di stabilità che consentirà ai sindaci di dare risposte ai propri cittadini, in particolare con interventi in ambito sociale quali l’emergenza alloggiativa o il sostegno alle famiglie, evitando di creare conflittualità e tensioni.

Le immagini delle ultime settimane che hanno scosso molti, rappresentano quello che da tempo sta accadendo alle porte dell’Europa: illudersi di poter tirare su un muro per fermare l’onda della migrazione è da irresponsabili. L’Anci in questo momento è in grado di riassumere le diverse posizioni sui territori riguardo alla gestione degli straordinari flussi di migranti, cercando soluzioni concrete e non ideologiche, soluzioni che non pesino sulle spalle di 500 sindaci su 8000 Comuni italiani ma che permettano di non creare tensioni.

Anche in Toscana grazie a una politica di confronto con la Regioni e le prefetture possiamo ottenere gli strumenti per sostenere l’accoglienza, che deve essere dignitosa per chi arriva ma senza creare tensioni sui territori che accolgono, altrimenti non è accoglienza.

In questo momento dove i Comuni si trovano ad affrontare cambiamenti importanti con risorse limitate, sono due i punti di forza su cui i sindaci possono contare: il dialogo e il lavoro in sinergia tra territori e l’utilizzo di infrastrutture tecnologiche adeguate che permettano lo scambio dei dati e delle esperienze tra Comuni. Incentivare sistemi capaci di dialogare oltre i confini comunali, sfruttando la tecnologia, è la strada per mettere al servizio di tutti i territori le best practices delle città più avanzate nello sviluppo della smart city.

Un modello che Anci Toscana sostiene per migliorare nel quotidiano la vita di amministratori e cittadini su temi molto sentiti da noi sindaci, come quello della mobilità o della sicurezza, per esempio con sistemi intelligenti che permettano agli organi di Polizia municipale e alle forze dell’ordine di condividere le informazioni delle telecamere presenti in città. Da sindaco di Prato mi trovo al fianco di molti di voi che sentono fortemente la necessità di affrontare in maniera sinergica il tema della sicurezza urbana: un tema che non è formalmente nelle nostre competenze ma sul quale i cittadini ogni giorno chiedono al proprio sindaco di intervenire.

La percezione dell’insicurezza non nasce dai dati sui grandi reati, ma dagli scippi, i furti, gli atti vandalici. Da aree non adeguatamente illuminate, dalla necessità di una riqualificazione di alcuni quartieri. Per questo Anci si fa portavoce della richiesta dei sindaci di essere ascoltati sul tema della sicurezza urbana e accoglie con interesse la proposta dell’assessore regionale Bugli e del Presidente Rossi di trovare modalità condivise perché siano messe a disposizione dei Comuni risorse finalizzate a progetti di riqualificazione dei territori e promozione di attività che possano contrastare i fenomeni di degrado e insicurezza.

Ai sindaci non serve un cinturone da legarsi in vita, ma servono strumenti per rendere le nostre città più curate, vive e accoglienti, e la possibilità di offrire alla polizia municipale strumenti più efficaci.

E il dialogo deve serrarsi anche sui servizi pubblici locali: e' finito il tempo dei campanili, divertenti su un campo di calcio! ma da superare per offrire nuovi strumenti ai cittadini e alle imprese, più efficienti e meno costosi. Con coraggio, lavoriamo perché le aziende toscane abbiano un futuro comune.

Il mio lavoro, il lavoro di Anci Toscana, è a vostra disposizione e sarà proficuo soltanto con il contributo che ognuno di voi potrà dare con proposte, idee, suggerimenti e anche con critiche costruttive, affinché la voce dei sindaci sia sempre più forte nel confronto con la Regione e con il Governo. Anche perché non è pensabile la politica senza il ruolo attivo, da protagonisti, dei sindaci. Abbiamo molto da fare.

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