Martedì vai al cinema Odeon con Palazzo Strozzi

Dal 30 settembre al 28 ottobre cinque grandi classici a ingresso libero: da Buñuel ad Almodòvar, da Ken Loach ad Amenabar. Primo appuntamento con “L'albero di Guernica” di Fernando Arrabal con Mariangela Melato

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 settembre 2014 19:00
Martedì vai al cinema Odeon con Palazzo Strozzi

FIRENZE - Torna al Cinema Odeon di Firenze uno degli appuntamenti cinematografici più attesi dal pubblico: “I martedì al cinema con Palazzo Strozzi”, la rassegna organizzata da Odeon Firenze in collaborazione con la Fondazione Palazzo Strozzi. Dal 30 settembre al 28 ottobre, ogni martedì (ore 20.30, ingresso libero) cinque appuntamenti in concomitanza con la mostra Picasso e la modernità spagnola (Palazzo Strozzi, 20 Settembre 2014 – 25 Gennaio 2015).

La Spagna, Picasso, il cinema. 

La selezione di film di questa ottava edizione di “I martedì al cinema con Palazzo Strozzi” intreccia strade e percorsi artistici diversi, che durante il Novecento hanno segnato la cultura iberica (ed europea) grazie a una riflessione su temi cruciali come la guerra e la lotta politica, e grazie al racconto lucido e originale di una società sempre in bilico tra tradizione e modernità. Dalla satira dissacrante di Luis Buñuel all’impegno di Ken Loach, dalle passioni di Pedro Almodóvar alle inquietudini di Fernando Arrabal e Alejandro Amenábar, la rassegna propone un’affascinante avventura fatta di storie, immagini, suoni, visioni.

Approfondimenti

PROGRAMMA:

Martedì 30 settembre (ore 20.30): L'ALBERO DI GUERNICA, regia di Fernando Arrabal (Francia, Italia, 1974, 98’) – Versione italiana

Ambientato in un povero villaggio della Castiglia (reinventato tra i Sassi di Matera dal regista, poeta e drammaturgo Fernando Arrabal), è la storia della contadina Vandal e di Goya. S'incontrano a Guernica il giorno del bombardamento aereo nazista (aprile 1937) e tornano a combattere contro i ribelli franchisti. Intepretato da Mariangela Melato, il film ha momenti di sfrenata fantasia goyesca e di straripante sincerità nella sua miscela surrealistica di tenerezza e furore.

Martedì 7 ottobre (ore 20.30): TERRA E LIBERTA', regia di Ken Loach (Gran Bretagna, Spagna, Germania, Italia,1995, 109’)

Da rivoluzionario tenace qual è sempre stato, Ken Loach rievoca il conflitto fratricida tra comunisti d'osservanza sovietica e comunisti rivoluzionari e anarchici che squassò le fila dei repubblicani durante la guerra in Spagna, riuscendo a rendere il palpito di un passaggio chiave della storia contemporanea.

Martedì 14 ottobre (ore 20.30): DONNE SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI, regia di Pedro Almodóvar (Spagna, 1988, 90’)

Storie di donne abbandonate in un appartamento da affittare nella Madrid di fine anni '80. Farsa degli equivoci con lacrime che ha il dinamismo di un vaudeville francese, l'eleganza di una commedia sofisticata made in USA e la cattiveria sorniona di Billy Wilder. In più il tocco inconfondibile di Almodóvar, il monello del cinema spagnolo postfranchista.

Martedì 21 ottobre (ore 20.30): IL FASCINO DISCRETO DELLA BORGHESIA, regia di Luis Buñuel (Francia, Italia, Spagna, 1972, 105’)

Gli Hévenot e i Sénéchal continuano a scambiarsi inviti per un pranzo, ma non riescono mai a mangiare. Scritto col fido Jean-Claude Carrière, il film è un compendio di tutto il cinema buñueliano. L'angelo sterminatore ha in mano il fioretto dell'ironia e lo maneggia con grazia incantevole, ma, surrealista sereno e sorridente, ricorre all'esplosivo onirico per far saltare in aria la borghesia e i suoi pilastri: polizia, chiesa, esercito. I sogni non servono a evadere dalla realtà, ma a farla conoscere più profondamente.

Martedì 28 ottobre (ore 20.30): APRI GLI OCCHI, regia di Alejandro Amenábar (Spagna, Francia, Italia, 1997, 117’)

L'affascinante e complessa opera seconda del talentuoso Amenabar: ricco di numerosi piani narrativi differenti e passaggi tra finzione e realtà, il film rappresenta un'affascinante incursione nel mondo del subconscio, dell'amore, della sfera emozionale che ognuno di noi possiede e che spesso fatica a emergere, affossata com'è dalla banalità del quotidiano.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti a disposizione. I film sono in versione originale con sottotitoli in italiano.

Tutte le proiezioni si tengono presso il Cinema Odeon (Piazza Strozzi – Firenze)

Allo Stensen "Il vangelo secondo Matteo" di Pasolini, a 50 anni dall'uscita.  

Il cinema Stensen celebra i 50 anni dall’uscita de Il vangelo secondo Matteo, capolavoro di Pier Paolo Pasolini, con una proiezione speciale che si terrà martedì 30 settembre alle ore 21.00 presso l’auditorium di viale Don Minzoni 25/c. Per l’occasione, il film sarà proposto in pellicola, nel formato origine 35 mm.

 

Concepito durante gli anni della censura, Il vangelo secondo Matteo è la trasposizione cinematografica, ad opera di un intellettuale laico, della vita di Gesù. Il film partecipò alla 24esima Mostra del Cinema di Venezia e, sotto una pioggia di insulti da parte neofascista e da parte della frangia cattolica più ortodossa, vinse un Leone d’Argento, mentre tre anni dopo partecipò con 3 nomination alla corsa degli Oscar.

 

Quella di Pasolini è una trasposizione lontana dalla consuetudine dell’insegnamento cattolico e che suscitò polemica sia in ambienti religiosi, mal disposti verso un trattamento troppo terreno della figura del “figlio di Dio”, sia in ambienti teoricamente più progressisti e aperti al dialogo, come la segreteria del PCI, che ne riconobbe la grandezza definendolo “Il più bel film su Cristo che sia stato fatto finora” (L’Unità), ma invitò lo spettatore ad accoglierlo “non entusiasticamente”.

 

Un duplice scontento suscitato dal fatto che Pasolini, in crisi personale e creativa, portò al cinema un Gesù solitario e colmo di tristezza, pugnace e aggressivo, ma insieme dolce e compassionevole. Quasi un anti-eroe che mal serviva scopi agiografici, Gesù appariva volutamente depurato dalle varie riscritture ideologiche, demitizzato per rendere più vivido il ritratto umano che nella poetica del regista coincideva con quello divino: ”Io non credo che Cristo sia figlio di Dio, perché non sono credente, almeno nella coscienza. Ma credo che Cristo sia divino: credo cioè che in lui l'umanità sia così alta, rigorosa, ideale da andare al di là dei comuni termini dell'umanità”.        

Prezzi: € 6,00 intero; € 4,50 ridotto (under 30, convenzioni)

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