Manifestazione degli insegnanti di scuola dell'infanzia a Firenze

Romanelli (SEL): “Ascoltare il disagio". Rossi: "In Toscana investimenti importanti malgrado i tagli"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 marzo 2015 22:14
Manifestazione degli insegnanti di scuola dell'infanzia a Firenze

Continua il braccio di ferro con l'Assessora Giachi e il Sindaco Nardella sulla decisione di privatizzare 64 sezioni di scuola dell'infanzia comunale. Oggi presidio degli insegnati sotto l’Ufficio Scolastico Regionale in via Mannelli a Firenze, con una delegazione ricevuta insieme alle forze sindacali dal Direttore provvisorio Bacaloni.

La CGIL mette in guardia dal pericolo di una progressiva dismissione della scuola comunale e lo fa lanciando una sfida all'Amministrazione Comunale: sedersi intorno ad un tavolo con le parti sociali per individuare e condividere un percorso. "Vorremmo che Giachi, Nardella e Gianassi ci dessero una risposta, perché quello che stanno progettando è di abbassare il costo del servizio attraverso il minor costo della manodopera -dichiara per FP CGIL Firenze Chiara Tozzi- E inoltre, visto il modello organizzativo della scuola comunale, sancito dall'ordinamento scolastico, fondato sulla presenza a rotazione di due insegnanti, la loro compresenza, i gruppi intersezione, le insegnanti di sostegno, siamo proprio sicuri che questo modello si adatti ad un soggetto terzo, l'appaltatore, che si inserisce nel rapporto di lavoro come datore di lavoro e che questo non prefiguri intermediazione di manodopera?"

Il Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà Mauro Romanelli è stato presente: “Sono molto solidale con le proteste degli insegnanti, che da anni lamentano una moltitudine di problemi, che tuttavia potrebbero essere sintetizzati in un solo concetto: un disinteresse, un disimpegno, oltre che una mancanza di ascolto, da parte dei Governi e della classe politica di questo Paese verso la scuola pubblica”. “Le forze sindacali tutte hanno espresso una critica nettissima al disegno ʺrenzianoʺ basato sull’autoritarismo e la discrezionalità del Direttore Scolastico e la gravità del mettere insieme, quasi in una inaccettabile logica di scambio, le riforme con le assunzioni dei precari: quest’ultimo provvedimento è un dovere di civiltà, richiesto anche da una sentenza in sede europea, che non può essere appunto condizionato all’esito politico di una riforma di parte”. “In sintesi, la richiesta delle forze sindacali unanime è stata di procedere in via prioritaria alla risoluzione del problema dei precari, senza guerre tra poveri, giacché questi anni di continui cambiamenti normativi hanno generato diversi tipi di precarietà che spesso, fatalmente, configgono tra loro: non possiamo che sostenere queste richieste unitarie, che ci paiono più che ragionevoli e doverose in un paese civile”. Durante l’incontro il Consigliere Romanelli parlando della Regione ha anche ricordato la vicenda delle sezioni Pegaso e sottolineato la gravità del tema della dispersione scolastica che in Toscana è superiore alla media nazionale."Investire nella scuola malgrado i pesantissimi tagli statali è stata una delle scelte più importanti che abbiamo fatto in questi anni.

Una scelta di qualità e di civiltà. Sono convinto che su questo terreno dovremo ancora andare avanti, magari cercando altrove risorse, attraverso risparmi e razionalizzazioni". Con queste parole il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha portato il suo saluto agli amministratori, agli insegnanti, agli studenti che stamattina hanno affollato la sala di Sant'Apollonia per l'iniziativa di presentazione dei Pez, ovvero dei Piani educativi zo nali. "Dove lo Stato ha tagliato noi ci siamo stati con i nostri investimenti per il futuro - ha ribadito Rossi - Ed è quanto vogliamo continuare a fare assieme alle amministrazioni comunali che vivono direttamente i problemi delle famiglie e dei ragazzi". Il presidente si è anche detto preoccupato dei dati relativi alla dispersione scolastica.

"E' un problema che abbiamo anche in Toscana e rispetto al quale dobbiamo fornire risposte concrete - ha spiegato - Per esempio intervenendo sugli istituti professionali, perché abbiano uno sbocco lavorativo più definito, un legame reale con il territorio e le attività economiche. Allo stesso modo dobbiamo occuparci dei cosiddetti Neet, cioé dei giovani che non lavorano e non si formano, per tentare di costruire un rapporto con il lavoro o magare fare in modo che sperimentino il nostro servizio civile". Nell'intervento del presidente anche una riflessione sul sostegno regionale alle famiglie che mandano i loro figli alle scuole per l'infanzia private.

"Da un lato abbiamo sostenuto le classi Pegaso, ma dall'altro, a fronte di costi troppo alti, c'era il pericolo che diverse famiglie venissero tagliate fuori da questo servizio. Per questo siamo intervenuti, peraltro con risorse di gran lunga inferiori a quelle che abbiamo destinato alla scuola pubblica. Siamo per la scuola pubblica, ma l'ideologia non può prevalere sui bisogni delle persone". Tutto questo nella consapevolezza del ruolo ancora più centrale che la scuola e i progetti educativi avranno negli anni a venire: "Il disagio sociale sta aumentando e ci vorrà tempo perché la ripresa economica ci faccia guarire dalle ferite prodotte dalla crisi - ha concluso Rossi - Per questo bisogna rafforzare il presidio della scuola, nel segno della qualità".

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