Maltempo: non è come il 19 settembre

Gruppo PD: “Solo i consiglieri di maggioranza hanno votato le delibere per intervenire dopo i danni del mese scorso”. Risorse per il rischio idrogeologico: Rossi forza il patto di stabilità. Sabato notte a Volterra la forti piogge hanno provocato allagamenti e piccoli smottamenti, con scantinati e piani bassi delle case invasi da acqua e fango

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 ottobre 2014 22:53
Maltempo: non è come il 19 settembre

In serata forti temporali sulla parte occidentale del territorio provinciale e sulla zona del mugello. Si segnalano criticità sulle viabilità di competenza per allagamenti diffusi e piante a terra, si raccomanda quindi massima cautela alla guida. Per le prossime ore è previsto un peggioramento delle condizioni meteorologiche su tutta la regione. I temporali, di forte intensità, potranno essere accompagnati da forti colpi di vento e grandinate e si estenderanno a tutta la regione.L'Arno e Firenze

Proprio di recente il presidente della Regione Enrico Rossi ha avanzato al governo la richiesta di un finanziamento di 40 milioni che, aggiunti ai 40 già stanziati dalla Regione, consentirebbero di completare i lavori per la cassa di Figline e la diga di Levane. "Questi due interventi – ha detto – metterebbero la città nelle condizioni di affrontare in ampia sicurezza un evento come quello del '66. Ma non me la sento di far passare ancora anni con il timore di quello che potrebbe accadere alla città se un simile evento si ripetesse.

Proprio stamattina abbiamo trovato con il Comune un accordo per lo stoccaggio all'Anconella degli argini gonfiabili e delle paratie mobili che ci siamo impegnati ad affittare in tempi brevissimi con una trattativa privata e quindi ad acquistare in via definitiva." Per quanto riguarda la comunicazione delle criticità, e le definizioni "ordinaria, moderata ed elevata" utilizzate dal sistema nazionale e definite "arcaiche, inservibili e fuorvianti", il presidente Rossi ha detto di aver parlato di questo problema con il prefetto Gabrielli per una loro revisione.

"D'ora in poi – ha concluso - noi offriremo in primo luogo una descrizione, una specificazione puntuale delle previsioni. La classificazione nazionale la metteremo in fondo".

A Palazzo Vecchio tuona il Gruppo PD: “Solo i consiglieri di maggioranza hanno votato le delibere per intervenire dopo i danni causati dal maltempo lo scorso 19 settembre”“Inspiegabile atteggiamento dei gruppi di minoranza che, pur presenti in aula, non hanno partecipato alla votazione”“I gruppi di opposizione non hanno a cuore Firenze. Le due delibere sugli interventi di somma urgenza a seguito degli eventi atmosferici dello scorso 19 settembre sono state votate solo dai consiglieri del gruppo del Partito Democratico”.

Le delibere sono state approvate con 22 sì. I consiglieri dei gruppi d’opposizione non hanno partecipato al voto. “Un atteggiamento inspiegabile e, assolutamente, da censurare. Più volte – spiegano i consiglieri del Partito Democratico – siamo stati accusati di non coinvolgere anche i consiglieri di minoranza sui problemi di Firenze. In Consiglio comunale siamo stati chiamati a votare atti importanti per stanziare fondi che possono far partire i lavori per riparare i danni sul patrimonio artistico e non artistico e sulle aree verdi colpite dal maltempo.

Con questo “non voto” e con questo atteggiamento i gruppi di opposizione hanno mostrato che non hanno a cuore i beni artistici e storici e il verde di questa città. I gruppi di minoranza si sono appellati a norme procedurali e di dubbia lentezza pur di non votare. Un gesto che non abbiamo compreso”.

Approfondimenti

“Crediamo di non essere gli unici ad aver notato come i territori colpiti dall’alluvione, da Genova a Gavi, passando per Arquata, Serravalle, Novi e Pozzolo – scrivono i comitati di cittadini della Liguria e del Piemonte - siano gli stessi territori in cui il Governo, con l’assenso degli amministratori locali, vorrebbe costruire il Terzo Valico”. E’ l’ennesima controprova dell’assurdità del modello di crescita che ha fatto scempio dell’Italia da decenni.

L’ambiente ci sta dicendo ancora una volta in questi giorni che non può sopportare altre aggressioni, osserva Idra, Associazione di volontariato.«Decenni di incuria e ritardi purtroppo stanno portando il conto». Così il sindaco del Comune di Volterra Marco Buselli interviene dopo l’ondata di maltempo che nella notte di sabato ha provocato allagamenti e piccoli smottamenti a Saline di Volterra, con scantinati e piani bassi delle case invasi da acqua e fango. «Questa mattina ho parlato telefonicamente con il Presidente del Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa, chiedendo che urgentemente si definisca un piano per la definitiva messa in sicurezza dell'abitato di Saline di Volterra, per cui ci vogliono, sembra, cinque milioni di euro.

Da parte del neonato Consorzio è stata espressa disponibilità a fare una verifica congiunta degli interventi da affrontare». Alcuni interventi verranno realizzati a breve dall'Unione montana «che sto provvedendo a diffidare dal ritardare ancora i lavori, tra i quali la realizzazione di un fosso di guardia a Montereggi – spiega il primo cittadino di Volterra -. Lavori che si dovevano fare dal 2001. Mi hanno assicurato che la questione sarà affrontata con procedure di urgenza, anche perchè, se mai ci fosse bisogno di dimostrarlo, non possiamo più aspettare».

In merito alla situazione di Saline di Volterra il sindaco Buselli spiega che «anche il Genio Civile sta studiando soluzioni definitive per la sicurezza dell'abitato, troppo spesso colpito da calamità e allagamenti, che mettono in gioco la tranquillità e la serenità del paese. La macchina di protezione civile, in tutte le sue articolazioni, è operativa e coinvolta nel monitoraggio e nel mitigare ulteriori rischi, anche a fronte delle continue allerte meteo diramate. Ringrazio tutti coloro, e sono tanti (anche volontari da fuori, oltre a Vigili del fuoco, Cri e Mise di Volterra e Saline di Volterra, tecnici comunali e tecnici della comunità montana) che si sono rimboccati le maniche nella notte di sabato, una notte in cui Saline ha dimostrato di essere una comunità che reagisce, una comunità forte, una comunità che è stata solidale con chi si è trovato in grande difficoltà».Sono già al lavoro per sostenere i genovesi finiti ancora sotto una coltre di fango.

Da questa mattina, 80 volontari delle Pubbliche Assistenze toscane, con 32 mezzi sono a disposizione della protezione civile genovese per fronteggiare l'emergenza dopo l'alluvione verificatosi nel capoluogo ligure. I volontari toscani, hanno portato una cucina da campo, tavoli, brandine e tende pneumatiche, ma anche attrezzature specifiche come torri faro per illuminazione, idrovore per lo svuotamento dei locali allagati e altro materiale necessario in questo genere di interventi. "I nostri volontari - ha detto il presidente di Anpas Toscana, Attilio Farnesi - hanno risposto alla richiesta della protezione civile, e stanno lavorando per aiutare i genovesi in questo momento difficile.

Un impegno che assumiamo con determinazione, visto che la missione del nostro movimento è portare solidarietà e aiuto dove c'è bisogno".La bomba d’acqua di sabato li ha fermati, ma gli Speleo Mannari rilanciano. È stato il maltempo, con l’acqua che saliva dal fondo e cadeva dall’alto, ad impedire a Luca Pedrali, Nadia Bocchi e agli Speleo Mannari di battere il record italiano di discesa in profondità.

Si sono infatti calati nell’abisso Paolo Roversi, sulle Alpi Apuane, ma a causa della forte pioggia sono stati costretti a fermarsi a meno 1190 metrianziché raggiungere i meno 1350 prefissati. Ad arrivare a 160 metri dal record, insieme a Luca Pedrali, uno dei migliori speleo sub d’Europa, e alla moglie Nadia, c’erano Filippo 'Felpe' Felici, Sandro Sorzè, Andrea 'Mammolo' Nacunda, Floriano Martinaglia (squadra di ricognizione) e Mauro Regolini, Riccardo 'Zairo' Nucciotti, Ruben Fuendes e Gianmarco Innocenti (squadra che accompagnava la coppia bresciana di speleo sub). I più vicini alla grotta sono venuti da Viareggio (Zairo) e Lucca (Gianmarco), ma c’era chi ha viaggiato molto per collaborare all’impresa (Ruben dalla Basilicata, Floriano dalla Svizzera, gli stessi Luca e Nadia Pedrali, da Brescia), e che tornerà non appena ci saranno le condizioni meteo per ritentare la conquista. “Il brutto tempo ci ha impedito di portate a termine l'impresa – spiegano Luca e Nadia -.

Siamo scesi con una prima squadra di ricognizione che preparava la strada e i campi di sosta, ed una seconda che portava i materiali subacquei, e a meno 1190 ci siamo dovuti fermare a causa dell'aumentare dell'acqua e poiché avevamo finito le corde”. Questo è accaduto sabato 11 ottobre intorno alle 17,30, ma la risalita è avvenuta nella giornata di domenica 12, con la riemersione in superficie intorno alle 15.

“Ci siamo fermati a meno 1000 per decidere il da farsi – prosegueNadia - e deciso di tornare al campo base a meno 800, perché il rischio era alto. L'acqua nei meandri è aumentata molto velocemente. Quando la notte, mentre riposavamo al campo base, è arrivata l’onda di piena, pioveva addirittura sopra la tenda nonostante fosse posizionata a 30 metri dalla cascata”. Gli speleo però hanno lasciato sul fondo dell’abisso bombole, pinne, piombi e attrezzature: “In questo modo – spiega Zairo – quando torneremo giù saremo più leggeri e ci muoveremo meglio e più in fretta”.

Video gallery
Notizie correlate
In evidenza