Maggio Musicale, il Teatro dello sconcerto a Firenze

Lisanti (Uilcom): "Le istituzioni coinvolte si prendano le loro responsabilità, basta con il balletto delle dichiarazioni"

Antonio
Antonio Lenoci
11 dicembre 2015 18:55
Maggio Musicale, il Teatro dello sconcerto a Firenze

Un valore aggiunto per il capoluogo toscano, un segno distintivo premiato e riconosciuto in tutto il mondo, meno che a casa sua. Il Maggio è stato definito Carrozzone o Stipendificio fino a tentarne il recupero attraverso una fase di ridimensionamento e sponsorizzazione che ha lasciato dei cocci sparsi.Firenze può permettersi l'emorragia costante? "No".Incredibilmente dietro ad un Colosso dai piedi di argilla Firenze si dotava di un nuovo Teatro dell'Opera mentre gli addetti ai lavori esclamavano "Per chi? (lo fanno)" prima ancora di "Perché?" visto che nel frattempo saltavano interi pezzi dell'illustre istituzione.Rimpicciolirsi, ottimizzarsi ed affidarsi ai finanziatori amanti della cultura: questa la ricetta.Oggi, a conti fatti e dopo la sonora strigliata seguita da decapitazioni e dolori intestinali, mancano ancora soldi.

Chi li deve pagare se non il privato? Il pubblico. La Segreteria Regionale Uilcom prova a mettere in riga gli accadimenti, ma  esprime "Sconcerto e preoccupazione per il profluvio di parole, anche di ingiustificata violenza, che si sta abbattendo sul Maggio Musicale Fiorentino. Fino ad oggi abbiamo voluto tacere per non alimentare una corsa allo scontro che niente ha a che fare con il bene del Teatro ma ora crediamo, in spirito costruttivo, che possa essere utile cercare di ristabilire i fatti così come si sono sviluppati".

Riguardo alla questione del Maestro Metha "Abbiamo letto diverse dichiarazioni e comunicati. La quasi totalità di queste da soggetti mai presenti alle riunioni convocate dalla Sovrintendenza o perché non avente titolo o perché semplicemente assente. La sovrintendenza ha dichiarato nella riunione del 4 Dicembre scorso che, a partire dall’accordo che lo stesso Metha ha concluso mesi fa con l'assenso del Sindaco Nardella e che prevede il 2017 come l’anno in cui cessa il suo ruolo di Direttore Principale, ha cominciato a lavorare su un progetto - non alternativo al Maestro Metha ma che integra la sua preziosa presenza - per dotare il Teatro di un grande Direttore d’Orchestra che svolga la funzione di Direttore Musicale e non solo di Direttore Principale, anche in considerazione del fatto che la Fondazione non ha un Direttore artistico ma un coordinatore delle attività artistiche".Dove è il problema?"A meno che ci sia qualcosa di nascosto che noi non vediamo, non percepisce in queste dichiarazioni alcun rischio rispetto al M.

Metha, che tutti vogliamo possa rimanere con noi. Vogliamo perciò conoscere il progetto di cui il Sovrintendente relazionerà al Sindaco e in più ci facciamo promotori, raccogliendo l’invito che lo stesso Sovrintendente ci ha fatto, di un tavolo per scrivere una lettera a Metha, affinché rimanga con noi e prenda in considerazione l’invito che gli è stato già fatto, di dirigere cosa e quando vuole a partire dal 2018 fino al 2022".Riguardo alla relazione del Commissario Pinelli.

"La nostra O.S., insieme alla oramai dimessa sezione provinciale e della RSA della Fials, ha fin da subito, con un documento indirizzato al Dott. Bianchi datato 17 novembre 2015, comunicato in modo molto deciso la sua grande preoccupazione riguardo ai ricavi di fund raising e privati e ai ritardi della programmazione artistica. Lo stesso Sovrintendente ha immediatamente convocato tutte le OO.SS. in data 21 novembre per spiegare la sua posizione e lo stato dell’arte del piano.Dal piano si evince una situazione complessa con tanti soggetti responsabili a partire ovviamente dal Sovrintendente che del resto ha ammesso la sua responsabilità affermando che sui ricavi da contributi privati e sponsor bisogna lavorare molto".La relazione dice: "La Fondazione, nel I° semestre del 2015, ha conseguito un avanzamento significativo delle azioni strutturali previste dal piano (...).

Il completamento di queste azioni, che avranno effetto a partire dal II° semestre 2015 e validità nel lungo periodo, mostra che la Fondazione è stata in grado di portare a compimento iniziative impegnative da cui consegue un miglioramento strutturale significativo e che costituiscono mattoni fondamentali nella costruzione di una situazione economica, patrimoniale e finanziaria sostenibile”.Quando poi affronta le criticità: "In relazione alla differenza negativa sul costo del personale che “è dovuto per circa 1,6M€ al fatto che la Fondazione non ha potuto avviare la procedura di trasferimento delle risorse in Ales S.p.A.

se non dopo l’approvazione definitiva del piano avvenutanell’ottobre 2014, in tempi più lunghi rispetto a quanto inizialmente previsto”. Riguardo all’aumento dell’indebitamento: “il debito totale è superiore di circa 9M€ rispetto al 2014, incremento dovuto tuttavia, in parte, anche al ritardo nell’erogazione dei contributi da parte di Regione e Comune (8M€ in totale, al 30 giugno, erano ancora interamente da ricevere). Riguardo invece ai 70 milioni complessivi la tabella nell’allegato 1 spiega come si arriva a quella cifra: aggiungendo anche il contributo statale (legge Bray) ricevuto al 30 di giugno .

Quei soldi infatti non sono stati regalati ma li paga la fondazione per 30 anni anche grazie all’abbattimento dei costi del personale".In relazione ai ricavi "La Fondazione non applica una maggiore prudenza sui contributi privati e sponsorizzazioni che era suggerita dai modesti risultati, rispetto alle attese, conseguiti nel 2014 e reputa essere necessario che la fondazione faccia tesoro delle evidenze degli ultimi due esercizi, riveda le ottimistiche previsioni dei ricavi da contributi e individui altre modalità di copertura dello sbilancio che ne consegue rispetto al piano di risanamento.

Ciò potrà essere ottenuto, oltre che tramite le già citate inderogabili azioni sui costi, anche attraverso la ricerca di un maggiore supporto dalle amministrazioni locali socie, indipendentemente dal sostegno determinante che già offrono alla Fondazione e che, nel periodo di piano, è rimasto in linea con lo storico”In relazione infine ai maggiori costi di gestione la relazione dice che "la Fondazione ha dovuto coniugare, nel biennio 2014-2015, un risanamento impegnativo con le complessità connesse al trasferimento dell’attività nel nuovo teatro” e termina dicendo “Complessivamente si tratta di un percorso di risanamento già caratterizzato dal conseguimento di azioni importanti e complesse ma ancora molto impegnativo che richiederà il massimo impegno manageriale ed il supporto da parte di tutte le componenti della Fondazione nonché delle forze attive del territorio interessate a rendere sostenibile, nel lungo periodo, l’offerta di lirica e di musica sinfonica di qualità nella città di Firenze”.Uilcom commenta infine: "Una relazione complessa che chiama in causa tutti i soggetti istituzionali e li invita a prendersi tutti le proprie responsabilità.Chiama alla responsabilità: Il ministero per il ritardo dell’approvazione del piano che ha prodotto maggiori costi del personale non previsti dal piano. Il Comune e la Regione perché a tutt’oggi 11 dicembre 2015 non hanno ancora versato il proprio contributo di 8 milioni di fatto realizzando il quasi totale maggiore indebitamento della Fondazione (9 mil.). Il sovrintendente riguardo ai ricavi di fund raising e privati".Conclude il sindacato "Condividendo a pieno quanto la Senatrice Di Giorgi ha giustamente dichiarato sull’urgenza di trovare una soluzione sulla gestione del Teatro nei periodi non impegnati dal Maggio grave problema tutt’ora irrisolto la scrivente OO.SS.

chiede a tutti gli attori in campo soprattutto a chi a responsabilità di profondere con spirito costruttivo quell’impegno che la relazione di Pinelli ci chiede perché tutti hanno da farsi perdonare inadempienze ritardi e previsioni non corrette. I lavoratori, gli unici per ora che hanno fatto e stanno facendo la loro parte ne hanno diritto".Resta una domanda, sempre la stessa. Firenze può permettersi tutto questo?

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