Lupi in Toscana: danni, aziende in fuga e dissesto idrogeologico

In Toscana si aggirano circa 1000 predatori tra lupi in purezza, cani erranti e ibridi, lo dice l’Assessore all’agricoltura Marco Remaschi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 maggio 2017 14:58
Lupi in Toscana: danni, aziende in fuga e dissesto idrogeologico

L'abbandono dei terreni da parte degli allevatori danneggiati dai predatori rischia di mettere a rischio la tenuta idrogeologica del territorio. Si tratta di un sistema circolare in cui la presenza dell'allevatore è equiparabile alla biodiversità manifestata dai capi di bestiame e dai predatori presenti, tutti strettamente connessi alla tenuta in salvaguardia ambientale e tutela del territorio.La situazione è stata più volte denunciata da Coldiretti per "l’insostenibile situazione in cui si trovano ad operare le imprese zootecniche per i continui attacchi alle greggi ed alle mandrie, con gravi danni diretti, per la perdita dei capi, ma anche indotti per la riduzione della produzione di latte, ed il vertiginoso incremento di aborti".

La Toscana, come diverse altre regioni italiane, ospita un patrimonio di lupi significativo, nel 2015 è stata rilevata nel territorio regionale la presenza di 109 branchi per complessivi 600 lupi. Nel 2016 sono state presentate domande di indennizzo, riferite a 698 attacchi di predatori agli animali allevati, per un danno che supera 1,3 milioni di euro. Nel 2017 attacchi si sono già verificati in provincia di Siena e Grosseto, oltre ad incontri molto ravvicinati in altre aree della regione.

La presenza del lupo rappresenta un elemento fondamentale di valorizzazione della biodiversità a condizione che sia circoscritta in habitat idonei ed in un numero di soggetti adeguato, diversamente rappresenta un elemento di disequilibrio ambientale.

In diverse aree della Toscana si ravvisa una situazione di emergenza legata anche alla presenza di individui ibridi e di cani domestici inselvatichiti che rischiano, altresì, di compromettere la caratterizzazione genetica del lupo stesso.

“Abbiamo chiesto all’Assessore Remaschi – dice Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana - una efficace azione di prevenzione e una tempestiva copertura attraverso forme adeguate di risarcimento a ristoro dei danni frequenti e consistenti arrecati agli allevamenti. Non è accettabile - continua Marcelli– che si ripetano situazioni come quelle verificate da 70 allevatori che hanno subito attacchi e danni sino a fine 2014 ed hanno dovuto aspettare oltre due anni, fino a gennaio 2017, per ricevere il risarcimento”.

Coldiretti ha riaffermato la necessità di garantire la puntuale e corretta quantificazione dei danni, il cui sollecito risarcimento non può essere soggetto al regime “de minimis” e quindi non limitato all’importo di 15.000 euro in un triennio. Ciò deve rendersi possibile anche per le richieste già presentate e gli indennizzi già liquidati in modo parziale. Su questo fronte Coldiretti sta sostenendo, anche con la propria rappresentanza di Bruxelles, la richiesta notificata a marzo dalla Regione Toscana.

“Abbiamo già espresso più volte apprezzamento per il sostegno che la Toscana continua a dare al Piano per la conservazione del Lupo del Ministro Galletti – dice Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana - attualmente in sede di Conferenza Stato Regioni. In tale sede sarebbe auspicabile che si arrivasse ad un accordo per una veloce attivazione delle misure contenute nel Piano, rendendo possibile affrontare in modo efficace il contenimento di ibridi e cani vaganti ed individuando nuove risorse da destinare al risarcimento pieno dei danni.

Deve a tutti essere chiaro – conclude De Concilio – che è in gioco la sopravvivenza di territori, che pulsano esclusivamente della presenza di allevatori e delle loro famiglie. Il loro esodo ed il conseguente abbandono di quei presidi esporrebbero i territori a valle a nuovi rischi di dissesto idrogeologico”.Il WWF ricorda all’assessore che "i danni possono essere minimizzati con misure di prevenzione ed indennizzo, che nel caso del lupo non sono soggette al regime di de minimis per gli aiuti di stato, come da tempo indicato dall’Europa e che altre Regioni come l’Emilia-Romagna e i Parchi abruzzesi sono riusciti da tempo a mettere in campo programmi efficaci per dotare gli allevatori di misure di prevenzione per minimizzare i danni"."Non c’è pace per i lupi italiani.

Come se non bastasse il tentativo di inserire gli abbattimenti all’interno del piano di gestione del lupo, momentaneamente bloccati ma sui quali ancora non c’è stata una decisione definitiva da parte della Conferenza Stato Regioni. Ma mentre la maggioranza delle Regioni si è espressa contro questo punto la Regione Toscana per bocca del suo assessore Remaschi ha invocato nuovamente la deroga per poter abbattere un numero imprecisato di lupi, sarebbero ben 500 sui 600 stimati per la Toscana, secondo quanto auspicato dallo stesso Assessore nella audizione della II commissione consiliare: una carneficina che andrebbe ad aggiungersi agli oltre 300 lupi che ogni anno vengono uccisi in Italia da bracconieri, bocconi avvelenati o investiti da auto".

"Visto l’annuncio della Toscana, unica Regione ad essersi espressa a favore degli abbattimenti legali, diventa ancora più urgente una rapida approvazione del Piano in Conferenza Stato-Regioni con l’esclusione del capitolo sugli abbattimenti dal Piano di gestione del Lupo.In difesa dei lupi il WWF ha lanciato la campagna di raccolta fondi SOS LUPO/SOS Natura d’Italia, attraverso l’SMS solidale 45524, con varie azioni: sostegno ai Carabinieri Forestali e alle Guardie volontarie WWF per contrastare il bracconaggio attraverso l’acquisto di droni e visori infrarossi, il potenziamento dell’attivazione degli sniffer-dog/cani antiveleno, aiuto agli allevatori per coprire i costi di mantenimento dei cani da guardiania, come il Maremmano Abruzzese, che costituiscono uno dei mezzi di difesa più efficaci delle greggi, degli allevatori e del lupo stesso.

Perché la convivenza è sempre possibile".

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