Lo ‘scrigno’ delle erbe tropicali compie 100 anni

Al via le iniziative per grandi e piccoli al Museo di Storia Naturale di Firenze. Al Centro di Scienze Naturali di Prato "Il pranzo è servito" per boa, pitoni e iguane. Domenica incontro sulle specie animali e vegetali esotiche pericolose per il nostro ecosistema

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 ottobre 2014 14:22
Lo ‘scrigno’ delle erbe tropicali compie 100 anni

E’ l’unico erbario tropicale tematico esistente in Europa ed è stato invitato, unica realtà italiana assieme al Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze, al Global Plant Initiative di Panama, ovvero il summit mondiale dei più importanti consorzi di erbari. E’ il Centro Studi Erbario Tropicale (CSET) dell’Università di Firenze che si occupa dello studio della flora e della vegetazione dei Paesi tropicali e che celebra i 100 anni di vita. Un traguardo prestigioso che è al centro di una giornata di studi, realizzata col contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, che si terrà domani venerdì 3 ottobre alle 9.30 a Palazzo Incontri (Sala di Banca CR Firenze-Via dei Pucci 1) a Firenze.

Interverranno il vice presidente dell’Ente Cassa Pierluigi Rossi Ferrini, il vicesindaco Cristina Giachi, il rettore dell'Università di Firenze Alberto Tesi, il presidente dell’Accademia dei Georgofili Giampiero Maracchi, il direttore del Dipartimento di Biologia dell’ateneo fiorentino Marco Bazzicalupo, oltre che i maggiori studiosi provenienti da tutto il mondo che desiderano rendere gli onori a questa prestigiosa istituzione fondata a Roma nel 1904 da Romualdo Pirotta e oggi diretta da Riccardo Maria Baldini. Uno scrigno verde che, nella sede in via la Pira a Firenze, conserva 230 mila reperti oltre ad una documentazione icono-fotografica risultato di varie missioni scientifiche effettuate nelle aree tropicali a partire dalla sua fondazione.

In particolare, vi sono conservati oltre 3.000 campioni typus, ovvero reperti botanici su cui sono state descritte per la prima volta le specie vegetali. Tra le curiosità raccolte in numerose campagne, il precursore del conosciutissimo melograno e la collezione di 18.000 pezzi provenienti dal Venezuela creata dal padre missionario Giuseppe Bono, unica per il pregio dei materiali raccolti e ancora tutta da studiare. La concentrazione di piante essiccate tropicali in un solo luogo ha anche il pregio di poter ottimizzarne l’utilizzo ai fini della ricerca bio-molecolare: da un semplice frammento di foglia ben conservato si può infatti estrarre il DNA e ottenere l’impronta genetica della pianta di appartenenza ai fini della sua identificazione inequivocabile e oggettiva.

Al CSET è allo studio la realizzazione di un progetto pilota per realizzare una banca dati con tali informazioni.

IL CENTRO STUDI ERBARIO TROPICALE

La sua fondazione risale al 1904 ad opera di Romualdo Pirotta con il nome di Museo e Erbario Colonialecon sede a Roma. Nel 1914 viene trasferito a Firenze con il nome di Regio Erbario Coloniale di Firenze. Nel 1969 tale struttura di ricerca cambia denominazione in Erbario Tropicale di Firenze ed infine nel 2004 in quella attuale: Centro Studi Erbario Tropicale. Conserva le più importanti collezioni storiche di campioni di piante essiccati raccolti nelle ex Colonie italiane tra la fine del XIX e inizio del XX secolo.

A questo importante nucleo di collezioni vanno aggiunte quelle raccolte in missioni scientifiche o mediante acquisizioni esterne nel corso degli ultimi 30 anni, con particolare riferimento a Penisola Arabica (Oman, Yemen), Africa Orientale (Somalia, Etiopia, Kenya, Tanzania, Uganda), Africa Occidentale (Angola, Sierra Leone), America Centrale (Panama), America Meridionale (Brasile, Perù, Ecuador, Argentina), Australia. Il materiale conservato presso il CSET è a disposizione di studiosi italiani e stranieri specialisti di flora e vegetazione tropicali.

Gli utenti stranieri risultano maggioritari e ciò ha permesso nel passato collaborazioni a iniziative e progetti di ricerca come ad esempio, la Flora dell’Etiopia e Eritrea, la Flora della Somalia, e più di recente, lo studio di gruppi critici della Flora Mesoamericana e lo studio etno-botanico di piante africane. Il CSET fa parte del Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze e le sue collezioni sono a disposizione per studi interdisciplinari nel campo della Biologia, oltre che di altri campi scientifici tra cui la Medicina, la Farmacologia e la Fitoterapia. Il CSET è anche una struttura di formazione per studenti interessati alla gestione museale delle collezioni di erbario, oltre che allo studio di gruppi critici di piante tropicali, mediante attività di tirocinio e di tesidi laurea e partecipa all’organizzazione del Master europeo di primo livello Tropical biodiversity and ecosystems (TROPIMUNDO). L’attività di ricerca è attualmente concentrata verso lo studio della flora dell’Etiopia assieme all’Università di Addis Abeba, con la quale il CSET ha stipulato due accordi di collaborazione interculturale, e a quella di Copenaghen.

Un altro filone è dedicato alla flora della Repubblica di Panama, con la cui Università il Centro ha un accordo di collaborazione.Al via la nuova stagione di appuntamenti organizzati per i fine settimana dal Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze. Il programma “Domenica al Museo di Storia Naturale” prevede incontri per grandi e piccoli in un viaggio alla scoperta della biodiversità umana e naturale. Il calendario inizia domenica 5 ottobre alle ore 15, alla Sezione di Antropologia (Via del Proconsolo, 12) con l’iniziativa “La voce di un continente, la musica del mondo” , per capire il rapporto fra la musica, gli strumenti musicali e il mondo naturale all’interno delle culture umane.Domenica 12 ottobre doppia proposta: alle 10, alla sezione di Zoologia “La Specola” (via Romana, 17), viene data l’opportunità , attraverso la mostra fotografica di Simone Sbaraglia, di conoscere le molte specie animali a rischio estinzione che vivono intorno a noi; alle 15, alla sezione di Antropologia (via del Proconsolo, 12), “Crea il tuo look multiculturale!”, un excursus sull’abbigliamento e le decorazioni corporee, elementi caratterizzanti per tutti i popoli. E sempre ad Antropologia sono ambientati i successivi appuntamenti di ottobre, ambedue alle ore 15: il 19 ottobre è a tema l’incontro fra culture differenti nella storia dell’umanità, il 26 ottobre si ripercorre la storia della diffusione sulla terra dei vari gruppi umani, dalle origini più lontane sul continente africano ai nostri giorni. Gli incontri verranno replicati nei mesi di novembre e dicembre; il calendario completo degli appuntamenti e i contatti per informazioni e prenotazioni sono online.

Approfondimenti

Sabato 4 ottobre, alle 16,30, i visitatori del Centro di Scienze Naturali di Prato potranno scoprire come e cosa mangiano i serpenti e i loro simili grazie alla visita a tema al nuovo rettilario dal titolo "Il pranzo è servito". Quanto mangia un serpente? Come riesce ad ingoiare prede più grandi di lui? Di che cosa si ciba un drago barbuto? A queste e altre domande sarà data risposta durante l'incontro, organizzato dalla Fondazione Paolo Malenotti, nel corso del quale si potrà anche assistere alla somministrazione dei pasti agli "ospiti" del rettilario. L'iniziativa è compresa nel biglietto d'ingresso al Centro, del costo di 3 euro.

Domenica 5 ottobre, alle 16.30, al nuovo rettilario del Centro di Scienze Naturali si terrà un incontro, dal titolo "Alieni tra noi", che approfondisce il tema delle specie animali e vegetali provenienti da altri paesi pericolose per il nostro ecosistema. Queste specie, introdotte volontariamente o accidentalmente dall'uomo, stanno minacciando la sopravvivenza della flora e della fauna che da sempre abitano il nostro ambiente. Tanto che una parte di esse rischia di scomparire entro pochi anni. Durante l'incontro saranno approfondite le caratteristiche di queste specie, dette in gergo "aliene", e le problematiche legate alla loro gestione, mentre una proiezione illustrerà alcune tra le più disastrose introduzioni da parte dell'uomo. L'iniziativa, organizzata dalla Fondazione Paolo Malenotti, è compresa nel biglietto d'ingresso al Centro, del costo di 5 euro.

Foto gallery
Notizie correlate
In evidenza