Lavoro: nuovo contratto collettivo nazionale del comparto funzioni locali

Per USB un' ipotesi di contratto da rigettare in toto e rimandare al mittente

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 febbraio 2018 22:04
Lavoro: nuovo contratto collettivo nazionale del comparto funzioni locali

Questa notte è stata siglata all'ARAN, l'ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto funzioni locali, che include regioni, province e città metropolitane, comuni, camere di commercio, IPAB ecc. L'ipotesi,sottoscritta dai sindacati complici, CGIL, CISL, UIL e CSA, dopo ben otto anni di blocco contrattuale che hanno comportato per tutti i lavoratori e le lavoratrici del settore la perdita di diverse migliaia di euro e ancor di più per noi dipendenti del Comune di Firenze grazie all’operazione condotta da Renzi e Toccafondi , produce un aumento medio lordo per un C2 di € 63,50 che andrà a regime dal 1 marzo 2018, oltre ad un elemento perequativo (bruttissima parola) distribuito per soli 10 mensilità pari a € 22,00 lordo mensili. Per quanto riguarda gli arretrati poi, questa è una vera e propria farsa sempre per un C2 ammonteranno a 426,40 € lordi ( a fronte di 8 anni di blocco contrattuale).

Per USB un' ipotesi di contratto da rigettare in toto e rimandare al mittente: "In questa tornata contrattuale non sono stati affrontati temi importanti come la nuova classificazione professionale, di cui è stata fornita solo una tabella economica sulle possibili nuove categorie, e le specificità del settore educativo e scolastico, tutte tematiche che sono state rimandate ad una apposita commissione paritetica da istituire. Un contratto fatto in fretta, che ha bypassato completamente tematiche di particolare interesse per lavoratrici e lavoratori del comparto. E' previsto inoltre lo scippo delle risorse economiche dal fondo del personale non dirigente, con la decurtazione dei corrispettivi finanziamenti della retribuzione di posizione e di risultato delle posizioni organizzative, che saranno corrisposte a carico dei bilanci degli enti. Nessun accenno alla diminuzione dell'orario di lavoro che rimane a 36 ore, mentre sul piano normativo si registra un inasprimento del codice disciplinare.

Sul versante dei permessi che riguardano la legge 104, e le visite specialistiche, la fruizione dovrà essere programmata almeno 30 giorni prima o nelle 24 ore antecedenti nei casi di urgenza, mentre per le visite specialiste sono previste solo 18 ore annuali. Reintrodotte una sorta di fasce di merito di brunettiana memoria, con la possibilità di stabilire una percentuale di lavoratori che si vedrà maggiorata la produttività fino al 30%, il tutto con la discrezionalità dei dirigenti, mentre saranno disincentivati quei lavoratori con elevati tassi di assenza. Inaccettabile poi che per la polizia locale i proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie siano utilizzati per rimpinzare i fondi di previdenza complementare Perseo-Sirio e per il welfare aziendale.

Altrettanto inaccettabile che nelle camere di commercio sia stato introdotto un fondo di assistenza sanitaria integrativa con le risorse dei lavoratori".

USB Scuola ha proclamato lo sciopero del 23 febbraio, lo ha mantenuto contro la firma del contratto: "Sarà uno sciopero significativo, una opportunità che i docenti e il personale ATA non possono che cogliere per continuare a porre con forza i temi del lavoro pubblico, dei carichi di lavoro, della precarizzazioneIl ridicolo aumento salariale contrattato per la scuola da Cgil Cisl e Uil, al quale si aggiunge la firma del contratto delle funzioni centrali da parte della Cisal e dello Snals, è solo una inutile marchetta preelettoraleI lavoratori hanno assistito con questo rinnovo contrattuale alla debolezza di una rappresentanza sindacale vecchia e ormai logora di complicità con i vari governi, prona alla svendita dei diritti di tutti, completamente inerme e incapace di organizzare la benché minima forma di resistenza e freno all'attacco che i docenti e il personale ATA subiscono quotidianamente: dalle vicende di cronaca, che dimostrano quanto la scuola-azienda sia fallimentare nello smantellamento delle relazioni con l'utenza, all'insipienza di un ministro dell'istruzione che finge di non vedere il pubblico dissenso".

Incertezza per il futuro del personale dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Mancanza di formazione, spazi angusti, utilizzo di materiali pericolosi, nessuna possibilità di accedere a qualsiasi gratificazione. Ed ora con la costituenda fondazione che vede coinvolta quella della Cassa di Risparmio di Firenze e l’Opificio stesso si rischia di sovrapporre le funzioni degli addetti, tra cui i restauratori e gli amministrativi, dato che si prevede una immissione di personale dall’esterno che senza concorsi o altro potrebbe mutuare il lavoro di chi da tempo opera in questa eccellenza tutta italiana. Questo quanto emerge dall’ assemblea che Confintesa Funzione Pubblica ha tenuto venerdì con il personale dell’Opificio dopo che la direzione ha divulgato una sorta di bozza di convenzione per i servizi della costituenda fondazione tra i quali la ricerca di progetti innovativi, restauro di opere d’arte e formazione da attuare con il proprio team professionale.

Il personale oggi ha esternato il proprio malcontento durante lo svolgimento dell’assemblea, facendo emergere il grande attaccamento all’istituto ed a quanto in esso viene svolto. Non si capisce come mai la direzione non si sia preoccupata di parlarne con il personale direttamente dato che tutto quello che sta accadendo lo riguarda da vicino. Nel testo proposto non si parla mai del personale in servizio e non si comprende neppure come mai non si preferisce investire direttamente sull’istituto e sul suo personale invece di creare fondazioni su fondazioni. Confintesa Funzione Pubblica ha raccolto le tante osservazioni e proposte avanzate dai dipendenti e fornirà tutto il proprio supporto in questa delicata situazione. Se continuerà questo silenzio sul futuro di questa istituzione, atteso il clima che si sta delineando, non si esclude che il personale possa chiedere al sindacato di indire lo stato di agitazione che potrebbe portare ad una interruzione dei servizi. Confintesa Funzione Pubblica, pertanto, al fine di scongiurare il peggio, chiede fortemente alla Soprintendenza di far capire chiaramente in quale direzione stiamo andando e cosa ci sia nel futuro di questa categoria di dipendenti che svolgono un lavoro d’eccellenza nella cura di opere d’arte di inestimabile valore.” Questo quanto precisa e chiede Sandra Badii, il Segretario Regionale di Confintesa FP della Toscana, nella convinzione che le fondazioni, qualora vogliano offrire il proprio aiuto, non si debbano sovrapporre alla struttura pubblica.

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