Labirinto, Carmelo Abbate inizia dai casi di Toscana

"Il sistema giudiziario italiano fa acqua da tutte le parti", commenta il muratore di Certaldo, Giuseppe Gulotta

Antonio
Antonio Lenoci
27 maggio 2016 09:25

Un risarcimento di 6,5 Milioni di Euro per 22 anni trascorsi in carcere durante 36 anni di vita nei quali ha dovuto affrontare 8 processi prima di essere definitivamente assolto. Accusato, assolto, ed ancora accusato ed assolto più volte, poi l'ergastolo.. anzi no, l'assoluzione. Le porte del carcere di San Gimignano si aprono e si richiudono.Si tratta di Giuseppe Gulotta che oggi abita a Certaldo e per anni è stato l'assassino di due carabinieri uccisi ad Alcamo Marina, in provincia di Trapani.Il collega Carmelo Abbate che scrive su Panorama ed ha all'attivo 6 libri, si occupa di cronaca nera ed è noto al grande pubblico televisivo per la sua collaborazione con Quarto Grado, la trasmissione di Rete 4 condotta da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero, ha aperto con successo "Il labirinto - Storie di ordinaria ingiustizia" nuovo format della rete Mediaset in onda nella seconda serata al giovedì.Al centro della scena la vittima, non di una mano omicida ma del sistema, una persona qualunque che non è riuscita ad ottenere giustizia. "L'ho voluto, ideato e scritto con Matteo Grandi, è il mio primo programma" commenta Abbate che racconta casi di malagiustizia, intervistando persone comuni, politici ed imprenditori che sono entrati nel complicato labirinto della giustizia ed hanno affrontato un percorso sociale e psicologico che mette a dura prova la reputazione, ma anche la resistenza umana. 

La storia di Gulotta apre il programma e mentre la vicenda processuale si dipana sullo schermo, sui Social, secondo il principio neo generazionale del double screen, sono immediati prese di posizione e commenti.Se non fosse intervenuta la testimonianza di un brigadiere che nel 2006 riapre il caso sottoponendo alla magistratura il ragionevole dubbio che l'ammissione di colpa rilasciata dall'accusato avesse potuto subire delle forzature, cosa ne sarebbe stato del muratore?La notizia del risarcimento di 6 milioni e 533mila Euro arriva in casa Gulotta durante il servizio.

L'uomo, che nel 2015 a Palazzo Panciatichi sede del Consiglio regionale toscano a Firenze, ha presentato una Fondazione impegnata sui casi di ingiustizia, si commuove e pensa a "due o tre amici che hanno bisogno di essere aiutati".Nella seconda parte del programma si resta in Toscana per una vicenda fin troppo recente, spazio infatti all'infermiera di Piombino, per la quale si sono mossi magistrati, psicologi e commissioni politiche e per la quale la Regione Toscana ha confermato nelle scorse ore la sospensione dal servizio, accusata di aver somministrato ai propri pazienti un farmaco che ne avrebbe decretato la morte.

La donna si professa innocentela Asl ha dichiarato l'intenzione di "respingere in toto le ricostruzioni dell’indagata" riservandosi "la possibilità di eventuali iniziative di tutela rispetto alle dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa". Per lei la storia processuale sembra essere appena all'inizio.

Le riprese aeree sollevano lo spettatore oltre la soglia delle aule processuali, quasi a voler manifestare l'esigenza di osservare i fatti da una giusta distanza. Riportando tutti al concetto della garanzia, dell'innocenza sino a prova contraria. Una prova che può arrivare, nell'ordinamento italiano, sino all'ultimo grado di giudizio, salvo revisione del processo. Il cronista si pone in questo format come un interlocutore obiettivo, ma sensibile, preparato sugli atti processuali e pronto a cogliere quegli aspetti psicologici che non possono prescindere dalla fredda procedura. Abbate, che si presenta su Facebook come l'emigrante siculo arrivato al nord con la valigia di cartone, si conferma capace di osservare ed ascoltare, valutare e comprendere senza giudicare, anzi, fornendo al pubblico quelle informazioni utili per poter conoscere i fatti e crearsi una opinione.

Come compete ad ogni uomo, dotato di intelletto e senso critico.

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