La verità, ah la verità... e poi conta davvero tanto?

Tornata in scena sul palcoscenico del Teatro di Rifredi "Le tre verità di Cesira" con Gennaro Cannavacciuolo

Nicola
Nicola Novelli
16 maggio 2021 23:55
La verità, ah la verità... e poi conta davvero tanto?

FIRENZE- In occasione del trentennale della sua creazione, nonostante le difficoltà del momento, è tornato in scena e con repliche straordinarie, conclusesi oggi pomeriggio, "Le tre verità di Cesira".

Scritto nel 1989 da Manlio Santanelli, il monologo aveva debuttato nel 1990 come rappresentazione teatrale d’appartamento, un progetto scenico che Pupi e Fresedde sperimentava dal successo nel 1986. Durante i lunghi mesi del lockdown, costretto il pubblico dentro le mura domestiche, deve essere tornato in mente ad Angelo Savelli, che aveva montato lo spettacolo proprio per l’ambientazione domiciliare.

Così ha deciso di ripresentarlo per la riapertura del Teatro di Rifredi, anche stavolta con la nitidezza di pochissimi elementi scenici e una telecamera che -all’occorrenza- sottolinea in un vecchio televisore primissimi piani e dettagli.

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La commedia di Santanelli gioca tutto sulla follia e all'assurdità delle situazioni narrate, pur in uno stato apparente apatia della protagonista, rappresentata con un impasto di italiano e di dialetto napoletano, con cui Cesira racconta situazioni tragicomiche.

L’interprete, Gennaro Cannavacciuolo, ormai a suo agio con il pubblico fiorentino, suona tutte le corde del repertorio istrionico. In scena si diverte a fare il verso alla sua concittadina Sophia Loren e persino ai propri maestri di teatro, Eduardo De Filippo e Pupella Maggio.

Cesira svolge una professione sopravvissuta a Napoli sino a qualche decennio fa, l'acquafrescàia in un vicolo del Quartiere Sanità. Seduta al suo bancariéllo racconta, ad uso e consumo di un supposto cameraman del “telegiornale”, tre diverse versioni per giustificare la presenza sulla propria faccia di un folto paio di baffi. Si mette in posa compiaciuta e offre le tre stravaganti versioni tirando in causa l’acqua inquinata con cui da generazioni la sua famiglia lavora, il dissesto ecologico del pianeta, un malinteso tra omonimi santi protettori, che non riuscirono a evitarle un’aggressione sessuale in stile “La Ciociara”.

Quale delle tre sarà la ‘vera’ verità? Come in Rashomon di Akira Kurosawa è grande la capacità umana di mentire, anche a se stessi. Tutti mentono, per interesse, per affasciare l’interlocutore, per salvare il proprio onore. Ma poi la verità, ammesso che sia una soltanto, è davvero importante? Oppure contano di più le sue versioni? Proprio perché consentono a Santarelli di mettere in scena una galleria di ritratti per bocca della protagonista, mostro ermafrodita, topos della tradizione napoletana, dall’antica Opera Buffa fino contemporanei De Simone, Moscato e Ruccello.

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