Imu: dal 10 febbraio la mobilitazione degli agricoltori

Lettera al ministro dell’agricoltura Maurizio Martina per allargare l’esenzione alle aree collinari e in difficoltà. Ieri convegno di Cia a Firenze dedicato a legge stabilità, jobs act e governance istituzionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 febbraio 2015 17:31
Imu: dal 10 febbraio la mobilitazione degli agricoltori

Il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha approvato nella giornata del 4 febbraio una risoluzione (n. 2/DF/2015) fissando nuovi criteri per il pagamento della IMU legata ai terreni agricoli. Ma contro la nuova imposta si svolgerà il primo giorno di mobilitazione in Toscana, martedì 10 febbraio. In tutte le province toscane si svolgeranno incontri con i sindaci parlamentari e prefetture. Agricoltori e trattori, scenderanno nelle strade e nelle piazze per una protesta civile che faccia capire ulteriormente – alla politica ed alle istituzioni - i motivi per cui l’Imu era sbagliata prima ed è sbagliato adesso, anche dopo i cambiamenti introdotti con l’approvazione del decreto legge n.

4 del 24 gennaio, che in molti casi hanno perfino aggravato la situazione delle aziende agricole toscane. Gli appuntamenti sono nella mattinata (10 febbraio)a Bettolle (Sinalunga-Si) all’altezza del casello autostradale A1 Valdichiana; a Grosseto (davanti alla Prefettura, piazza della Vasca-Via IV Novembre). A Pisa ci sarà un’iniziativa alla sala consiliare della Provincia.

Gli agricoltori delle province di Siena ed Arezzo, con i lori trattori, si danno appuntamento al casello A1 Valdichiana, a Bettolle (Sinalunga-Si). La manifestazione è organizzata da Agrinsieme di Siena, Arezzo e Toscana – che rappresenta a livello locale e nazionale la Cia, Confagricoltura e l’Alleanza delle Cooperative Italiane (Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare). L’appuntamento del 10 febbraio sarà anche l’occasione per evidenziare la situazione relativa alla crisi del prezzo del latte; sulla diminuzione di produzione di importanti settori (olivicolo e vitivinicolo); della legge di stabilità che prevede l’incremento delle accise sul gasolio agricolo e la riduzione dell’assegnazione.

L’Imu – sottolinea Agrinsieme Siena e Arezzo - era un’imposta iniqua e non sostenibile dalle aziende fin dalle novità introdotte nel mese di novembre scorso; ed è ancor più sbagliata adesso, dopo i cambiamenti previsti con l’approvazione del decreto legge n. 4 del 24 gennaio, che in molti casi hanno perfino aggravato la situazione delle aziende agricole senesi ed aretine. L’obiettivo – aggiunge Agrinsieme – è quello di sensibilizzare le istituzioni e la politica per una modifica correttiva in tempi rapidi da parte del Parlamento.

Ci saranno incontri anche con i prefetti. La richiesta delle organizzazioni di Agrinsieme è la cancellazione e la modifica sostanziale della norma che riduce drasticamente i territori esenti da Imu. La mobilitazione – aggiunge il Coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari - vuole raggiungere una larga fascia di cittadini, di esponenti del mondo politico e delle Istituzioni, ma anche presentare idee, programmi e richieste. Per questo le iniziative, nelle loro diverse modalità privilegeranno il carattere propositivo delle rivendicazioni di un settore, come quello agricolo, orgoglioso del ruolo non solo economico che riveste, ma anche sociale ed ambientale - e con forti ricadute occupazionali e turistiche -, nei territori di Siena e Arezzo.Rivedere i criteri del pagamento dell’Imu, allargando le maglie delle aree non sottoposte a pagamento anche alle aree collinari e svantaggiate, in modo da giungere a una più equa imposizione fiscale.

E' questa la richiesta contenuta nella nuova lettera di Alessandra Terrosi, deputata del Pd, e sottoscritta da molti deputati Pd e anche da Susanna Cenni, parlamentare democratica e membro della commissione agricoltura alla Camera, indirizzata al Ministro dell’agricoltura Maurizio Martina, mentre si avvicina la scadenza del 10 febbraio, data in cui i proprietari dei terreni saranno chiamati a pagare la nuova Imu agricola, e nella quale in molte realtà del Paese, ed in provincia di Siena, gli agricoltori si mobiliteranno.

“Apprezziamo che il Governo abbia modificato il testo iniziale – spiega Cenni – e che con decreto abbia esonerato dal pagamento dell’Imu agricola molti comuni ricadenti in zona totalmente montana, ma purtroppo la classificazione utilizzata è ancora fortemente penalizzante ed è necessario tornare a rivedere i criteri di applicazione dell’imposta, poiché rimangono fuori dall’esenzione molte aree come quelle collinari, presenti nel nostro territorio. Zone in cui si rischia di mettere a repentaglio un’attività agricola non particolarmente redditizia e fondamentale presidio per la tenuta ambientale e idrogeologica di intere comunità.

A pochi mesi dall’inizio dell’Expo, e mentre gli esperti forniscono "idee" sul cibo, non possiamo ignorare la quotidianità, non possiamo ignorare che l’agricoltura, in vaste aree dei nostri territori, è espressione di quelle produzioni di qualità, tipiche e biologiche che l’esposizione universale porterà davanti agli occhi di tutto il mondo. Un patrimonio che oltre che mettere in vetrina a Milano, dobbiamo essere capaci di sostenere e tutelare se vogliamo veramente pensare a modelli di sviluppo che abbiano al centro la terra e chi la coltiva.

Sono ben consapevole della difficile fase che il Paese sta vivendo e degli sforzi che il Governo sta compiendo per reperire risorse fondamentali per politiche espansive, ma l'agricoltura non è tutta uguale, così come non sono uguali le imprese agricole. Credo che si possa ancora lavorare su criteri di maggiore equità. Confido nell'attenzione del Governo, so che i colleghi Senatori stanno lavorando a possibili emendamenti, e spero che la mobilitazione di questi giorni di Comuni e mondo agricolo trovi adeguato ascolto".

Approfondimenti

«Dipingiamo insieme la nuova cartolina toscana, ma non rendiamo ricco solo il fotografo che la ritrae; ma, soprattutto il contadino che la dipinge e il cittadino che la vive. Insomma amministratori, scriviamo insieme i piani urbanistici, regolamenti attuativi e le leggi che regolano i nostri territori». E’ quanto ha sottolineato il presidente Cia Toscana Luca Brunelli ieri a Firenze, all’interno del convegno dedicato alle aree rurali - legge stabilità, jobs act e governance istituzionale -, che ha visto la partecipazione dell’assessore al bilancio della Regione Toscana Vittorio Bugli, dell’assessore all’agricoltura Gianni Salvadori, del parlamentare Dario Parrini e del presidente Cia nazionale Dino Scanavino, oltre ai rappresentanti di Anci, Uncem e Upi. «Agricoltura è settore economico importante legato alla ruralità – ha detto Brunelli -, alle abitudini e alla vita di chi lo vive.

Per questo va considerato il vero valore dell’agricoltura dal punto di vista socio-economico. Sul PIT - ha aggiunto -, riconosciamo alla politica di aver ascoltato le nostre proposte, che si è confrontata con noi, che ha tenuto alto il dialogo tutto questo ha permesso di ottenere oggi due strumenti di rivitalizzare questa regione. Ma non basta: in Consiglio regionale vanno corretti gli ultimi refusi sul PIT, poi starà agli amministratori, ai sindaci, ai presidenti delle Province e delle comunità montane, trasformare gli strumenti in azioni reali».

Brunelli ha toccato anche il tema Psr: «Utilizziamo tutte le opportunità – ha proseguito -, puntiamo all’aggregazione e pensiamo a come garantire gli investimenti con un credito diverso; pensiamo a sviluppare imprese femminili, a costruire aziende per i giovani e a garantirgli il futuro. Investiamo sull’innovazione che non vuol dire solo ‘trattori nuovi’ ma crescere in tecnologia». Sul problema ungulati e predatori: «abbiamo condiviso indirizzi e scelte; ora se non siamo ostaggi di nessuno, quegli indirizzi devono essere rispettati e devono dare delle risposte». «La Toscana deve remare insieme per far crescere le nostre aziende.

Il 2014 ci ha visto vittime di alluvioni, piogge e della mosca olearia; per decreto – ha detto Brunelli - non possiamo evitarle, ma per decreto possiamo limitare il loro impatto, cominciando dalla legge di stabilità, che presenta aspetti positivi come l’esenzione Inps e la riduzione sul taglio dei patronati e poi ci offende con il prezzo del gasolio, con l’annullamento della deduzione sull’Irap e con il prelievo Imu. Come ripetiamo da tempo – aggiunge Brunelli – l’Imu è una tassa iniqua e insostenibile: invece di creare gettito sulla pelle degli agricoltori, perché non andiamo a razionalizzare il sistema agricolo, cominciando da tutti quegli enti che gravitano nel settore agricolo? Gli agricoltori non possono pagare un centesimo di più, mentre una razionalizzazione permetterebbe di dare vita alle nostre aree rurali, dignità ai nostri pensionati ridotti in miseria e infrastrutture alle campagne»

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