Imu Agricola: 10 febbraio scadenza con trattori su A1

L'invito a non pagare è stato rivolto a tutti gli interessati

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 febbraio 2015 16:39
Imu Agricola: 10 febbraio scadenza con trattori su A1

Gli agricoltori delle province di Siena ed Arezzo, con i loro trattori, si danno appuntamento al casello A1 Valdichiana, a Bettolle (Sinalunga-Si) martedì 10 febbraio, per il primo giorno di mobilitazione per protestare contro l’Imu. La manifestazione è organizzata da Agrinsieme di Siena, Arezzo e Toscana – che rappresenta a livello locale e nazionale la Cia, Confagricoltura e l’Alleanza delle Cooperative Italiane (Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare).La tassa rischia di stravolgere equilibri precari e potrebbe andarne di mezzo il bel "panorama" toscano fatto di pregiate colline coltivate. Per non parlare delle ripercussioni sui prezzi del Km Zero.A titolo esemplificativo il Comune di Tavarnelle offre uno schema degli importi relativi alle diverse tipologie di contribuenti.

Imprenditori agricoli e coltivatori diretti che pagano per la prima volta da giugno 2015:

1) Azienda agricola di piccole dimensioni € 550 all'anno (Imu agricola annua) colture miste (che hanno colture non specializzate, ovvero non prevalentemente vigneti o uliveti).

2) Azienda agricola di medie dimensioni € 3000 all'anno (Imu agricola annua) colture miste.

3) Azienda grandi dimensioni € 10.000 all'anno (Imu agricola) colture miste (es. bosco, seminativo, vigneto, uliveto, pascolo).

4) Piccolo imprenditore agricolo paga circa €. 40 all'anno all’ettaro per colture specializzate tipo vigneto/uliveto. Il costo varia a seconda della destinazione del terreno: es. il vigneto paga molto di più di un seminativo.

"Una normativa che va contro qualsiasi criterio di equità fiscale, frutto di un mancato e necessario confronto e di un iter macchiato da ritardi e incomprensioni ma, soprattutto, un decreto che penalizza pesantemente gli agricoltori della provincia di Siena" così il presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena Giuseppe Bicocchi interviene sul decreto legge approvato il 23 gennaio in materia di Imu sui terreni agricoli che revisiona i criteri di esenzione sulla base di aree montane e collinari.

Relativamente all’anno 2014, il termine per il pagamento dell’Imu è fissato al 10 febbraio, "ma la data ultima per la conversione del decreto in legge – spiega Bicocchi – è il 23 marzo. Per questo invitiamo I soci ad attendere nel pagamento contando poi sul “ravvedimento operoso” con un tasso di interesse dello 0,5% e una sanzione del 3,75% dell’imposta dovuta. Rivolgiamo questo invito perché siamo fiduciosi e soprattutto ci batteremo nelle sedi e con i metodi opportuni affinché questo decreto assurdo ed iniquo non diventi legge.

Il Governo – conclude il presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena – non può rimanere sordo e indifferente al grido delle associazioni e anche di alcune istituzioni di un territorio, quello senese, che è sinonimo e simbolo di quella agricoltura conosciuta nel mondo come esempio di produzione, occupazione e qualità agroalimentare".

"L’esenzione basata sulla classificazione Istat delle aree montane – evidenzia il direttore dell’Unione Provinciale degli Agricoltori di Siena Gianluca Cavicchioli – è addirittura peggiorativa rispetto al criterio altimetrico indicato nel precedente decreto legge e crea delle vere e proprie assurdità nel territorio senese. Non solo, dal 2015 i comuni dove pagheranno tutti gli agricoltori, compresi i Coltivatori Diretti e gli Imprenditori Agricoli iscritti all’Inps, passeranno da 7 a 21. Rischiamo che tutti i contributi della Pac ritornino nelle casse dello Stato sotto forma di prelievo fiscale andando a mettere in serio pericolo la sopravvivenza dell’imprenditoria agricola. Diventano inutili allora i proclami sugli incentivi all’occupazione, quello che chiediamo è che le aziende siano messe nella condizione di creare posti di lavoro".

Il Partito Democratico della Valdichiana non ritiene opportuni i criteri di valutazione con i quali gli agricoltori dovranno pagare l’Imu sui terreni agricoli. "Già con il primo decreto si erano sollevati dei dubbi sul criterio di attribuzione dell’imposta, in quanto la classificazione in base all’altimetria della sede comunale ci sembrava un criterio di distinzione alquanto sbrigativo. Con il secondo decreto del 24 Gennaio si è fatto di peggio, riprendendo la vecchia classificazione ISTAT dei comuni montani, parzialmente montani e non montani.

Al di là della valutazione sulla contemporaneità di questa classificazione, essa purtroppo genera distinzioni enormi non soltanto tra comuni limitrofi, ma addirittura tra appezzamenti di terreno contigui, ma insistenti su comuni differenti. Può succedere, infatti, che un comune sia definito montano e che quindi l’agricoltore abbia le esenzioni su quel terreno e che il comune accanto non lo sia, facendo in modo che l’agricoltore vicino, possedente il terreno contiguo, debba pagare l’Imu.Oltre a questa considerazione è importante, inoltre, aggiungere che l’agricoltura, negli ultimi due decenni, ha attraversato profondi cambiamenti che hanno mutato la distribuzione dei profitti economici degli agricoltori.

Territori che 20 anni fa erano considerati “disagiati”, oggi sono economicamente più redditizi rispetto a quanto non fossero all’epoca e viceversa alcuni che lo erano di più oggi lo sono di meno.Un criterio di valutazione differente dai due finora adottati diventa quindi un’esigenza e non una possibilità. Questa tassa oltre ad essere iniqua nella sua ripartizione, va ad incidere fortemente su quell’attività che da sempre ha dato importanza economica, turistica, salutare e paesaggistica ai nostri territori.

L’agricoltura invece dovrebbe essere oggetto di maggior tutela, considerando il fatto che attualmente è uno dei pochi settori produttivi in crescita nel Paese, che da lavoro a moltissime persone e che riesce ad attrarre sempre più giovani.A questa tassa purtroppo si è aggiunta anche la decurtazione di un 23 per cento delle forniture di gasolio agricolo; così facendo gli agricoltori saranno costretti a rifornirsi maggiormente alle “pompe normali” perdendo quindi agevolazioni per oltre 50 centesimi il litro.Non ci dimentichiamo, inoltre, che i territori della Toscana, soprattutto del sud, sono da sempre visti come uno spettacolo paesaggistico unico al mondo non perché selvaggi, ma proprio grazie al lavoro continuo che i nostri nonni agricoltori e che gli agricoltori di oggi hanno svolto e svolgono quotidianamente con scarsi profitti e molti disagi.E’ per questo che abbiamo deciso di rivolgere un appello ai nostri rappresentanti presso la Camera dei Deputati.

Un appello affinché continuino a lavorare a stretto contatto con il Ministero per rivedere questa norma che così come è proposta ci sembra soltanto un dazio".David Baroncelli, primo cittadino di Tavarnelle, nonché presidente dell’Unione comunale del Chianti fiorentino, è stato convocato a Roma, per essere ascoltato in Senato della Repubblica, nell’ambito della sesta Commissione Finanze e Tesoro, proprio in merito al decreto legislativo sulle misure urgenti in materia di esenzioneImu agricola.

Il sindaco è atteso in Senato martedì 10 febbraio alle ore 14,30 e sarà al fianco di Moreno Gentili, vicedirettore di Legautonomie Toscana.

“Coglierò – commenta il sindaco chiantigiano – questa importantissima opportunità – per esprimere la mia netta contrarietà all’introduzione di una tassazione che trovo ingiusta e gravemente penalizzante, a discapito di un settore, l’agricoltura, che costituisce una parte importante della nostra economia e che da secoli plasma la bellezza del paesaggio toscano”. “Come si può pensare - aggiunge il sindaco - di togliere ossigeno ai nostri agricoltori, dagli imprenditori di medie dimensioni ai coltivatori diretti che vivono di agricoltura, investono sull’agricoltura, riuscendo con tanti piccoli risparmi a renderla fonte di reddito?”.

Fino al 2013 l’Imu agricola esentava i territori chiantigiani perché inseriti in una specifica fascia altimetrica; da ora in poi, poiché l’Istat non ha inserito i Comuni di Tavarnelle Val di Pesa e Barberino Val d’Elsa nella lista dei Comuni montani, il tributo dovrà essere versato da tutti i proprietari di terreni agricoli residenti nei territori, dai piccoli appezzamenti alle proprietà più estese. Nel 2014 il pagamento avveniva parzialmente ed era a carico dei cittadini non imprenditori agricoli e non coltivatori diretti. “Dal 2015 – continua il sindaco – la tassa dovrà essere versata da tutti e l’importo, sulla base del valore dei terreni, potrà raggiungere diverse migliaia di euro”.Un appello viene lanciato anche da Niccolò Guicciardini, segretario provinciale del Pd senese, alla vigilia della manifestazione degli agricoltori: “L’intervento del Governo dello scorso gennaio – sottolinea Guicciardini – ha già in parte rivisto alcuni criteri relativi alla tassazione dei terreni agricoli, rispondendo così alle richieste di molti sindaci che chiedevano più equità e maggiore attenzione alle peculiarità dei territori.

Un primo passo significativo, ma che non è sufficiente. E’ necessario un ulteriore, e determinante, passo in avanti. Devono anche essere tenute in considerazione le peculiarità dei territori e le esigenze di chi fa impresa, offrendo, tra l’altro, anche un servizio importante di presidio e tutela ambientale. Per questo siamo vicini alla mobilitazione degli agricoltori e mi ritrovo pienamente nella posizione dei sindaci, che sono attivi, assieme ai nostri parlamentari, avendo, in queste settimane, più volte sollecitato ad intervenire su questo provvedimento che rischia di mettere a dura prova un intero settore della nostra economia”.

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