Imprese toscane: in diminuzione le chiusure aziendali

Chimici e metalmeccanici di Livorno: 8 marzo incontro Regione-sindacati. KME: il sito di metallurgia a Barga è a rischio. Coordinamento sindacale aziende toscane gruppo Finmeccanica, richiesta di incontro alla Regione. Attivo regionale dei delegati sindacali, venerdì scorso, per il settore alimentare

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 marzo 2016 20:10
Imprese toscane: in diminuzione le chiusure aziendali

FIRENZE- Nel quarto trimestre del 2015 si è registrato un forte aumento delle iscrizioni di nuove imprese al Registro Imprese della Toscana: sono state 6.562, +7,9% rispetto allo stesso periodo del 2014 (+482 iscrizioni), mentre le imprese cessate (non d’ufficio) sono state 6.104; risultano inoltre 2.477 le aperture di nuove unità locali (+10,1%), contro 2.439 chiusure. Il risultato complessivo del trimestre presenta dunque un saldo anagrafico positivo e in miglioramento rispetto a ottobre-dicembre 2014, grazie soprattutto ad un’accelerazione delle nuove iscrizioni, mai così elevate nel quarto trimestre da cinque anni. Tra ottobre e dicembre, inoltre, il fenomeno delle crisi aziendali registra un’attenuazione:

In conseguenza delle dinamiche evidenziate, sale a 414.757 il numero di imprese registrate in Toscana al 31 dicembre 2015. Nei dodici mesi del 2015 sono nate, dentro i confini regionali, 27.031 nuove imprese e ne sono cessate 23.397 (al netto delle cessate d’ufficio), per un saldo anagrafico di 3.634 aziende in più rispetto al 2014. Sono questi i principali risultati contenuti nel report dell’Ufficio Studi di Unioncamere Toscana, che aggiorna i dati sulla nati-mortalità imprenditoriale al IV trimestre 2015.

“L’aumento delle iscrizioni agli archivi camerali – ha commentato Andrea Sereni, Presidente di Unioncamere Toscana – evidenzia un recupero della propensione all’imprenditorialità, indice di maggior fiducia rispetto alle prospettive della nostra economia. Nel frattempo diminuiscono le chiusure aziendali, ed anche i fallimenti, la voce che più aveva destato allarmi negli ultimi anni, fanno adesso registrare un sensibile calo. I segnali positivi non sono tuttavia ancora generalizzati, e preoccupanti appaiono le flessioni che si continuano a registrare fra le imprese artigiane, fra quelle dell’edilizia e - soprattutto - di quelle a conduzione giovanile.

A tale proposito, l’ultimo rapporto ci consegna tuttavia un’importante novità, con un balzo in avanti dei giovani imprenditori agricoli indotto dagli incentivi introdotti dalla Regione nel corso del 2015, sintomo di come le politiche possano svolgere un ruolo fondamentale nel favorire dinamiche virtuose di ricambio imprenditoriale.

“La crescita del numero delle imprese in agricoltura registrata nel 2015, dopo anni di decrescita - ha dichiarato Marco Remaschi, Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana - è un segnale importante che conferma, dati alla mano, che l'agricoltura sta tornando a rivestire un ruolo importante nell'economia e nella società della Toscana. Siamo soddisfatti e orgogliosi – ha proseguito Remaschi – perché la Regione ha voluto sostenere l'impegno dei nuovi imprenditori e ha scommesso sui giovani per il ricambio generazionale, investendo ingenti risorse del Programma di Sviluppo Rurale (100 milioni soltanto in questa annualità).

Questi dati confermano che abbiamo colto l'obiettivo. Continueremo a sostenere l'impegno degli imprenditori nel settore agricolo, con misure rivolte ai giovani, ma anche con misure che incentivino le filiere e le eccellenze della produzione agricola regionale. Siamo convinti che tutto questo sarà strategico per l'economia della Toscana.”

IMPRESE GIOVANILI, FEMMINILI, STRANIERE E ARTIGIANE

Alla fine del 2015 le imprese FEMMINILI raggiungono quota 95mila, il 22,9% del sistema imprenditoriale toscano. Rispetto al 2014 si registra un incremento dell’1,7%, pari ad un saldo netto positivo di quasi 1.600 unità. Ad aumentare sono soprattutto le società di capitali (+5,4%, +900). Ancora superiore la crescita per le imprese STRANIERE (52.147 unità a fine 2015), che rappresentano il 12,6% del sistema imprenditoriale toscano e che sono aumentate del 4,8% (+2.400 aziende)rispetto al 2014.

L’incremento è riconducibile soprattutto alle ditte individuali (+1.760, +4,2%), anche se le società di capitali restano le più dinamiche in termini percentuali (+12,3% per un saldo positivo di 560 unità). Le imprese GIOVANILI (39.331) – il 9,5% del tessuto imprenditoriale regionale – risultano invece in calo (-1,2%). A diminuire sono le ditte individuali (-500 aziende) e le società di persone (-220), mentre aumentano le società di capitali guidate da under 35(+4,8%, +266 unità). Le aziende ARTIGIANE, che a fine 2015 in Toscana sono 108.099 (il 26,1% delle imprese registrate), calano infine dell’1,1% (-1.250 unità) a causa di una natalità in continuo rallentamento e una mortalità elevata (8,5%).

Da notare, tuttavia, che questa flessione è riconducibile in larga parte al calo registrato nell’edilizia (-650 aziende), settore a forte specializzazione artigiana. Ad un artigianato sempre in affanno fa da contraltare il sistema delle imprese non artigiane, in espansione (+1,6% pari a +4.883 unità), grazie ad una mortalità contenuta che compensa il basso tasso di natalità.

I SETTORI DI ATTIVITA’

I settori che contribuiscono alla crescita del tessuto imprenditoriale toscano appartengono per la maggior parte alle attività dei SERVIZI, che in regione raccoglie oltre 236mila imprese e mette a segno un saldo positivo di 3.226 aziende nel corso del 2015 (+1,4% rispetto al 2014).ü per il turismo (alberghi, ristoranti e pubblici esercizi) continua la fase espansiva che, dal 2009 ad oggi, ha determinato un saldo positivo di quasi 6mila imprese in più, arrivando a contare 33.855 unità (+2,9% e +968 imprese rispetto a fine 2014) a fine 2015;

  • in espansione anche il commercio (+0,7%, +723), che raggiunge quota 101.600 aziende, rappresentando un quarto del sistema imprenditoriale regionale;
  • da evidenziare il contributo da parte degli stranieri alla crescita di imprese in entrambi i settori: nel turismo si registrano +260 imprese straniere e +660 italiane, mentre nel commercio i saldi sono pari a +1.100 per le attività condotte da stranieri ed a -180 per quelle in capo ad italiani;
  • contribuiscono inoltre in maniera rilevante al bilancio positivo dei servizi anche le attività dei servizi alle imprese e dei servizi alla persona, che insieme determinano mille aziende in più.

Il numero di imprese dell’INDUSTRIA resta invece sostanzialmente invariato, con un saldo positivo fra ingressi ed uscite (al netto dell’edilizia) di sole 14 imprese. Fra le attività manifatturiere:

  • all’interno del sistema moda, cheraccoglie oltre 21mila imprese, aumentano le attività dei comparti confezioni-abbigliamento (+95 aziende) e pelli-cuoio-calzature (+17), mentre il tessile-maglieria, con un calo di 72 aziende, continua il processo di involuzione che negli ultimi anni è costato la perdita di centinaia di imprese;
  • tutte le attività della meccanica-elettronica registrano un calo di aziende (meccanica strumentale -21, elettronica e meccanica di precisione -27, mezzi di trasporto -11, prodotti in metallo -27), ad eccezione delle riparazioni (+105);
  • fra le altre attività manifatturiere, tre comparti registrano un saldo positivo: alimentari (+28 aziende), chimica-farmaceutica (+25) e oreficeria (+24), mentre l’industria del legno registra un calo di 88 imprese e quella dei mobili di 7, cui si aggiungono le perdite di unità produttive nei minerali non metalliferi(-18) enella carta-stampa (-15).

Resta poi critico il quadro dell’EDILIZIA (-650 unità nel 2015, -1,0%), le cui difficoltà sono strettamente legate all’artigianato. In Toscana, il 69% delle imprese operanti nella filiera delle costruzioni sono infatti artigiane (per lo più attive nella installazione di impianti e nei lavori edili di completamento): nel 2015, il settore artigiano delle costruzioni ha perso ben 1.200 aziende (-2,7% rispetto al 2014), contro un andamento che – per la parte non artigiana – ha fatto viceversa registrare una variazione positiva pari a +540 imprese. La novità del 2015 è la crescita delle imprese in AGRICOLTURA (41mila registrate, pari al 10% del totale regionale).

Dopo anni di costante e progressiva espulsione di imprese agricole (circa 3mila imprese in meno fra il 2010 e il 2014), prevalentemente di piccola dimensione, la Toscana chiude l’anno con un bilancio positivo fra entrate e uscite (+605, +1,5%). Tale incremento, che non trova riscontro a livello nazionale, è trainato dalle iscrizioni di imprese condotte da giovani: sono 842 le nuove iscrizioni in tale ambito nel corso del 2015 (oltre tre volte quelle registrate nel 2014), principalmente concentrate nella seconda parte dell’anno. L’incremento registrato è riconducibile agli effetti esercitati dal Bando «Pacchetto Giovani” della Regione Toscana, varato a metà dello scorso anno con lo scopo di favorire il ricambio generazionale nel settore agricolo, sostenendo l’avviamento di imprese condotte da giovani agricoltori mediante la concessione di contributi a fondo perduto per iniziare l’attività e per realizzare investimenti.

Si è tenuto venerdì l'incontro fra il coordinamento Fim-Fiom-Uilm, le segreterie provinciali, i coordinatori nazionali di Kme con la direzione aziendale. Nel corso dell'incontro l'azienda ha riproposto lo stato della trattativa con possibili partner industriali, senza aggiungere altro a quanto già si poteva leggere sulla stampa se non l'ennesimo allungamento dei tempi che determina sempre di più incertezza e preoccupazione fra i lavoratori. Ma cosa più grave è stata la dichiarazione della possibilità, in caso di saturazione dei laminatoi, di non riaccensione del Forno verticale Asarco, ad oggi fermo per un incidente dovuto alla assoluta mancanza di manutenzione, con conseguente spostamento delle produzioni fusorie in Germania."Come Fiom - dice Mauro Faticanti, Coordinatore nazionale Fiom Kme - siamo assolutamente contrari a questa ipotesi come lo eravamo nella trattativa del 2013.

Ora come allora diciamo che senza il forno fusorio, il più grande di Europa, non solo si determinano esuberi nell'ambito della fonderia rame, ma tutto il sito di Fornaci di Barga (Lu), con oltre 600 persone, è assolutamente a rischio visto che dovrebbe laminare billette provenienti da oltre 1000 km di distanza. Oltretutto questa proposta lede l'accordo del'aprile 2013, recentemente prorogato, dove espressamente non solo si manteneva il forno acceso, non solo si determinava un aggiunta di produzione fusoria di 14.000 tonnellate, ma si vietava esplicitamente la possibilità di portare fuori dal paese produzioni italiane.

A questo punto come Fiom ci rivolgeremo ai lavoratori per condividere con loro le nostre preoccupazioni e per decidere insieme le azioni da mettere in campo"

Per martedì prossimo, 8 marzo, è in programma un incontro a Firenze tra rappresentanti dei sindacati confederali e di categoria dei chimici e dei metalmeccanici della provincia di Livorno e Gianfranco Simoncini, consigliere per il lavoro del presidente Enrico Rossi. L'incontro, richiesto dalle organizzazioni sindacali, verterà sui temi degli ammortizzatori sociali e dell'energia e si svolgerà alle 15.30 presso la sede della presidenza regionale (Palazzo Strozzi Sacrati). Nell'occasione, Simoncini illustrerà le proposte avanzate dal presidente Rossi ai ministri Poletti e Guidi, oltre alle iniziative che la Regione ha organizzato e sta portando avanti.

Si è svolta presso la casa del popolo di S.Bartolo a Cintoia una riunione sindacale delle Rsu Fiom, congiuntamente alle strutture sindacali territoriali, delle aziende del gruppo Finmeccanica in Toscana - Selex Es Firenze, Selex Es Pisa, Selex Es Abbadia San Salvatore (Si), Wass Livorno, Sirio Panel Montevarchi (Ar) - che nel panorama regionale rappresentano, con circa duemila lavoratori diretti, una delle eccellenze dell'industria nei settori ad alta tecnologia, progettazione e realizzazione di prodotti aereo, terrestre, navale, spazio e cyberspazio.

“Il coordinamento - spiega Massimo Braccini, Segretario generale FIOM Toscana - ritiene necessario avviare una discussione con la Regione Toscana, anche in considerazione degli eventuali protocolli e finanziamenti che la Regione potrebbe definire con Finmeccanica, per tutelare questo importante settore nella sua complessità, anche in previsione dei cambiamenti che questo gruppo si appresta a portare avanti (il settore trasporti che comprendeva anche l'azienda Breda di Pistoia e' già stato ceduto) al fine di seguire l'evoluzione delle prospettive delle aziende toscane e garantirne gli assetti strategici futuri, i livelli occupazionali, la salvaguardia delle competenze, adeguati investimenti e sviluppo tecnologico”.

Inoltre, aggiunge Braccini, “questo gruppo ha un impatto industriale diverso rispetto ad altre aziende, molte sono infatti le condizioni in rapporto all'università, alla ricerca, alla comunicazione, all'evoluzione dei sistemi di trasporto, all'elettronica e quindi alle condizioni fondamentali che possono incidere sulle prospettive di sistema della Toscana. Abbiamo quindi richiesto un apposito incontro al Presidente della Regione Toscana in modo da iniziare a discutere, seguire e sviluppare analisi rispetto alle prospettive delle imprese di questo importante gruppo industriale, ben sapendo che non regolerà tutto il mercato”.

Si è svolto venerdì a Firenze nella sede della Uil Toscana l'attivo regionale della toscana dei delegati dell'industria alimentare di Uila-Uil, Flai-Cgil e Fai-Cisl per discutere del contratto nazionale recentemente rinnovato. Hanno partecipato all'incontro i tre segretari regionali - Triestina Maiolo (Uila), Damiano Marrano (Flai) e Giampiero Giampieri (Fai) - e Pietro Pellegrini, della segreteria nazionale Uila. Uila, Flai e Fai della Toscana hanno approvato l'intesa raggiunta che dimostra l'insostituibilità del CCLN a cui va affiancato un secondo livello aziendale.

Inoltre, le tre sigle del settorealimentare hanno evidenziato "l'importanza del rinnovo anche alla luce della proposta di Cgil, Cisl e Uil per un moderno sistema di relazioni industriali"."Il rinnovo del CCLN - hanno sottolineato Uila, Flai e Fai - conferma l'utilità del confronto per affrontare temi macroeconomici: mercati e crescita, produttività e lavoro, innovazione e formazione professionale.

Occorre rilanciare il ruolo della rappresentanza sindacale nei posti di lavoro come riferimento prioritario dell'azione sindacale".Uila, Flai e Fai hanno infine sottolineato "l'efficacia dell'unitarietà del sindacato che come dimostrato nella fase del rinnovo del CCLN può e deve costituire la forza per le future battaglie sindacali".

Lunedì mattina presso la Presidenza della Regione Toscana si è svolto l'incontro su IBM richiesto dalla Fiom Cgil di Firenze alla presenza della stessa, del consigliere del Presidente Enrico Rossi per il lavoro Gianfranco Simoncini, di un rappresentante del Comune di Sesto Fiorentino, di una delegazione di lavoratori e della Cgil Toscana. Durante l'incontro l'organizzazione sindacale ha messo a conoscenza la Regione dello stato di avanzamento della vertenza nazionale che interessa il gruppo IBM e che vede la cessione di ramo d'azienda di 300 lavoratori del gruppo in tutta Italia - tra cui alcuni operanti presso la sede dell'Osmannoro - ad altra azienda.

Un trasferimento che trapela l'intenzione di un ridimensionamento del sito di Sesto Fiorentino. Da settimane ormai IBM continua a fuggire dalle proprie responsabilità sociali ed istituzionali, negandosi al confronto richiesto dalla Fiom Cgil nazionale presso il Ministero dello Sviluppo Economico e presso le regioni coinvolte. La Regione Toscana si è fatta carico di sollecitare il tavolo.

E’ una sentenza importante, che segna un precedente altrettanto importante per le guardie giurate. E’ quella pronunciata nei giorni scorsi dal giudice del lavoro del tribunale di Pistoia che ha accertato l’illegittimità della trattenuta, da parte dell’azienda, dei soldi in busta paga per i danni di un incidente occorso col mezzo di servizio.Ma ecco come sono andati i fatti per una storia che andava avanti da molto tempo, dal febbraio 2013, e che ha avuto il suo epilogo solo questo 11 febbraio.

La guardia giurata dell’istituto di vigilanza privata Il Globo Vigilanza è stata coinvolta in un tamponamento a causa del fondo stradale ghiacciato: è accaduto mentre era in servizio a Pistoia, Sant’Agostino, zona in cui ha sede l’azienda Globo, istituto per cui lavora e che è presente in svariate province della Toscana. Passano pochi giorni e per il lavoratore arriva l’amara sorpresa: dalla sua busta paga l’istituto ha trattenuto la franchigia di 258 euro per i danni riportati al veicolo aziendale.

La scelta del tutto priva di senso ha portato la Uiltucs, categoria Uil che si occupa di turismo, commercio e servizi, a intervenire scegliendo le vie legali e facendo, quindi, ricorso contro la decisione dell’azienda. Scelta che si è rivelata vincente, e che ha portato alla condanna della Globo Vigilanza al pagamento in restituzione della somma trattenuta e al pagamento delle spese di lite. Questo, come ha spiegato il giudice nella sentenza, perché “emerge con chiarezza l’assenza di responsabilità del ricorrente” anche in base al principio che “gli Istituti di Vigilanza privata riconfermano – recita il contratto interaziendale integrativo per i dipendenti – la volontà di utilizzare per l’espletamento dei servizi mezzi propri per i quali gli oneri relativi al loro mantenimento in efficienza, anche in caso di sinistro stradale, risultano essere di fatto a carico degli istituti”.Grande soddisfazione è espressa dal coordinatore settore Sicurezza della Uiltucs Toscana Centro Gennaro Cotugno per “il grande impegno che la Uiltucs sta mettendo nel settore della sicurezza e per difendere tutte le Gpg”.

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